Interpretare i sogni: significato di paure ed ansie

 Cari amici di Iovalgo, proseguiamo il nostro speciale sull’interpretazione dei sogni come chiave di lettura e risposta ad interrogativi e dubbi che ci assillano. Abbiamo spiegato come ricordare i sogni e collegarli alla realtà esplorando scenari simili occorsi nella nostra vita riconducibili allo stesso sfondo del sogno. Lo abbiamo fatto avvalendoci delle preziose delucidazioni in merito della psichiatra Judith Orloff, autrice per il New York Times del bestseller Emotional Freedom: Liberate Yourself From Negative Emotions and Transform Your Life.

In questa seconda tappa del nostro approfondimento ci avvarremo delle indicazioni fornite dalla stessa psichiatra per interpretare sogni ricorrenti e comuni alla luce delle nostre paure e delle nostre ansie. Il mondo dei sogni è un punto di accesso importante per capire cosa ci spaventa e cosa ci angoscia, un primo passo da gigante per porvi rimedio, specie quando ci sentiamo ansiosi, agitati, ma non riusciamo ad ammettere nemmeno con noi stessi qual è il problema, interpretare i sogni può rivelarsi illuminante.

Interpretare i sogni

 Interpretare i sogni per avere accesso alle profondità recondite del nostro inconscio, esplorare i fondali sommersi di desideri, paure, aspettative, una chiave di comprensione utile a migliorare la nostra esistenza e le nostre relazioni, capace persino di aiutarci quando si tratta di prendere delle decisioni importanti e nella confusione più totale non possiamo che metterci in ascolto delle esigenze e delle volontà più nascoste del nostro io e dove trovarci e ritrovarci se non nei sogni, la parte più addormentata ma forse la più sveglia di noi, quella che più elabora e più sente le emozioni?

La psichiatra Judith Orloff, autrice per il New York Times del bestseller Emotional Freedom: Liberate Yourself From Negative Emotions and Transform Your Life, ci suggerisce un ottimo metodo per riuscire ad utilizzare i sogni come chiave di lettura della nostra esistenza e per trovare delle risposte a dei dubbi che ci assillano.

Soldi, comprare felicità è gratis

 Soldi e felicità, un’associazione abusata da quella che è una fantasia a dir poco comune: se fossi più ricco non dovrei preoccuparmi di nulla, la mia vita sarebbe più semplice, tutto sarebbe più semplice, persino i legami con gli altri, le relazioni sociali, il rapporto con me stesso. Ogni cosa migliorerebbe, come per magia, rendendo l’esistenza più leggera, degna di essere vissuta in modo spensierato.

E’ davvero così? Indubbiamente il denaro risolve molti problemi, ci toglie un bel po’ di pensieri ed angosce ma provate a pensare di diventare improvvisamente ricchi. Cosa fareste con quei soldi? Fantasticando paradossalmente la prima cosa che ci verrebbe in mente di fare è acquistare felicità per noi e per gli altri, ma la felicità si può ottenere avendo più disponibilità economiche, è in parte vero, ma anche senza soldi. A conti fatti vogliamo acquistare qualcosa che potremmo avere anche gratis.

Andare in vacanza, davvero

 Perché abbiamo bisogno di andare in vacanza? E cosa accade quando rinunciamo a staccare la spina? Il professor Joe Robinson parla di un disturbo da deficit di vacanza. Le implicazioni del lavoro non stop tutto l’anno spaziano da una minore produttività a problemi psicofisici a una salute a rischio.

A volte anche una semplice settimana di relax è sufficiente a fare la differenza. In uno studio durato nove anni, condotto da Brooks Gump, docente di psicologia alla State University di New York, è stato dimostrato che chi non si concedeva una pausa dal lavoro per ben cinque anni di fila era il 30% più a rischio di soffrire di attacchi di cuore rispetto a chi si concedeva almeno una settimana all’anno.

Sei un maniaco del lavoro? Scopri il tuo profilo!

 Maniaco del lavoro, workaholic in inglese, un disturbo, un’ossessione che porta a far sconfinare la vita lavorativa in ogni aspetto e ambito dell’esistenza, una smania di lavorare fino allo sfinimento che può rivelarsi controproducente e non soltanto per il carico di stress che comporta, come potete ben immaginare.

Il lavoro ossessivo sfianca, ovviamente, e non rende affatto più produttivi, tutt’altro fa spesso calare il rendimento e da soddisfazione trasforma i successi in un non averne mai abbastanza che uccide l’essere qualcosa in più di una macchina sforna guadagno dell’individuo. Ma come sapere se si è diventati maniaci del lavoro?

Stress da traffico, cinque canzoni per migliorare l’umore

 Stress da traffico e chi non ne soffre tra gli automobilisti pendolari, costretti a prendere la macchina ogni giorno per andare a lavoro, una corsa contro il tempo che, per chi non ha un gran rapporto con la sveglia mattutina e non si alza certo di buon umore, peggiora la situazione già compromessa dello stato d’animo e rende maggiormente suscettibili, irritabili, rovinando la giornata e minando relazioni interpersonali serene.

Eh già, perché bloccati negli ingorghi, senza potersi muovere se non a passo d’uomo, ci si sente in trappola, con la spiacevole sensazione di star lì a perdere tempo e il risultato è che si arriva in ufficio nervosi e stressati e questo indubbiamente influisce sulla produttività, sul rapporto con i colleghi. Senza contare che chi arriva in ritardo non è certamente ben visto dai superiori.

La paura dell’acqua

L’estate sta arrivando e le spiagge aspettano con ansia i bagnanti per offrire sole e tanto bel mare per tuffarsi e divertirsi con gli amici. Ma non per tutti è un divertimento.
Oggi parliamo del terrore dell’acqua. Molti adulti, soprattutto molte donne adulte, sin da piccole hanno avuto il terrore dell’acqua e quindi si sono sempre limitate dal fare il bagno in mare. Seppur c’è la paura inconscia dell’acqua, si ha però il desiderio di imparare a nuotare, ma si rimane paralizzati al solo pensiero. La soluzione sembra esistere. Gli esperti consigliano di affidarsi ad un bravo istruttore e vedere in poco tempo già dei validi progressi.

Seppure siete grandi, non vergognatevene. E’ importante non avere vergogna delle proprie limitazioni, bensì, affrontarle e riuscire a superare tutti gli episodi spiacevoli che da bambini ci hanno colpito.

Gli uomini poveri più affascinanti

Romolo e Salvatore, i protagonisti di “Poveri ma belli” di Dino Risi, nel 1956, come tutti ricordano è parte della trilogia insieme a “Belle ma povere” e “Poveri milionari”, e come film ha fatto scalpore al suo tempo ed ancora oggi mantiene un discreto successo televisivo, quando viene ritrasmesso. Stiamo parlando di una realtà italiana di inizio anni ’60, che però, ad oggi, ancora ritrova tanta verità.

Amore, bellezza e povertà, quindi in un connubio che ancora oggi risulta essere vincente. A dimostrarlo, Adam Galinsky, professore di Management alla Chicago Northwestern University che ha dichiarato:

Come scoprire se piaci con il senso dell’umorismo

 Come scoprire se piaci a qualcuno senza necessariamente aprire una fanpage su Facebook il che, permettetemi di dirlo, se non si è un personaggio famoso o un’azienda, è anche abbastanza patetico.
Mi è sembrata abbastanza sensata invece la teoria messa a punto da Norman P. Li, docente di psicologia evolutiva alla University of Texas di Austin, in anni di studi e ricerche sull’argomento.

Per sapere se piacciamo a chi ci sta di fronte, che si tratti di attrazione fisica piuttosto che di semplice simpatia o ancora di apprezzamento come persona, insomma per scoprire se andiamo a genio a qualcuno, dobbiamo usare l’arma dell’umorismo, provare a farlo ridere, a dire qualcosa di divertente, e che sia il massimo che riusciamo a fare mi raccomando, per osservare poi come reagisce.

Mettersi in proprio, scopri se sei portato per il lavoro indipendente

 Il libero professionista chi è, perché lo è, come si organizza, come vive? Sappiamo che è l’unico lavoratore al mondo che può insultare il suo capo senza rischiare di perdere il posto, a scapito di un po’ di autostima magari perché è alle dipendenze di se stesso. Scherzi a parte, come sapere se mettersi in proprio è la strada giusta da percorrere?

Al di là dei fattori economici e pratici ci interessa sapere se esistono delle persone dall’indole più incline al lavoro indipendente e altre che invece non sono abbastanza produttive se lasciate libere di autogestirsi il tempo, il carico di impegni, una professione. Come dipinge la psicologia il profilo ideale di un freelance?

Paura di cadere, basofobia

Oggi parliamo di una paura particolare, ovvero la basofobia. Colpisce circa il 35% della popolazione e si tratta nello specifico di una paura persistente (anche ingiustificata), di cadere mentre si cammina, la paura di non avere stabilità nel rimanere in piedi.

Parliamo nello specifico di una fobia legata all’incapacità di restare in piedi, di rimanere in equilibrio oppure del semplice camminare.

Paura del buio

Una delle fobie tra le più diffuse è la paura del buio. Inizialmente, si può pensare che è una paura infantile, legata solo al mondo dei bambini, ma non è proprio così, anche perché moltissimi adulti soffrono della stessa fobia. Si tratta di un tipo di paura che è legato a vari pensieri negativi, ma soprattutto irrazionali.

Quello che avviene a livello inconscio è la generazione di una forte ansia. La stessa fobia, vista con gli occhi dei bambini, risulta essere sviluppata dopo che hanno sperimentato delle forti paure in situazioni specifiche. L’associazione tra spiacevole situazione e paura, fa rivivere all’adulto oppure al bambino una sorta di ansia anticipatoria, che determina un comportamento di fobia che diviene sempre più forte ogni qual volta la paura viene provata.

Psicologia del bel tenebroso, perché le donne sono attratte sessualmente dal maschio che non sorride

 Guardate questa foto e ora scegliete il volto più attraente tra i soggetti femminili o maschili in base al vostro orientamento sessuale. E’ questa una della miriade di immagini mostrate nel corso di diversi esperimenti effettuati da un’équipe di ricercatori afferente alla University of British Columbia. Uno studio interessante pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica American Psychological Association Emotion, che ha fatto luce sugli stereotipi di genere tra gli eterosessuali e nella cultura occidentale, in primis il fascino del maschio bel tenebroso, dall’espressione un po’ imbronciata, a conti fatti quello che non si definirebbe certo una persona solare ma che in quanto a sex appeal pare non temere rivali.

A risultare più intriganti per le donne, secondo quanto è emerso da un test condotto su un campione di mille persone di entrambi i sessi, sarebbero proprio i maschi dallo sguardo imperscrutabile e corrucciato e sul cui viso non compare nemmeno l’ombra di un sorriso. Non così per gli uomini attratti, al contrario, in larga maggioranza, da volti femminili sorridenti e vivaci.