Tecnodipendenza, quando l’aggiornamento tecnologico diventa schiavitù

 Un fenomeno in aumento, quello della tecnodipendenza, che spinge una fetta sempre più larga di popolazione a cadere nella morsa di una schiavitù psicologica tanto bizzarra quanto pericolosa: il desiderio spasmodico di aggiornarsi continuamente, di essere sempre informati di quanto accade nel mondo virtuale. Spesso questa voglia irrefrenabile di correre ad aggiornarsi e di ottenere l’ultimo modello hi-tech non è nemmeno giustificata da motivi di lavoro o da necessità concrete di ricevere informazioni.

Ad essere più colpiti sono gli individui di sesso maschile di età compresa tra i 35 ed i 55 anni. Spiega Tonino Cantelmi, docente di psicologia dello sviluppo dell’Università Lumsa di Roma che queste persone non possono fare a meno di aggiornarsi continuamente

e di dotarsi dell’ultima novità, perché per loro la tecnologia è un’estensione della propria mente, una parte di sè: non hanno scampo, sono costretti a seguire il mercato.

Depressione da Facebook

 Sul popolare social network le ricerche si sprecano. Ne sono state dette di cotte e di crude sul ruolo di Facebook sulla psiche e nella vita relazionale: visitare il profilo aumenta l’autostima o ancora che troppo tempo trascorso ad aggiornare gli stati e a produrre qualcosa su di sè, esposti al giudizio altrui, può creare ansia e stress in chi ha troppi amici e non riesce a soddisfare le loro aspettative.

L’ultima, in ordine di arrivo, ma non certo meno interessante, è quella che associa Facebook alla depressione infantile e adolescenziale. Ad effettuarla un’équipe di ricercatori della American Academy of Pediatrics.

Teorie di prevenzione del suicidio

Tempi moderni e soprattutto tam tam quotidiano, oltre che problemi, la crisi incessante, stanno portando alla devastazione della fiducia e dell’autostima dei uomini. Purtroppo si sente sempre più spesso un costante aumento delle notizie relative a persone che si sono suicidate perché non arrivano a fine mese, oppure che non riescono ad andare avanti per motivi personali e decidono di fare il malsano gesto del togliersi la vita.

Di recente è stato pubblicato lo studio integrale del Dott. Marco Baranello, scienziato psicologo e fondatore della teoria emotocognitiva, sulla comprensione e prevenzione del suicidio, dell’ideazione al suicidio e dei pensieri di suicidio.
E proprio di questo oggi vogliamo parlare. L’articolo è stato pubblicato di recente sulla rivista scientifica PsyReviw in forma completa ed è raggiungibile dal portale www.psyreview.org.

Uomo di Neanderthal, genitore DOC

Oggi facciamo un excursus temporale per vedere come è cambiato nel tempo il modo di educare, come sono cambiati i genitori e che cosa avviene con il progresso nelle forme di educazione da parte dei genitori verso i figli. La figura del genitore sarebbe cambiata nel tempo, ed evoltasi insieme alla tecnologia.
A parlarne è Darcia Narvaez, docente di psicologia dell’Università di Notre Dame, nell’Indiana. La sua accusa sarebbe contro i genitori del nuovo millennio che avrebbero perso la genuinità rispetto ai genitori di Neanderthal.

Sicuramente una provocazione quella lanciata in questo studio, dove si parla a partire dalla nascita, della figura della donna di Neanderthal, che allattava il figlio fino a 5 anni e che facendo un parto naturale, le era permesso di produrre degli ormoni necessari, per affrontare la cura del figlio per tenerlo quieto e coccolato. La ricerca quindi, mette sotto accusa i nuovi mezzi di intrattenimento, rivelando che i genitori moderni tendono a compensare (o almeno a cercare di farlo) la propria assenza durante la crescita a causa dei ritmi della vita con i mezzi hi tech che sono TV, videogames ed Internet. Purtroppo si legge anche che il contatto fisico tra i bambini ed i genitori è sempre inferiore, al punto che leggiamo che i genitori:

Bunker come riparo psicologico

Oggi parliamo di una situazione che sta mutando la psiche degli esseri umani e legata principalmente alla cronaca ed all’attualità. L’avvicinamento del 2012 legato alla profezia dei Maya, la catastrofe in Giappone a seguito del terremoto e dello tsunami, il conflitto incalzante in Libia e tante altre cose che non vanno bene, stanno facendo si che gli esseri umani siano sempre più preoccupati del proprio futuro.

L’Apocalisse che si avvicina (secondo le dicerie), sta a significare che la psiche degli uomini è sempre più fragile ed il popolo americano sembra aver trovato una soluzione per questo enigma: comprare un bunker.

Sesso contro l’infarto

Se il sesso è considerato uno dei tabù per eccellenza, oggi vediamo il godimento fisico sotto un altro punto di vista, più psicologico, ma soprattutto legato al mondo dello stare bene oltre il mero godimento fisico.
Da una recente ricerca effettuata dai ricercatori del Tufts Mediacal Centre e della Harvard School of Public Health, basati su dei casi reali di pazienti del centro, si è scoperto che fare poco sesso può portare ad un infarto. Non fare l’amore è stato infatti uno dei casi che ha portato gli individui analizzati ad avere uno status di infarto.

Il sesso al maschile fatto sia con il proprio partner o con l’amante (anche se in questo caso può portare ad altri problemi), secondo quanto si legge dallo screening della ricerca, potrebbe essere un metodo infallibile per ridurre notevolmente la percentuale ed il rischio di infarto. Ovviamente data la situazione, il sesso con il partner è di sicuro un aiuto, mentre il sesso fatto con l’amante di turno potrebbe essere a volte anche controproducente perché l’ansia e lo stress del passare una notte oppure di fare una sveltina senza tranquillità, lontano dal letto oppure con l’ansia di essere scoperti, potrebbe veramente essere un problema per il cuore.

Lavoro, come trasformare un sorriso falso in un sorriso vero

 Il clima disteso e sereno sul lavoro è un po’ come la famiglia del mulino bianco: esiste solo negli spot o comunque l’idillio spesso è temporaneo e può rompersi facilmente con l’ingresso di un nuovo membro in ufficio, l’arrivo di un nuovo capo, un progetto che mette tutti sotto pressione e fa perdere la calma anche ai caratteri più pacifici e gioviali. Spesso, anche se non lo esprimiamo con le parole, la nostra espressione trasuda ostilità a go go il che potrebbe rendere l’atmosfera ancora più rovente e tesa e compromettere la nostra produttività sul lavoro.

E allora che fare? Come sorridere ai clienti più burberi e saccenti, al collega antipatico e presuntuoso o al capo prepotente? In molti ricorrono al sorrisetto stereotipato, falso come la plastica, dipinto in viso per tutto l’orario lavorativo, forzato con un’evidenza che ha dell’imbarazzante.

Amici, quanto li conosciamo davvero?

 Amicizia: quando si può affermare di conoscere veramente una persona cara? Semplice: quando riusciamo a capire cosa pensa nelle più svariate situazioni. Un piccolo esercizio per capire quanto conosciamo un amico consiste nel provare a rispondere sul suo modo di vedere il mondo. Ad esempio, se sappiamo cosa pensa quando qualcuno si sente a disagio, quando una persona agisce in maniera riprovevole spinta dalla necessità e così via discorrendo.

Saper rispondere a questo genere di interrogativi potrebbe fare la differenza in un rapporto di amicizia destinato a durare. A dirlo è un recente studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Psychological Science.

Lo stress rende impotenti

Lo stress per quanto abbiamo detto questa mattina, se portato dal lavoro potrebbe fare bene perché allungherebbe la vita. D’altro canto, oggi vediamo anche un’altra ricerca che per gli uomini non è proprio rincuorante.

Sembra infatti che un maschio su tre dopo i 50 anni, risulta essere impotente. Le cause potrebbero essere tra le più diverse e soprattutto dipendenti dal tipo di vita che l’individuo fa. Fatto sta che comunque lo stress ha un ruolo molto importante nella vita sessuale dell’individuo. Stiamo parlando di un rapporto uomo – sesso che va a corrompersi per il troppo stress e non bastano quindi il circa milione e mezzo di pastiglie di “aiuto” come il Viagra, il Cialis e il Levitra.

Il lavoro allunga la vita

Secondo una recente ricerca portata a termine dall’Università della California di Riverside, il lavoro sarebbe una manna dal cielo per gli esseri umani. Il luogo comune, vuole infatti che lavorare troppo fa male, che è un deterrente per accorciare la propria vita, che aumenta lo stress ed affatica il cuore. Ma tra le scoperte che cambiano il senso della nostra vita, ecco che arriva da Riverside questa sorprendente novità, che secondo gli autori stessi, è sensazionale.

La ricerca pubblicata in un libro prende il titolo di: “The Longevity Project: Surprising Discoveries for Health and Long Life from the Landmark Eight-Decade Study”. Questa è stata diretta da Howard S. Friedman e Leslie R. Martin, due ricercatori californiani.

Stress da ora legale per i giovani internauti

 Stress da ora legale. A risentirne saranno maggiormente i giovani internauti, quelli che al pc fanno le ore piccole. A dirlo è Paola Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta, Presidente dell’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, che ci spiega perché l’organismo risente dello spostamento delle lancette dell’orologio un’ora in avanti:

E’ innaturale, afferma la Vinciguerra. L’essere umano fa fatica ad abituarsi perché subisce una sollecitazione violenta. Chi avrà maggiori problemi di adattamento saranno i giovani che già dormono di regola molto poco. Soprattutto coloro che navigano su Internet fino a tarda notte. Con l’ora legale perderanno ancora di più il sonno.

E sull’umore che effetti avrà l’ora legale?

Stress in ufficio, esercizi alla scrivania con la desk gym

 Stress da lavoro ed in particolare da scrivania. Stare seduti molte ore al giorno non permette di sciogliere la tensione muscolare e liberarsi delle energie negative che minano l’equilibrio psicofisico.

Da una recente indagine condotta dall’Osservatorio ADI-Nestlé sulla forma fisica e le abitudini alimentari risulta che ad essere più penalizzate dalla vita sedentaria sono le donne che, seppur molto più attente allo stile di vita, sono quelle che pagano maggiormente le conseguenze di troppi impegni, non riuscendo a ritagliarsi qualche ora a settimana per fare dell’attività fisica con regolarità.

Come fare successo (parte 2 di 2)

Tornando a bomba sul nostro excursus nel mondo del successo, andiamo a porre queste famose domande che possono aiutarci a diventare leader in determinate situazioni, nella vita privata, in quella lavorativa e soprattutto in quella sociale. La prima domanda è sicuramente legata a quali obiettivi ci vogliamo porre. Avere un’idea chiara di quello che si vuole fare e soprattutto progettare il futuro rimanendo con i piedi per terra e soprattutto considerando gli imprevisti già aiuta tanto. Porsi degli obiettivi di breve scadenza per potere ogni tanto fare il punto della situazione e domandarsi se si sono portati a termine gli obiettivi oppure è il caso di ricominciare da zero.

Seconda domanda da porsi sicuramente è domandarsi, il cosa si deve fare per avere il successo, o meglio per evitare di fallire nuovamente quando ci siamo persi di strada.

Innamorarsi di un amico

 Esiste l’amicizia tra uomo e donna? Ovviamente sì. L’amletico dubbio, è amore o amicizia?, sorge quando i rapporti si fanno sempre più stretti, magari entrambi single, si inizia a frequentarsi più assiduamente e la presenza dell’amico sostituisce quella del partner, tanto che è difficile riuscire a separare le due figure se si escludono quei due tasselli mancanti ma fondamentali: la dichiarazione esplicita dei propri sentimenti ed il sesso.

Dichiararsi ad una persona che ci attrae non è mai semplice. A volte, quando l’attrazione è reciproca non ce n’è affatto bisogno ma accade più spesso che l’interesse sia inizialmente unidirezionale. Se non c’è un sentimento di amicizia a frapporsi tra noi e l’oggetto del nostro desiderio, il rischio viene corso con la consapevolezza che, in caso di rifiuto, non si avrà granché da perdere. Brucerà un po’ ma probabilmente non sorprenderemo più questo no vagare nella nostra vita. Diverso è il discorso se ci si innamora di un amico.