Capiamo l’uomo del web

Oggi parliamo di una recente ricerca effettuata sul rapporto tra uomo e computer, e nello specifico dei risultati ottenuti dove si parla del fatto che l’uomo è il suo computer. Sembrerà assurdo, ma si conviene che nell’analisi degli uomini e delle proprie tecnologie, si identificano dei caratteri e delle linee guida per la lettura del suo carattere e delle sue performance. Ovviamente per effettuare queste ricerche e parlare di questi risultati, si è passati all’analisi di diversi soggetti che si sono prestati come tester per questo esperimento e che quindi hanno dato la disponibilità a far “spulciare” i ricercatori all’interno dei propri file del computer, della cronologia, del cellulare e tutto quanto altro lega il rapporto tra uomo, tecnologia e modi di agire.

La prima categoria identificata è i “Facebookiani”, ovvero, individui che ad ogni seppur minimo avvenimento di vita, devono aggiornare il profilo. Questi individui, sono principalmente falsi, con una personalità superficiale e non hanno rapporti sinceri con gli amici.

Tecnodipendenza, quando l’aggiornamento tecnologico diventa schiavitù

 Un fenomeno in aumento, quello della tecnodipendenza, che spinge una fetta sempre più larga di popolazione a cadere nella morsa di una schiavitù psicologica tanto bizzarra quanto pericolosa: il desiderio spasmodico di aggiornarsi continuamente, di essere sempre informati di quanto accade nel mondo virtuale. Spesso questa voglia irrefrenabile di correre ad aggiornarsi e di ottenere l’ultimo modello hi-tech non è nemmeno giustificata da motivi di lavoro o da necessità concrete di ricevere informazioni.

Ad essere più colpiti sono gli individui di sesso maschile di età compresa tra i 35 ed i 55 anni. Spiega Tonino Cantelmi, docente di psicologia dello sviluppo dell’Università Lumsa di Roma che queste persone non possono fare a meno di aggiornarsi continuamente

e di dotarsi dell’ultima novità, perché per loro la tecnologia è un’estensione della propria mente, una parte di sè: non hanno scampo, sono costretti a seguire il mercato.

Depressione da Facebook

 Sul popolare social network le ricerche si sprecano. Ne sono state dette di cotte e di crude sul ruolo di Facebook sulla psiche e nella vita relazionale: visitare il profilo aumenta l’autostima o ancora che troppo tempo trascorso ad aggiornare gli stati e a produrre qualcosa su di sè, esposti al giudizio altrui, può creare ansia e stress in chi ha troppi amici e non riesce a soddisfare le loro aspettative.

L’ultima, in ordine di arrivo, ma non certo meno interessante, è quella che associa Facebook alla depressione infantile e adolescenziale. Ad effettuarla un’équipe di ricercatori della American Academy of Pediatrics.

Smettere di fumare con gli sms

 Cerotti, gomme alla nicotina, sigarette elettroniche, terrorismo psicologico, ricompense: per smettere di fumare i metodi, gli incentivi e le proposte, più o meno valide, sono davvero tante. L’ultima in arrivo, certificata da un recente studio pubblicato dalla rivista di divulgazione scientifica Psychological Science, è l’utilizzo degli sms che pare siano efficaci per incoraggiare i fumatori a darci un taglio con le bionde, liberandosi una volta per tutte da questa pericolosa dipendenza.

A dirlo è un’équipe di ricercatori afferenti a diverse università americane: l’Università dell’Oregon, del Michigan e l’UCLA. Gli autori della ricerca hanno monitorato le aree del cervello più coinvolte nella forza di volontà e nell’autocontrollo, prendendo in esame un campione di 27 fumatori accaniti reclutati dall’American Lung Association’s Freedom From Smoking program di Los Angeles.

Stress, Zen! il gioco per iPad che rilassa corpo e mente

 Dopo l’esame di coscienza, le varie applicazioni per misurare il battito cardiaco e per calmarsi con la respirazione, parliamo di un gioco antistress che approda su iPad con una app tutta italiana sviluppata dall’azienda palermitana DooLabs di Marco Siino.

Si chiama Zen! ed è una tavoletta di legno virtuale che aiuta a rilassare corpo e mente, sfruttando delle sfere colorate da incanalare nei fori dello stesso colore, inclinando il dispositivo.

Confessione via iPad e iPhone, quando l’esame di coscienza è un’applicazione

 Chi è senza peccato scagli la prima pietra ma anche un smsAmici di Iovalgo, qualunque sia la natura del vostro rapporto con la fede e con quelli che ciascuna religione considera peccati di cui pentirsi e per i quali chiedere perdono,  potrebbe interessarvi sapere che oggi l’esame di coscienza, spiritualmente parlando, come un po’ tutto, passa anche attraverso un’applicazione iPhone.

La religione fa buon uso delle nuove tecnologie in questo caso e si adegua ai mezzi di comunicazione di moderna generazione. Si chiama Confession, A Roman Catholic App e sostituisce al confessionale e alla grata tradizionali il palmare.

Come mi vestirò? Me lo dice: boutiques.com

Normalmente per avere consigli su quale abito indossare, chiediamo un pò a tutti e quindi a parenti, amici oppure se abbiamo una buona capacità di “analisi” e una discreta fiducia in noi stessi e nel nostro gusto, decidere di fidarci unicamente del nostro istinto, osservandoci allo specchio.

Adesso pare che ci siano delle novità in grado di stupirci e piacevolmente, le cose infatti stiano cambiando in un modo “diverso”, insolito e perché no, divertente. E’ assodato dunque che nel googlemondo“, sia possibile chiedere aiuto al computer. Il nome del sito, non è affatto complicato, anzi è di quelli che si memorizzano facilmente: boutiques.com e la si può considerare a buon grado, l’ennesima emanazione di google.

Felicità e crescita personale nell’era di Internet

I nostri tempi sono sempre più frenetici: siamo abituati ad interagire in tempo reale e un’attesa di pochi minuti riesce a stressarci. Abbiamo inoltre a disposizione più informazioni di quelle che siamo davvero in grado di assimilare. Come possiamo quindi orientarci per essere felici e per trovare un nostro percorso di miglioramento tra le infinite possibilità che ci si aprono davanti?

Una dieta… di informazioni!

Televisione, radio, Internet, giornali e molto altro ancora: i media ci bombardano continuamente con un numero di informazioni davvero troppo alto per poter essere immagazzinato nella nostra mente. Troppe volte siamo al corrente di informazioni assolutamente inutili per la nostra vita, come ad esempio qualche novità di gossip, mentre facciamo fatica a riordinare le idee sugli argomenti importanti. Come rimediare a questo problema? Semplice: dobbiamo iniziare a migliorare il nostro approccio con questo flusso informativo, proprio come se stessimo seguendo una dieta.

No tecnostress day, un giorno per combattere lo stress moderno

 Guardare la tv, parlare al telefono o navigare su internet sono diventate azioni quotidiane; lo sviluppo della tecnologia ha cambiato positivamente il nostro stile di vita ma, come in tutte le cose, un uso eccessivo genera effetti contrari per il nostro benessere. Il 10 settembre è il No Tecnostress Day, una giornata per combattere un nuovo tipo di stress, definito moderno perchè causato dall’influenza della tecnologia nella vita di ogni giorno.

Come vivi online?

Qual è il nostro rapporto con il mondo virtuale? Passiamo sempre più ore davanti al pc e le nostre relazioni sociali sono sempre più legate a Internet. Tuttavia, ci siamo mai chiesti a partecipare ad un social network come Facebook oppure perché a volte non riusciamo proprio a staccarci dal Web, come se fosse una dipendenza?

Generazione Eleanor Rigby

I giovani di oggi si sentono sempre più soli, anche se sono circondati da persone, sia nella vita reale sia attraverso contatti virtuali. Una generazione di solitari, un modello di vita che ricorda molto la canzone dei Beatles “Eleanor Rigby”, che parla di tante solitudini che non riescono mai ad entrare in contatto. Ancora una volta, ad essere sotto accusa è Internet e, in particolare, i social network.

Basta TV!

Siamo sempre di più teledipendenti: magari ci lamentiamo della bassa qualità dei programmi, ma molto spesso le ore che passiamo davanti alla televisione non fanno che aumentare. E se decidessimo di vivere senza tv? Siamo sicuri che la nostra vita non potrebbe migliorare senza quest’apparecchio?  

E’ indispensabile essere multitasking?

Scrivete una mail importante e nel frattempo organizzate buna riunione al telefono? Stirate mentre siete al cellulare, magari sbirciando un programma televisivo? Vi è capitato di bruciare la cena perché vi siete distratti leggendo delle mail sul vostro smartphone? E’ la sindrome multitasking: ci sentiamo in grado di fare tante cose contemporaneamente, anche se molto spesso riusciamo a fare tutte queste attività male.