I traumi da moto indeboliscono la psiche

Oggi parliamo di uno studio recente che riguarda gli incidenti ed il modo di vivere. Nello specifico, parliamo di traumi legati al mondo della velocità e soprattutto dei motociclisti, categoria molto attiva dal punto di vista degli uomini che si sentono ancora più “machi” quando indossano l’abbigliamento convenzionale, il casco ed il giubbotto in pelle. A queste informazioni vogliono giungere anche gli esperti di psicologia, e nello specifico, il dottor Max Dorfer, come Presidente dell’Ordine degli psicologi della provincia di Bolzano e specialista in psicologia del traffico, ha analizzato il fenomeno dichiarando:

“I motociclisti cercano ancora oggi la libertà, la velocità e l’anticonformismo. In caso di incidente, alcuni imparano la lezione e capiscono che hanno avuto fortuna, e che le loro spregiudicate abilità alla guida non sono servite. In futuro staranno più attenti. Ma ci sono anche i fanatici: per loro sopravvivere a un grave incidente è solo la conferma dell’abilità in sella”.

Come superare la fine di un amore

Purtroppo, anche le storie d’amore che sembrano le più durature possono finire. Ci si può lasciare di comune accordo, lasciare il partner oppure essere lasciati. Fatto sta che in ogni caso non è facile uscirne fuori perchè rimane dentro una sensazione spiacevole per del tempo. Al dolore si aggiunge l’angoscia della solitudine che a volte può diventare una vera malattia.

Biologicamente, nell’organismo, infatti, come durante la fase di innamoramento abbiamo un aumento della produzione di endorfine e di feniletilamina, alla fine della relazione si ha una forte riduzione di queste sostanze, al punto da creare nell’individuo ansia, apatia, nervosismo e molta frustrazione. Ma oggi vediamo come fare a trasformare questa frustazione in attività.

Ottimismo, chi dorme poco non prenda decisioni!

 L’ottimismo, positivo ma nelle giuste dosi… di sonno! Pensiamo a chi compie scelte azzardate e rischiose perché non vede i rischi ma solo i potenziali benefici. Si può sbagliare per troppo ottimismo? Secondo quanto rivela un recente studio condotto da neuroscienzati afferenti al Duke University Medical Center, .

A sorpresa, a rischiare di compiere gesti irrazionali per un eccesso di positività sarebbero le persone che dormono poco. Gli autori della ricerca consigliano pertanto di non prendere decisioni se si è privati del sonno da molte ore.

Essere gentili riduce gli sforzi

 Gentilezza, cortesia, rispetto. Li riserviamo a conoscenti, familiari, ad anziani, persone in difficoltà o operiamo indistintamente con garbo nei confronti di chi incontriamo? In ascensore usciamo prima degli altri o cediamo il passo? Lasciamo il posto ad una persona trafelata che è appena salita sull’autobus dopo una corsa carica di sacchetti della spesa? Che differenza può fare, vi chiederete? Secondo un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori della Pennsylvania State University essere gentili con gli altri, oltre a rappresentare un comportamento positivo che denota altruismo ed un carattere solare, comporta un vantaggio ben più pratico ovvero riduce il carico di lavoro di ognuno.

Gli autori della ricerca, in uscita sulla rivista di divulgazione scientifica Psychological Science, sono Joseph P. Santamaria e David A. Rosenbaum. I due hanno esaminato la relazione che intercorre tra l’altruismo ed il controllo motorio, scoprendo che osservare gli altri agire a nostro vantaggio stimola una reazione simile e porta a muoversi letteralmente a favore di altre persone a nostra volta, sforzandoci di essere cortesi. Questo si tradurrebbe in una catena di gesti gentili che alleggerirebbero la vita di tutti.

Smettere di fumare con gli sms

 Cerotti, gomme alla nicotina, sigarette elettroniche, terrorismo psicologico, ricompense: per smettere di fumare i metodi, gli incentivi e le proposte, più o meno valide, sono davvero tante. L’ultima in arrivo, certificata da un recente studio pubblicato dalla rivista di divulgazione scientifica Psychological Science, è l’utilizzo degli sms che pare siano efficaci per incoraggiare i fumatori a darci un taglio con le bionde, liberandosi una volta per tutte da questa pericolosa dipendenza.

A dirlo è un’équipe di ricercatori afferenti a diverse università americane: l’Università dell’Oregon, del Michigan e l’UCLA. Gli autori della ricerca hanno monitorato le aree del cervello più coinvolte nella forza di volontà e nell’autocontrollo, prendendo in esame un campione di 27 fumatori accaniti reclutati dall’American Lung Association’s Freedom From Smoking program di Los Angeles.

Decalogo in forma per l’estate

Oggi vediamo insieme un bel decalogo per metterci in forma per l’estate. Se siete stufi del solito effetto yo yo che vi perseguita e soprattutto se avete abbondato con le calorie a Carnevale, seppur non avevate ancora smaltito quelle di Natale, la dieta fantasiosa può essere una buona idea per risollevare il nostro morale prima di metterci in costume oppure di mostrarsi al proprio partner. A parlare di queste dieci regole è il Dottor Enrico Prosperi, medico esperto di psicologia clinica e disturbi comportamento alimentare. Ma vediamo con attenzione il decalogo che ci propone. Come prima cosa, non dobbiamo avere remore a mantenere il nostro benessere fisico e quindi a coccolarci ed allora, dobbiamo mangiare ben 5 volte al giorno e nello specifico: colazione, spuntino, pranzo, spuntino e cena.

Dobbiamo sempre introdurre i carboidrati integrali nel nostro pranzo e nella nostra cena. Negli spuntini e nella colazione, invece, sarebbe giusto inserire sempre frutta, verdura e yogurt.
I carboidrati di cui sopra, non devono però mai superare il 50% del totale del cibo assunto. Oltre a questo, si consiglia di seguire la dieta mediterranea riducendo l’uso dei grassi ed usando sempre l’olio extra vergine d’oliva, utilizzando un massimo di 1, massimo 2 cucchiai a pranzo o a cena.

Stress da lavoro, il ruolo di mail e nuovi mezzi di comunicazione

 Ancora sullo stress da lavoro, ormai riconosciuto a tutti gli effetti come malattia professionale in virtù del decreto legislativo 81/2008 e sue successive modifiche con d.lgs. 106/2009. Ci occupiamo oggi del ruolo di mail, comunicazioni aziendali, telefonate e messaggi che ci raggiungono a casa dall’ufficio anche fuori dall’orario di lavoro e che, puntualmente, vengono evase o se ignorate scatenano sensi di colpa con un impatto forse ancora maggiore sulla soglia di stress accumulato.

Oggi che videochiamate, posta elettronica, sms, teleconferenze ci raggiungono davvero ovunque, sembra difficile delimitare gli orari di lavoro così come riuscire a distinguere quando si è operativi dalle ore off, da dedicare allo sport, alla famiglia, alla vita sociale o semplicemente a rilassarsi, a riposare e a recuperare le energie.

Autostima, cresce visitando profilo Facebook

Oggi vi parliamo di uno studio che tenta di mettere vicino il mondo della psicologia e quello del social network. Infatti, secondo un recente esperimento portato a termine dalla Cornell University di New York, sembrerebbe che visitare più volte il proprio profilo di un social network sia importante per migliorare la propria considerazione.

Ovviamente ad essere preso in considerazione è Facebook, che sarebbe portatore di un effetto benefico sulla nostra psiche. Lo studio pubblicato su Cyber Psychology, è stato condotto da Amy Gonzales e Jeffrey Hancock, che hanno sottoposto 21 studenti, sotto esperimento, ciascuno di loro attraverso il Social Lab Media dell’Università. Il primo gruppo di studenti chiamati: studenti di controllo, ha guardato per tre minuti degli schermi vuoti. Il secondo gruppo, è stato invece messo di fronte a dei computer coperti di specchi e quindi fermi a guardare la propria immagine riflessa per tre minuti ed il terzo ed ultimo gruppo, è stato invece messo di fronte ai computer sul proprio profilo Facebook a scambiare chiacchiere con gli amici, anche questi per tre minuti esatti.

Psicologia di un matrimonio… senza difetti!

 Un matrimonio, una convivenza, una relazione perfetti o quasi? Il segreto, per la psicologia, sta tutto nel guardare al partner con occhi leggermente velati, che coprano tutti i difetti o almeno quelli veramente insopportabili e che potrebbero minare il rapporto quando non c’è più un fiume di passione a risanare tutto, come avviene nel caso di molte coppie consolidate.

Di psicologia del matrimonio ha parlato Sandra Murray, ricercatrice dell’Università di Buffalo, in un recente studio pubblicato dalla rivista di divulgazione scientifica Psychological Science.

Come scrivere una lettera motivazionale

 La lettera motivazionale, o di presentazione, accompagna il curriculum vitae lasciando spazio a dettagli sulle attitudini, la propensione, le motivazioni e l’entusiamo che spingono a desiderare quello specifico posto di lavoro e che altrimenti non avrebbero risalto all’interno del CV.

Si tratta di uno strumento di cruciale importanza e che spesso fa la differenza nell’ottenere un colloquio ed avere più chances di essere assunti. Ma come scrivere una lettera motivazionale? Non esistono formule standard come per il curriculum, ma questo non significa lasciare tutto al caso e buttare qualche frase qui e la solo per riempire il foglio.

Stress da lavoro, fattori di rischio

 Torniamo sull’argomento stress da lavoro, imparando a conoscere meglio quella che, per effetto del decreto legislativo 81/2008 e sue successive modifiche con d.lgs. 106/2009, è a tutti gli effetti una malattia professionale riconosciuta e non più trascurabile.

Uno strumento utile la guida realizzata dall’Isples, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, dal titolo Stress e Mobbing, pensata per psicologi, psichiatri e medici di famiglia ma interessante e chiara anche per i non addetti ai lavori e per chi vuole saperne di più su come riconoscere i sintomi e le conseguenze dello stress correlato al lavoro.

Stress da lavoro, Isples pubblica guida per il medico

 Il manuale divulgato dall’Isples, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, Stress e Mobbing, presenta linee guida chiare per gli psicologi, gli psichiatri e i medici di famiglia su quella che viene riconosciuta ormai come una vera e propria malattia professionale: lo stress da lavoro correlato.

Il Ministero del Lavoro ha legiferato in merito, nell’ambito della sicurezza sul posto di lavoro, con il decreto legislativo 81/2008 e sue successive modifiche con d.lgs. 106/2009. Spetta al datore di lavoro rilevare i fattori di stress, prevenirli ed eliminarli.

Yara, il trauma di chi resta

 Vicende come quelle di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate ritrovata senza vita sabato scorso, a tre mesi dalla scomparsa, scuotono chi ne è spettatore impotente, vittima di quell’accanimento mediatico che sfrutta la tragedia per fare audience, che cerca ad ogni costo la lacrima, la disperazione, un grande fratello del dolore che stavolta, al contrario di quanto accaduto con la vicenda di Sarah Scazzi, non trova dall’altra parte conoscenti e parenti più o meno direttamente coinvolti, disposti a prendere parte ad uno show squallido.

Trova invece un dolore composto, sordo ad ogni strumentalizzazione mediatica, che chiede ed esige rispetto. Un trauma, quello della morte di Yara, che tocca un’intera comunità, devastata dalla paura, dall’insicurezza, dal terrore che esista un mostro e che non si sia più al sicuro a Brembate.

Depressione, uomini più colpiti da crisi economica

Secondo un recente studio, l’uomo in futuro sarà sempre più depresso e soffrirà di depressione, con una rilevanza pari a quella femminile. A parlare di questa “patata bollente” è l’editoriale del British Journal of Psychiatry, che parla di questa condizione maschile dovuta soprattutto alla crisi. Come ben sappiamo, la crisi sta colpendo buona parte della popolazione del Pianeta, e purtroppo sembra che interessare ancor di più i lavori svolti principalmente dagli uomini.

Oltre a questo, sembrano che stanno venendo sempre più ad aumentarsi i casi in cui siano gli uomini ad esternare i propri sentimenti.
Boadie Dunlop della Emory University School of Medicine di Atlanta, in Georgia, ha dichiarato che:

“Le donne hanno una probabilità doppia rispetto agli uomini di sviluppare depressione grave ma noi crediamo che nei prossimi decenni ci saranno dei grossi cambiamenti da questo punto di vista”.