Usare la mente per fare soldi

Oggi parliamo di un evento un po’ datato, ma che ha riscosso interessanti presupposti per comprendere il rapporto tra mente e soldi. Parliamo del Millionaire Mind Intensive tenutosi a Bologna con T. Harv Eker.

L’idea è quella dei seminari legati allo sfruttamento delle opportunità di pensiero, legate al mondo del lavoro e al mondo del denaro. Il corso di cui parliamo, sarebbe legato quindi a quella sorta di iniziative di formazione sull’area motivazionale e delle risorse umane che tante volte viene sottovalutata, oppure utilizzata in maniera poco attiva.

Chi legge ha migliori prospettive di lavoro

 Leggere per arricchirsi, ampliare gli orizzonti, guardare al mondo ed ai suoi personaggi da diverse angolazioni, differenti culture, opposti ma non necessariamente contrapposti modi di vivere, di pensare, di affrontare le domande che assillano l’umanità.

Leggere per avere accesso a nuovi mondi ancora inesplorati, costruire realtà altre nella mente che si fa sempre più sconfinata e libera. Leggere, sin da giovanissimi, anche per avere migliori prospettive di lavoro in futuro. A scoprire quest’ultimo, l’ennesimo punto a favore della lettura è stato un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alla prestigiosa University of Oxford.

La felicità del DNA

In questi giorni, vi abbiamo parlato di geni, DNA e soprattutto educazione. Questi i cardini principali della felicità. Si è dimostrato però che il DNA è il primo ed unico gestore della felicità dell’essere umano. Ovviamente non è una realtà scientifica certa, ma legata non solo al concetto di emotività ed all’interiorità della persona. Quindi, non solo il cervello è indice del nostro benessere psicologico, ma il fisico ha la necessità di dare input benefici al nostro spirito.

Chi riesce ad essere sempre felice, ma principalmente riesce a farsi scivolare addosso tutti i problemi, non passa in rassegna il tutto attraverso la macchina pensante del cervello, bensì, il tutto è mediato dal proprio DNA.

Fobie, in terapia con gli avatar: pub e voli virtuali

 Fobie: un’arma in più per il trattamento delle paure patologiche sfrutta la tecnologia del mondo virtuale per sconfiggere i timori ossessivi e fortemente limitanti della vita reale. Per la precisione lo fa grazie agli avatar.

Willem-Paul Brinkman, ricercatore della Delft University of Technology, sta lavorando alla Virtual Reality Exposure Therapy, VRET. Vediamo in cosa consiste, cosa cura nello specifico e quali sono le potenzialità di questo trattamento.

Empatia di coppia: pro e contro

Guardandosi intorno, ci si ritrova a guardare spesso delle coppie di lunga durata che hanno una caratteristica peculiare: quella dell’assomigliarsi, in aspetto, atteggiamenti, modi di vivere…ed anche salute.

Lo stato della salute emotiva e fisica di uno dei due partner, influisce in maniera positiva o negativa quando c’è amore. Le coppie che durano da molto tempo, quindi, sono legate non solo dal rapporto in se, ma anche da una serie di realtà empatiche, non visibili ad occhio umano, che le rende completamente simili e soprattutto fa si che la stessa coppia sembrasse vivere in simbiosi. Oggi a questo proposito, analizziamo uno studio statunitense, pubblicato sulla rivista American Psychological Association, Health Psychology.

Sesso, cibo o sonno: a cosa pensano di più gli uomini e le donne?

 Sesso, cibo o sonno: a cosa pensano di più gli uomini e le donne? Una risposta immediata farebbe propendere, come ci hanno insegnato certi schemi comuni di pensiero, ad affibbiare ai maschi la prima opzione, senza alcun indugio. Il sesso è il chiodo fisso degli uomini, gli uomini pensano sempre a quello, hanno sempre in testa un solo pensiero davanti a una donna et similia: quante volte ci siamo imbattuti in frasi simili e stereotipi ben saldati su questo schema?

Ma è davvero così? A metterlo in dubbio, contestando il metodo di studio che ha condotto a questa convinzione, è una recente ricerca effettuata da un’équipe di psicologi afferente alla Ohio State University.

Gambling, il meccanismo cerebrale del gioco d’azzardo allo scoperto

 Quando un gruppo di giocatori si riunisce intorno a un tavolo della roulette, ognuno punta su determinati numeri per diversi ragioni. Alcuni sfidano la sorte con un numero fortunato che li ha fatti vincere in passato, altri cercano di scovare, in base alla storia recente di vincite, un modello, uno schema di gioco valido.

Le scommesse basate sulla convinzione che uscirà un determinato numero, in base alle precedenti uscite, si basano su un processo che gli esperti hanno definito fallacia del giocatore. Scommettere sul numero che ha fruttato delle vincite in passato si basa invece su un meccanismo definito apprendimento per rinforzo.

Ricordare i sogni

Capita durante la notte di sognare. Che siano dei fantastici sogni che ci fanno volare sulle ali della fantasia, o degli orrendi incubi che mostrano inconsciamente le nostre preoccupazioni, o semplicemente la peperonata della nonna mangiata la sera prima, fatto sta che sognare non ha nulla a che vedere con la propria volontà, bensì da una sinergia di onde elettriche.

A parlare di sogni recentemente è una ricerca tutta italiana pubblicata anche sul Journal of Neuroscience. Questa, sembra andare contro a molte teorie formulate negli ultimi anni, anche perché dimostra che i sogni non si fanno solo nella fase REM del sonno, ma anche durante altre fasi, seppur con modalità diverse.

Perché ridere è intimo

Diffuse sono sempre state le ricerche sul ridere. Questa gioiosa pratica che nella vita dell’essere umano, ricorre sempre più di rado negli ultimi periodi, risulterebbe essere salutare per il cuore, per il corpo e per la mente. Si tratta di qualcosa che parte dall’istinto, sia se stiamo parlando di una bella risata rumorosa, sia se parliamo di un sorrisino timido tirato fuori così per sensazione.

Ridere fa bene e tutti i meccanismi psicologici che ci sono dietro, nascondono anche dei richiami alla neurologia, alla sociologia, oltre che alla psicologia delle reazioni nascoste dell’essere umano. Ovviamente, oggi non siamo qui per scrivere una teoria sulle risate, ma per parlare di una ricerca fatta a dagli studiosi americani e presentata in una conferenza a San Antonio (California). La news, impazza sul web, dopo che Wired USA ne ha diffuso la popolarità.

Conosci te stesso o chiedi a un amico!

 Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli dèi. E’ il motto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi, insegnamento ripreso, tra gli altri filosofi che ne hanno tratto ispirazione, da Socrate.
Una saggezza, antica, antichissima, dunque. Ma per conoscerci davvero a chi dobbiamo rivolgerci: solo a noi stessi o anche agli altri? Per una sorta di tendenza naturale siamo convinti che nessuno può conoscerci meglio di noi stessi. Ma è davvero così?

Se lo sono chiesti i ricercatori della Washington University Simine Vazire ed Erika N. Carlson, in uno studio volto a trovare la risposta a questo dilemma, apparso sulla rivista di divulgazione scientifica Current Directions in Psychological Science, edita dall’Association for Psychological Science.

Il gene della felicità muove i fili della serotonina

 Il gene della felicità è stato identificato. L’annuncio che il ricercato più inseguito era stato avvistato, da qualche parte, lì, nei recessi del codice genetico, è arrivato sulle pagine della rivista di divulgazione scientifica Journal of Human Genetics con la pubblicazione di una ricerca che porta la firma di un’équipe di ricercatori afferente alla London School of Economic and Political Science di Londra, coordinata da Jan-Emmanuel De Neve.

Lui è 5-HHT, un gene che detiene un potere immenso: farci sentire particolarmente soddisfatti delle nostre vite, felici e di buon umore. Questo perché pare abbia il controllo su Lei, quella sostanza altrettanto ricercata, responsabile del nostro stato d’animo: la serotonina.

Autostima, perdere fiducia in se stessi spinge a spese folli con carta di credito

 Se l’autostima crolla, per via di un fallimento, di un risultato mediocre in un progetto, si è più inclini a fare spese folli usando la carta di credito per acquistare beni di lusso.
E’ quanto afferma un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alla Cornell University ed alla London Business School.

La separazione dal denaro contante viene vissuta come un processo psicologicamente doloroso, ecco perché quando si perde la fiducia in se stessi si è più propensi a comprare beni di lusso per tirarsi su pagandoli però con carta di credito.

Paura di sbagliare, è la rinuncia il vero fallimento

 Paura di sbagliare, quella paralisi all’azione che blocca sul nascere i progetti, fa indietreggiare ai primi ostacoli, quel demordere a prescindere perché il terrore di un fallimento supera, almeno apparentemente, la possibilità di riuscire, palesata come remota.

Come superare la paura di sbagliare? In primis bisogna chiedersi da dove ha origine. Non di rado bisogna scovare nella propria infanzia. Se in famiglia gli insuccessi di bambino assumevano dimensioni sproporzionate, semplici errori, esperienze infruttuose venivano additate come pesanti difetti, la consapevolezza che rinunciare fosse meglio che rischiare di fallire, come un tarlo, si è annidata dentro al centro decisionale, incidendo pesantemente ed inconsapevolmente su ogni scelta.

Crisi del quarto di vita, mettersi in discussione a vent’anni

 L’hanno definita crisi del quarto di vita, il crollo delle certezze che colpisce a vent’anni, scatenando nei giovani sintomi di disagio psicofisico simili a quelli che colpiscono i cinquantenni, alle prese con i primi bilanci esistenziali e con quell’ingresso nella mezza età vissuto molto spesso con timori ed ansie imputabili alla paura di invecchiare, di dover decidere che impronta dare alla propria esistenza.

Loro sono i ricercatori della Greenwich University, coordinati dal dottor Oliver Robinson, autori di uno studio su un campione di 1.100 persone, di età compresa tra i 25 ed i 35 anni, tutti intervistati tramite il sito Gumtree.com su aspettative per il futuro, desideri, insoddisfazione personale.