Videogiochi per rilassarsi e diventare più gentili con gli altri

 Abbiamo già parlato di videogiochi in riferimento all’educazione dei bambini, agli effetti dei videogames, più o meno violenti, spesso interpretati a senso unico, generalizzando ed etichettando, senza tenere conto delle caratteristiche specifiche di ciascun gioco. Oggetto spesso di accuse, visti come una sorta di demonio sia per il rendimento scolastico dei più piccoli che come una chiave di spiegazione, tra le altre, del fenomeno del bullismo.

Oggi torniamo a parlarne in riferimento a ben altra sfera che tocca soprattutto noi adulti, certamente più stressati dei giovanissimi. Secondo quanto afferma una recente ricerca, condotta da Jodi Whitaker e Brad Bushman della Ohio State University (USA), i videogiochi possono aiutarci a distendere la mente, ottenendo su di noi un effetto calmante, allentando la tensione e rendendoci di conseguenza più disponibili e carini anche con gli altri, con quanto ne consegue per il miglioramento delle relazioni interpersonali.

Felici in 50 mosse (prima parte)

Felicità, un concetto complesso, ampio o magari infinitamente più semplice di quanto crediamo? Ne abbiamo parlato spesso, raccogliendo i consigli di numerosi psicologi. Tutti, in fondo, invitano a non cercare ossessivamente di essere felici, sottolineando che si tratta di uno stato d’animo che non ha necessariamente a che fare con quello che possediamo o realizziamo quanto piuttosto con chi siamo e con chi lo condividiamo.

Capita a volte di raggiungere un risultato da soli, dove con da soli non si intende esclusivamente con le nostre forze, ma calpestando e allontanando gli altri, arrivando in cima grazie all’egoismo, all’arroganza, calpestando molti piedi. Per quanto sia importante quel successo, si può provare orgoglio, soddisfazione ma felicità, beh, quella no, perché per essere felici bisogna essere in pace con se stessi ed almeno in due. La felicità può arrivare all’improvviso, per una sola ragione o, come le piccole dosi di un dispenser, essere costituita da gesti, azioni, all’apparenza insignificanti ma che fanno stare bene e ci riempiono di gioia di vivere. Ce ne consiglia ben cinquanta Carolyn Rubenstein, psicologa alla Harvard University, autore di Perseverance: True Voices of Cancer Survivors.

Capire quando si è fatto colpo

Parliamo oggi d’amore e soprattutto di feeling e colpi di fulmine. Ovviamente, in pieno termine del nostro blog, analizziamo l’aspetto psicologico, introspettivo e relativo al rapporto umano e delle sensazioni.

Nello specifico, parliamo del tanto rinomato “sesto senso”, ovvero la capacità di “prendere” le sensazioni.

Come ci persuade la pubblicità (Parte 2 di 2)

Per proseguire il discorso già avviato ieri, continuiamo a parlare di pubblicità. Dopo avere analizzato il rapporto della stessa con il nostro cervello, ovvero, analizzato quella che ha funzioni emotive per colpire le nostre emozioni e quelle logiche, che vogliono entrare in contatto con il nostro sapere e la nostra intelligenza, come già anticipato, parliamo dei metodi di commercializzazione per far funzionare la pubblicità.
Stiamo parlando del rapporto corpo – ambiente, connubio ideale per creare una sensazione piacevole all’esterno ed all’interno di se stessi per passare ad uno status di acquisto.

I metodi che vengono usati in questo senso per coinvolgere il nostro corpo sono sicuramente quelli della filodiffusione e quella dei profumi. L’aspetto musicale uditivo e quello olfattivo quindi.

Prova costume, dimagrire usando il cervello ed il buonumore

 Prova costume: alcuni non sanno nemmeno cosa sia, o perché sono sempre in formissima o perché più semplicemente non se ne importano granché di qualche chilo in più. Per altri invece diventa un chiodo fisso che martella a distanza di mesi dal fatidico primo giorno in spiaggia, generando ansia e complessi.

La dottoressa Judith J. Wurtman, co-autore di The Serotonin Power Diet: Eat Carbs — Nature’s Own Appetite Suppressant — to Stop Emotional Overeating and Halt Antidepressant-Associated Weight Gain, ricordandoci che per accedere al mare non è richiesta alcuna caratteristica fisica da concorso di bellezza, ci spiega che, se proprio si vuole perdere peso senza deprimersi e stressarsi, diventando irritabili e scontrosi, il segreto è sfruttare il legame tra carboidrati e cervello. Come?

Come ci persuade la pubblicità (Parte 1 di 2)

Analizziamo insieme la pubblicità e gli effetti psicologici che può avere su noi consumatori. Come ben sappiamo, le catene commerciali più famose ogni anno, spendono migliaia di euro per costose pubblicità, onde accattivare la nostra attenzione, ma più che altro, accattivare il nostro cervello.

La pubblicità è una forma di comunicazione (a pagamento o gratuita) che può essere diffusa dagli operatori economici dei media, oppure diffusa dai mezzi di comunicazione “comuni”, ovvero gli individui singoli che tendono ad influenzare gli atteggiamenti dei propri conoscenti, proponendo i prodotti o le località che vivono quotidianamente.

Perché piace un politico

Oggi parliamo di psicologia sociale, legata a qualcosa di attuale e qualcosa che ha sempre fatto notizia: la politica.

Ciò che ci interessa nello specifico è: quali sono i vari motivi che permettono ad un individuo di avere una preferenza per uno o per un altro personaggio politico? Ebbene, in questo caso andiamo a parlare di posizioni ideologiche, oltre al fatto di scelte psicologiche.

Stress, un test per scoprire se la salute è a rischio

 Stress, ovvero distress, la tensione eccessiva, esasperata, che chiude con un bilancio negativo tra quelle che sono le nostre possibilità di sopportazione ed il peso di cui farsi carico.
Lo stress fa male alla salute psicofisica, abbassa le nostre difese immunitarie e ci fa ammalare, eppure è spesso sottovalutato, non viene curato.

Nonostante la cura sia molto semplice, alla portata di tutti: allentare la tensione, fare attività fisica, respirare, prendersi del tempo per rilassarsi, dire qualche no, non fare una tragedia se non si riesce, per una volta, a spremersi, a dare il meglio. Sdraiarsi su un prato e guardare le nuvole, fin quando la mente è completamente sgombra, parlare con un amico, fare un bagno caldo, passeggiare, iniziare una dieta sana. Imparare a distinguere le ore lavorative da quelle off. Quante cose possiamo già fare contro lo stress! Piccole ma determinanti. Come scoprire se lo stress, che si trascina spesso dietro ansia e paure, sta compromettendo la nostra salute? Ce lo spiega la dottoressa Eva Selhub in The Love Response.

Déjà vu, quando il nuovo è familiare

 Déjà vu, la sensazione di aver già vissuto quell’attimo, di essere già stati in quel preciso luogo, in un dato momento, un ricordo che è nostro pur non appartenendo al passato.

Una percezione che certamente in tanti provano almeno una volta nella vita non senza un brivido di sorpresa: lascia quasi sconcertati visitare un posto, certi di non esserci mai passati, eppure avvertendo qualcosa di familiare, uno scenario già visto per l’appunto.

Sindrome del nido vuoto, come affrontarla

 La sindrome del nido vuoto colpisce i genitori quando il bambino inizia ad andare a scuola, quando i figli vanno via di casa, in generale quando la casa si svuota perché i ragazzi crescono, si sposano, si allontanano per motivi di lavoro o di studio e la coppia rimane sola.

Si sperimentano stati emotivi più o meno profondi come depressione, tristezza, senso di solitudine, sconforto, dolore, un senso di perdita. Ad essere più colpite sono le donne ma gli uomini non sono certo immuni.  Come affrontare e riempire il vuoto evitando che venga colmato da emozioni negative e faccia sprofondare in un disturbo più serio?

Pensiero ossessivo, quando pensare diventa realizzare

 Sono come degli intrusi che si affacciano con prepotenza nella mente mettendo su casa nelle idee, radicandosi alla razionalità, costringendo a pensarli e ripensarli infinite volte. Sono i pensieri ossessivi che ricorrono alla velocità della luce insinuandosi nel buon senso e seminando il panico: perché non riusciamo a liberarcene e come fare per tenerli a bada? E soprattutto, c’è qualcosa di sbagliato in chi è colpito da un pensiero intrusivo di cui non riesce a disfarsi e che lo tormenta?

Secondo quanto afferma il dottor Robert L.Leahy, psichiatra alla Yale University, questi pensieri assillanti si presentano spesso sotto forma di idee angoscianti come: “Ho il cancro”; “Non riesco a controllarmi”; “Ho commesso un errore”. Girano e rigirano nella mente come trottole al punto che l’individuo pensa ci sia qualcosa di sbagliato in lui e arriva a confondere il pensiero con la realtà. Ad esempio da “Non riesco a controllarmi” arriverà a credere che sia davvero così e simili.

Compatibilità coppia, questione di test o di testa?

 Compatibilità… quante volte, in riferimento a screzi nella vita di coppia e divergenze di opinioni e di carattere, abbiamo sentito o pronunciato la frase: “Non siamo compatibili”.
Eppure, a pensarci bene, i primi periodi di una relazione, provate a rivangarli, sono per molte coppie abbastanza tormentati, costellati da discussioni piuttosto accese e liti furibonde.

Poi, se tutto va bene, e se lo scontro si trasforma in confronto, come per magia, ci si sente più affini, forse perché scoprire le carte, i tasti dolenti, aiuta a creare una mappa di zone sensibili da non valicare se non si vuole offendere e litigare con il partner. Dunque, la compatibilità che cos’è? E’ una questione di test o di testa? Che ne pensano a riguardo gli esperti?