Sviluppo ed educazione del bambino, il papà ha un ruolo chiave

Sviluppo ed educazione del bambino, qual è il ruolo del papà? Gli studi che hanno indagato l’influenza dei genitori sui comportamenti e l’educazione dei figli spesso hanno trascurato e  messo in secondo piano il ruolo del papà. Ora, una ricerca condotta presso la Brigham Young University (BYU) si è focalizzata sull’influenza che lo stile educativo dei padri ha sui comportamenti dei figli, dimostrando come  il genitore di sesso maschile possa giocare un ruolo determinante nel favorire lo sviluppo della perseveranza nella prole in età adolescenziale. Col termine perseveranza si intende una dimensione legata all’ostinazione e alla determinazione a raggiungere un obiettivo.

Legami tra fobia, sintomi ansiosi e conflitto inconscio, la neuroscienza riabilita Freud

Esiste un qualche legame tra fobia e conflitto inconscio? Uno studio condotto dal professor Howard Shevrin dell’Università del Michingam e presentato nel corso della riunione annuale dell’American Psychoanalytic Association sembra dare supporto alle freudiane sui legami tra conflitti di natura inconscia e sintomi in persone affette da fobie. Il merito di questo studio è quello di unire i metodi della psicoanalisi con quelli più rigorosi e verificabili delle indagini di laboratorio.

Sintomi della depressione ed esposizione alla luce notturna, scoperto un legame

 

Tra i sintomi tipici della depressione ed esposizione cronica alla luce notturna potrebbe esserci un collegamento. E’ quanto sostiene Tracy Bedrosian, uno dei principali autori di un recente studio, condotto sui criceti presso l’Ohio State University, i cui risultati confermano le crescenti evidenze che indicano l’esposizione cronica alla luce artificiale notturna come responsabile dell’aumento dei casi di depressione negli ultimi 50 anni.

I sintomi di depressione e ansia possono essere curati migliorando la memoria

Persone che soffrono di depressione ed ansia possono trarre beneficio da un trattamento mirato al recupero della memoria di eventi passati? Le ricerche e gli studi fin qui condotti hanno dimostrato come le persone affette da depressione hanno difficoltà a servirsi delle memorie del passato per risolvere i problemi e ciò li conduce, tra l’altro, a sperimentare sentimenti legati all’angoscia. In uno studio che apparirà prossimamente su Clinical Psychological Science, gli psicologici iraniani Hamid Neshat-Doost dell’ Università of Isfahan, in collaborazione, con altri colleghi, hanno sperimentato l’efficacia di un programma di formazione specifico per migliorare le prestazioni mnemoniche per gli eventi del passato e valutato gli effetti di tali progressi sui sintomi depressivi.

Come seguire una dieta dimagrante e sentirsi sazi.


Seguire una dieta dimagrante ed essere soddisfatti della quantità di cibo ingerita non sempre è possibile. Una recente ricerca di psicologia del comportamento alimentare, però, suggerisce che per controllare il peso può essere d’aiuto tagliare il cibo in un determinato modo, al fine di “manipolare” la percezione dello stesso. Al meeting della Society for the Study of Ingestive Behavior, che si è svolto a Zurigo dal 10 al 14 luglio, i ricercatori che hanno presentato lo studio hanno affermato che gli esseri umani, al pari degli animali, trovano più soddisfacente assumere cibo tagliato a piccoli pezzi rispetto ad un pezzo singolo e grande che contiene lo stesso numero di calorie.

Menti geniali? Dipende dalla connettività

Quali possono essere i caratteri che contraddistinguono una mente particolarmente superiore alle altre, il cervello di un “genio“, diciamo, da queste ultime? In parte può essere la dimensione stessa del cervello, mentre altri studi più recenti hanno invece sottolineato l’importanza della corteccia laterale prefrontale, una regione situata proprio dietro le tempie, che servirebbe da nodo di scambio per i processi mentali più elaborati.

La gentilezza ? Può dipendere da un gene

 Essere una persona simpatica e gentile non dipenderebbe soltanto dall’educazione ricevuta da piccoli, ma, stand0 a quanto scoperto da una ricerca condotta dal professor Michel Poulin della University of Buf potrebbe dipendere anche da alcuni geni, in particolare da alcuni recettori dell’ossicitocina e della vasopressina che renderebbero più gentili e generosi. Già alcuni studi precedenti avevano dimostrato che l’ossitocina e la vasopressina favorirebbero la generosità; addirittura, l’ossitocina è stata chiamata “la droga dell’amore” o “la coccola chimica” e si ritiene portrerebbe anche ad avere un comportamento materno.

La salute dipende da dove abitiamo

 

Vi piace il quartiere nel quale abitate e nel quale siete cresciuti? Molto spesso ritroviamo indagini che ci indicano quale sia la città più vivibile, quella nella quale il nostro equilibrio psico-fisico può essere rispettato. In realtà, un gruppo di scienziati della Northwestern University di Evanston ha considerato quali possono essere le vere caratteristiche del luogo ideale nel quale vivere per preservare il proprio stato di salute.

Il caffè non sempre ci rende più attivi

 Bere una tazza di caffè in Italia è una tradizione, nonchè un modo spesso utilizzato per mantenerci più svegli e concentrati quando dobbiamo magari svolgere qualche lavoro. Secondo uno studio dell’University of British Columbia, però, la caffeina e le anfetamine possono avere effetti diversi a seconda dei soggetti, e magari rendere alcune persone più attive, altre più pigre.

Vedere film drammatici ci fa sentire più felici

 I film drammatici, spesso, riscuotono un grande successo, basti pensare al celebre “Titanic”, e talvolta sono maggiormente apprezzati proprio per la loro “tragicità”. Secondo una ricerca condotta dalla professoressa Silvia Knobloch-Westerwich, dell’Ohio State University, ciò sarebbe dovuto al fatto che vedere film drammatici, in realtà, ci fa sentire meglio, ci rende più felici, almeno nel breve periodo. Ciò avverrebbe perchè questo genere di film ci fa pensare ai nostri affetti più cari e ci fa apprezzare meglio alcuni aspetti della nostra vita.

Avere la testa fra le nuvole aiuta la memoria di lavoro

 Avere spesso la testa fra le nuvole può non esserci d’aiuto quando dobbiamo applicarci in qualcosa che richiede una certa concentrazione, o anche quando dobbiamo seguire, a scuola o all’università, una lezione impegnativa. Tuttavia, ciò può non essere solamente un difetto o qualcosa che ci ostacola, perchè, secondo una ricerca condotta dal Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Science, le persone che hanno spesso la mente che “vaga” tra le nubi potrebbero avere anche una più consistente memoria di lavoro, quella che ci consente di pensare a diverse cose contemporaneamente, che è collegata anche con l’intelligenza.