Lavorare troppo fa male: attenti alla sindrome da burnout

 

 

Chi dice che il lavoro nobilita l’uomo? Certo, non possiamo fare a meno di lavorare e di desiderare il raggiungimento del successo professionale. Ma bisogna stare attenti. Eccessivo arrivismo, tempi di lavoro eccedenti la normalità non fanno altro che creare stress. A proposito di questo, sono interessanti i risultati di uno studio pubblicato su BMC Psychiatry dei  ricercatori dell’Istituto di Scienze della Salute di Aragona in Spagna. E’ emerso che la sindrome da burnout comporta tre sintomi almeno: esaurimento emotivo, cinismo e mancanza di produttività. 

A volte vince chi perde

 Durante la regata Rolex Fastnet Race 2011, svoltasi un paio di settimane fa, avrete notato come i riflettori fossero puntati non tanto sul vincitore, il trimarano di Maxi Banque Populaire, quanto su chi, il team dell’Icap Leopard, sacrificando il podio, aveva scelto di aiutare dei rivali in difficoltà, i Rambler, salvandoli da un brutto incidente che gli sarebbe costato caro. In quel caso, la squadra, messasi in cammino per vincere, ha scelto volontariamente di perdere. Oppure no. Perché si è parlato soltanto di loro, la vittoria degli altri è stata messa in ombra dal coraggio, dallo spirito di solidarietà, dall’altruismo e dal sacrificio di questi ragazzi, disposti a perdere pur di combattere per altri valori, quelli che gli imponevano di dare una mano a chi è stato travolto dalle difficoltà.

I genitori hanno paura della «Facebook-dipendenza»

 

 

Siamo nell’era dei social Network. Se avete visto il film di David Fincher, The Social Network, che racconta la storia della nascita di Facebook non sarà un mistero per voi come tutto sia nato per caso. Gli adolescenti odierni usano tantissimo il Web, per intrattenere rapporti, aumentare i propri contatti, postare le proprie foto. Il meccanismo è fortissimo e crea grande dipendenza se non si è così “attenti” da capire che la realtà vera è lontana da un modem e qualche cavo di rete. Indubbiamente Facebook è stata una scoperta rivoluzionaria e utilissima. Infatti, nel film Mark Zuckerberg dichiara:

Cambiamento, il potere del movimento

 Chi resta seduto non saprà mai quanto è alto… è il potere del movimento, dell’azione sul cambiamento, un potenziale che spesso resta nascosto, vola basso a causa di quei freni e di quelle zavorre che ci tengono incollati alle nostre certezze, seppur insufficienti a renderci felici, a farci decollare, nel timore di perdere quel punto saldo, quella sedia che ci ancora alla realtà, spesso accettata e subita passivamente senza spostarsi di un millimetro dalla morsa incalzante degli eventi. Capita spesso, quando ci si vuole alzare ed iniziare qualcosa, di autoscoraggiarsi davanti alla difficoltà di un’impresa piuttosto che convincersi che si tratti di un cammino semplice ma comunque troppo lungo per noi, i cui risultati saranno visibili dopo mesi e mesi di sacrifici e allora demordiamo.

Rischio depressione, anche l’inquinamento influisce

 

 

L’industrializzazione e l’economia contemporanea, fondata sulla continua incentivazione dei consumi di beni e servizi, hanno fatto sì che si generassero fra la popolazione sprechi e cattivi stili di vita. L’utilizzo smodato e irregolare degli autoveicoli privati, il problema rifiuti e tanti altri disagi comportano una pressione crescente sull’ambiente, a causa della miriade di sostanze di ogni tipo immesse nell’aria, nell’acqua e nel suolo.

Lavoro indipendente, ostacoli alla produttività e soluzioni

 Abbiamo affrontato, nel precedente articolo, gli errori principali che commette nella gestione del tempo chi svolge un lavoro indipendente, ovvero essere troppo indulgente con se stesso e concedersi troppi strappi e pause anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno o al contrario tirare troppo la corda, pretendere troppo da se stessi e cadere nel vortice della dipendenza da lavoro, sottraendo tempo prezioso alla vita sociale ed al tempo libero per lavorare fino allo stremo delle forze per se stessi. Come evitare queste due tendenze, entrambe nemiche della produttività, seppur diametralmente opposte?

Lavoro indipendente, gestire il tempo

 Chi svolge un lavoro indipendente o ha intenzione di mettersi in proprio, a questo proposito vi suggerisco di testare il vostro potenziale consultando il nostro profilo, si ritrova a dover gestire se stesso, il tempo a disposizione in modo del tutto autonomo, ha delle scadenze come tutti ma può organizzarsi come meglio ritiene opportuno. Può sembrare una passeggiata ma in realtà essere il proprio capo nasconde non pochi tranelli quando si parla di produttività e rendimento e di portare a termine un lavoro, ultimare un progetto, raggiungere degli obiettivi in tempi ben definiti.

Gestire il tempo, non mancare all’appuntamento con la felicità

 Il tempo: un acerrimo nemico o un valido alleato? Perché spesso si ha la sensazione di non avere a disposizione abbastanza tempo per fare tutto e soprattutto per fare bene le cose, godendosi la vita e sentendosi gratificati? A volte, quasi sempre a dire il vero, non è il tempo a mancare ma la voglia di trovare il tempo per dedicarsi agli aspetti più piacevoli della vita: un hobby o un lavoro che appassionano, la famiglia, l’amore, il cane, la musica, il cinema, gli amici, qualsiasi cosa ci renda felici e che, chissà poi per quale assurdo motivo, releghiamo in quella sezione della nostra agenda che resta in bianco ovvero senza tempo.

Sensi di colpa ed autocritica, trovare un equilibrio

 Assumersi le proprie responsabilità quando una relazione finisce, quando un rapporto non va nel verso giusto, una carriera non prende la direzione desiderata è il primo passo per interagire sulla base di un approccio con il mondo che sia impostato sull‘io sono ok/tu sei ok. Ricordate, ne avevamo parlato mesi fa. La posizione di vita più proficua, a conti fatti, che più fa stare in pace con se stessi e con il mondo, migliorando la vita sociale e le relazioni interpersonali. Il problema si pone quando dall’assumersi le proprie responsabilità, ammettendo i propri errori, si passa a farsi schiacciare completamente da rimorsi e sensi di colpa.

Sindrome del nido vuoto, quando i figli vanno via

 Quella della casa che si svuota, a seguito dei figli che vanno via, ormai adulti, a vivere da soli, è un’esperienza che per alcuni genitori e coppie è vissuta in maniera molto dolorosa, specie se il legame e l’intesa, la vita familiare, erano molto affiatati e consolidati. C’è chi va in depressione ed arriva purtroppo a separarsi, sentendo di non avere più nulla da condividere con il partner. E’ una sensazione triste che spesso esacerba le crisi e le tensioni preesistenti nei coniugi.

Uomini più romantici, credono ancora al colpo di fulmine

 

 

Anna Tatangelo in una delle sue canzoni lo descrive così: “Succede all’improvviso . E quando meno te l’aspetti ti si colora il viso”. Si tratta del colpo di fulmine. Avete conosciuto una persona interessante e il cuore vi batte all’impazzata ogni volta che vi fermate a pensarlo? Però, sembra che questo sogno d’amore venga coronato soltanto dagli uomini, che, romanticoni, credono ancora al colpo di fulmine. E’ il risultato di un’indagine condotta dallo psicologo Alexander Gordon della British Psychological Society su 3.000 inglesi, metà uomini e metà donne, di età compresa fra i sedici e gli ottantasei anni.

Sindrome da rientro dalle vacanze, come affrontarla al meglio

 Quest’anno, secondo quanto affermato più volte da numerose indagini e statistiche, molti italiani non sono andati in vacanza a causa della crisi economica che spinge a tagliare su quello che viene ritenuto, spesso a torto, superfluo, come un soggiorno, seppur di pochi giorni, per dedicarsi al riposo più totale, a staccare la spina e rilassarsi completamente. Molti hanno fatto vacanze da talpa, facendo finta di partire, ma in realtà rimanendo a casa in incognito e millantando esperienze in posti da sogno per reggere il confronto con conoscenti e colleghi, fenomeno che abbiamo visto essere più comune in provincia, dove il senso di approvazione sociale è più radicato e forte. Per chi è partito e sta per rientrare, specialmente se le ferie sono durate poco, appena una settimana, in agguato c’è la sindrome da rientro.

Emozioni a letto, provare piacere per le donne è difficile

 

 

Oggi affrontiamo un argomento scottante per tutti i maschietti. Quanti di loro dopo aver fatto l’amore pronunciano la fatidica domanda: “Ti è piaciuto?”. L’intesa sessuale è un ingrediente fondamentale per una sana vita di coppia. E per entrambi i componenti è importante soddisfare ed essere soddisfatti dalla relazione amorosa, sia a livello fisico che psicologico. Molto spesso il piacere della donna viene espresso attraverso gemiti e gridolini. Ma questi non sono sempre sintomi di verità.

Shock da matrimonio, dire sì fa ingrassare gli uomini

 

 

Il matrimonio rende felici o è la tomba dell’amore? Le opinioni sono discordanti. Certo è che una coppia solida ed unita, dopo anni di fidanzamento, non desidera altro che coronare il proprio sogno nel giorno del fatidico sì. Allora partono i preparativi, si vuole apparire fantastici e in forma. E si aspetta con ansia di vivere la vita matrimoniale. Beh, i più scettici e gli indecisi fra gli uomini non dovrebbero leggere questo post. Infatti, secondo un gruppo di ricercatori della Ohio State University il matrimonio fa ingrassare, soprattutto gli uomini over 30. Direte voi: allora divorziamo? No.