Lezioni via Twitter in classe per coinvolgere gli studenti introversi

 Le potenzialità delle nuove piattaforme di comunicazione simultanea nell’insegnamento sono infinite anche se ancora poco esplorate. Twitter, ad esempio, può conferire maggiore attrattiva ad una altrimenti noiosa lezione di storia. E ancora, può coinvolgere anche studenti con una personalità timida ed introversa in una discussione che altrimenti li avrebbe visti relegati in un angolo, zittiti dal timore di sbagliare o di dire sciocchezze. Un tweet abbassa al contrario le aspettative, scalando ad un tono più informale la conversazione, affidando ad opinioni ed impressioni elementari, non eccessivamente impegnative ed articolate, la propria partecipazione al discorso.

Conseguenze psicologiche negative per gli internauti

Internet come fonte di rimbecillimento dell’individuo? Potrebbe anche essere possibile. Al contrario di quello che si è pensato fino ad oggi, riguardo il fatto che l’utilizzo del computer e l’interscambio culturale veicolato dallo strumento informatico del web, farebbe si che la nostra mente, invece di progredire, andrebbe in continua perdita in performance.

Twitter e i reclami, psicologia del consumatore nell’era del social

 I reclami e l’assistenza al cliente nell’era di Twitter: sempre più aziende guardano con interesse all’immediatezza comunicativa offerta dal cinguettìo, uno scambio di battute tra consumatore e produttore che permette di offrire supporto in tempo reale e pubblicamente, testimoniando anche l’attenzione verso le esigenze e le lamentele che vengono mosse ad un brand. Un’arma a doppio taglio che va gestita nel migliore dei modi per evitare feedback negativi. Guy Winch, psicologo del NYU Medical Center, autore di The Squeaky Wheel: Complaining the Right Way to Get Results, Improve Your Relationships, and Enhance Self-Esteem, ci spiega come è cambiato l’atteggiamento del consumatore nei confronti dei reclami da quando c’è Twitter.

Chat e Facebook, il decalogo della comunicazione negli incontri online

 Chat, chiacchierare online con persone sconosciute o conoscenti che decidiamo di voler approcciare per approfondire il legame scegliendo la comunicazione virtuale. Come riuscire ad interagire al meglio, a fare una buona impressione ed a parlare del più e del meno con utenti appena o poco conosciuti? Premesso che è fondamentale stare in guardia e non perché la rete sia quel posto pericoloso infestato dai demoni che in tanti dicono.

Navigatore satellitare, GPS manda in tilt memoria del cervello

 Navigatore satellitare: spesso ci ha fatto imprecare perché ci suggeriva con una certa nonchalance di svoltare a destra quando l’unica cosa che vedevamo alla nostra destra era un burrone. Ma c’è di peggio: usare il GPS per orientarsi e lo faranno in tanti sicuramente in vacanza, specie in luoghi che non sono familiari, può essere una potente arma di distrazione per il cervello che a lungo andare può influire sulla memoria e mandare in tilt il nostro di sistema di orientamento. A dirlo è una recente ricerca effettuata da un’équipe di psichiatri della McGill University di Montreal.

I sette peccati di cui non macchiarsi su Facebook

 Facebook, il social network con la s maiuscola, la piattaforma che ci aiuta a mantenere i contatti con persone più o meno vicine e che, diciamolo, a volte ci riavvicina, per fortuna o meno, persino con chi sentivamo lontano anche quando si trovava a pochi centimetri da noi. Quando mi capita di imbattermi in qualcuno, rari, rarissimi incontri, che è fuori dal faccia a faccia virtuale, un po’ mi sorprende la determinazione con cui non si lasciano trascinare nel tunnel travolgente della condivisione a portata di clic. La domanda è: si può rimanerne fuori senza sentirsi tagliati fuori e soprattutto senza tagliare qualcuno fuori?

Tecnologia e insonnia

Con il progresso e l’aumento della tecnologia aumentano anche le patologie legate allo stress hi tech. Oltre a questo, quotidianamente i media ci informano di difficoltà create dai device elettronici, come quella recente che mette sotto accusa i dispositivi mobili come gli smartphone ed i device Wi-Fi.

I giovani poi sono sempre più colpiti da questa nuova patologia chiamata “insonnia da tecnologia”, un problema che nasce da un utilizzo smodato da parte dei giovani dei device tecnologici. Il problema, sarebbe il sacrificare le ore di sonno per vivere la propria vita virtuale sui social network, oltre che con i mobile device tecnologici e sui videogames.

Videogiochi per rilassarsi e diventare più gentili con gli altri

 Abbiamo già parlato di videogiochi in riferimento all’educazione dei bambini, agli effetti dei videogames, più o meno violenti, spesso interpretati a senso unico, generalizzando ed etichettando, senza tenere conto delle caratteristiche specifiche di ciascun gioco. Oggetto spesso di accuse, visti come una sorta di demonio sia per il rendimento scolastico dei più piccoli che come una chiave di spiegazione, tra le altre, del fenomeno del bullismo.

Oggi torniamo a parlarne in riferimento a ben altra sfera che tocca soprattutto noi adulti, certamente più stressati dei giovanissimi. Secondo quanto afferma una recente ricerca, condotta da Jodi Whitaker e Brad Bushman della Ohio State University (USA), i videogiochi possono aiutarci a distendere la mente, ottenendo su di noi un effetto calmante, allentando la tensione e rendendoci di conseguenza più disponibili e carini anche con gli altri, con quanto ne consegue per il miglioramento delle relazioni interpersonali.

La dieta digitale contro la tecnodipendenza

 Avete risposto affermativamente ad almeno una delle cinque domande cruciali proposte nel test elaborato da Daniel Sieberg, e-critico americano autore di “La dieta digitale: come spezzare la vostra e-dipendenza e riguadagnare equilibrio nella vostra vita”? Siete in evidente e-sovrappeso.

Che fare per correre ai ripari ce lo suggerisce lo stesso Sieberg nel passo successivo che, dalla consapevolezza di avere un problema,  passa alla soluzione per ritrovare il benessere psicofisico ed uscire dal tunnel della tecnodipendenza, ovviamente a piccoli step, perché come tutte le dipendenze è difficile liberarsene, dal momento che cipiace e lottare contro qualcosa che ci provoca piacere è sempre un’impresa ardua.

La dieta digitale, calcola il tuo e-peso

 “La dieta digitale: come spezzare la vostra e-dipendenza e riguadagnare equilibrio nella vostra vita”, libro in uscita che andrà sicuramente a ruba visti i tempi che corrono, dell’io che spesso esiste solo se costantemente connesso. Lui è Daniel Sieberg, e-critico tra i più famosi negli States e contro il multitasking, nocivo a lungo termine, ne abbiamo già discusso, propone un vero e proprio regime tecnologico ferreo, insomma ci mette a stecchetto dai nostri dolci giocattolini tecnologici.

Per ritrovare il benessere psicofisico smartphone, iPad, computer, webcam, chat, mail, social network vanno assunti un po’ come i carboidrati e i grassi quando si è a dieta: a piccole dosi, tanto per non disabituare l’organismo, in questo caso il cervello, e rischiare di riprendere i chili persi in un battibaleno a dieta finita, in tal caso rituffarsi a capofitto nella tecnodipendenza dopo un periodo di astinenza più o meno prolungato. Prima di mettervi a dieta dovete calcolare il vostro e-peso, con un test rapido in cinque punti.

Psicologo online, dal lettino a Skype le nuove frontiere della psicoterapia

 Lo psicologo è online, entra nel nostro studio, nelle nostre case e ci ascolta, ci parla, ci vede, ci aiuta via webcam. E’ la nuova frontiera della psicoterapia, nata grazie all’impegno di un team di psicoterapeuti giovani coordinato da Luca Mazzucchelli e Davide Algeri.

La mission del progetto è di avvicinare i giovani alla psicologia ma ovviamente il servizio è esteso a chiunque si senta a disagio a recarsi in studio dallo psicologo e voglia approcciarsi al consulto da casa, con una semplice videochiamata.

Facebook dipendenza, genitori chiamano la figlia Like

 La Facebookmania impazza, in alcuni casi sconfina, se non si riesce a fare a meno del popolare social network, aggiornando ogni due secondi lo stato e vivendo letteralmente ed esclusivamente sulla propria bacheca, e diventa dipendenza.

Oltre ad invadere la privacy se uno vuole farsela invadere, sottinteso, altrimenti ci sono strumenti per gestire al meglio la condivisione, la fissa per Facebook può influire anche su altre scelte della vita, più o meno importanti. Un esempio? La scelta del nome da dare ad un figlio.

Baciarsi via computer con il Kiss transmission device

 Baciarsi via computer con il Kiss transmission device, un dispositivo messo a punto da un gruppo di ricercatori giapponesi. E’ l’ennesima, in questo caso alquanto discutibile, frontiera dei rapporti on line e del cyber sex che cercano di vincere gli ostacoli rappresentati dalla distanza, ormai banalizzata dai moderni mezzi di comunicazione globali, ma cadono nello specifico nella trappola di voler creare un sesto senso sterile.

“Può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se tu desideri essere da Rae, non ci sei forse già?” recita Bach in Nessun luogo è lontano. Qui non si parla di amici bensì di relazioni sentimentali, legami alimentati a distanza che, nell’era di Internet, a detta degli inventori del bacio virtuale, hanno fatto nascere la necessità di inventare dispositivi come questo per rispondere alle esigenze del pubblico. Ma anche no, aggiungiamo.

Multitasking, tra computer e tv la mente è multidistratta!

 Chi crede di essere in possesso del media multitasking ovvero, tra le altre opzioni, la capacità di guardare la televisione e lavorare al pc contemporaneamente, potrebbe in realtà incorrere in una multidistrazione a causa dei due dispositivi che catalizzano l’attenzione nello stesso momento.

Ne parla in un recente studio pubblicato sulla rivista CyberPsychology, un’équipe di ricercatori afferente all’Università di Boston che ha effettuato diversi esperimenti su un campione di persone.
I partecipanti sono stati invitati ad entrare in una stanza con un televisore ed un computer, e lasciati con mezz’ora di tempo a disposizione per utilizzare entrambi.