Genitori single: come vivere con un solo amore

Per la procreazione ci vuole la coppia. Queste le parole della Chiesa al nuovo caso di attualità, che vede la proposta di affidare i bambini ai genitori single. Discorso storico che vede tante realtà insieme scontrarsi, la Legge per parlare di adozioni, la Chiesa sulla procreazione, la Psicologia per la visione completa dell’umanità etero e tante altre materie ancora.

Quello che interessa oggi a noi è però l’aspetto psicologico della presenza di un bambino dove c’è un genitore single. Seppur tempo fa, vi abbiamo parlato di quanto “a modo loro” i single stanno bene da soli, oggi ci interessa più pensare alla salute dei bambini che quelle dei singoli individui che per completare il proprio desiderio di autorealizzazione e di conseguenza, andarsi a mettere su un piano ancora più alto della gerarchia dei valori, tenta di diventare un super individuo, completando il suo percorso da solo, anche nell’avere figli e senza la base di una famiglia con dei valori storici.

Raggiungere gli obiettivi, quando l’aiuto degli altri è sconsigliato

 Nelle scelte, come nelle risposte cruciali della vita, tutto sembra giocarsi, quasi drammaticamente, oseremmo dire, sul sì e sul no. Queste due brevi parole racchiudono gli snodi principali del percorso. E così dobbiamo imparare quando è il caso di accettare, che si tratti di aiuto in un compito piuttosto che di supporto o di un sì più metaforico come l’apertura agli altri, alla fiducia, all’amore.

E poi c’è da imparare la lezione dei no che più semplicemente potremmo definire come il liberarsi da tutte quelle zavorre, costrizioni, barriere mentali, dipendenze che ci separano dal benessere psicofisico. E per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi? Vale la regola del sì o la regola del no? Dipende. Stando ad un recente studio il proverbio chi fa da se fa per tre sarebbe assolutamente valido. Non amiamo molto i proverbi, troppo privi di quelle sfumature di significato che ci piacciono tanto, ma se a dirlo è una ricerca tutto cambia.

Aiutarsi a smettere di fumare

Proprio qualche giorno fa, vi abbiamo parlato della situazione psicologica presente nella testa del fumatore e dei nuovi passi da gigante che sta compiendo la medicina per aiutarci a prevenire il Cancro ai polmoni. Oggi dedichiamo ancora il nostro tempo ai fumatori, soprattutto a coloro che stanno cercando un aiuto per smettere di fumare. Anche se siamo un po’ in ritardo per i propositi di inizio anno, ogni momento è quello buono per far si che si tuteli la propria salute. C’è bisogno di volontà ed anche di un buon supporto morale, ma noi di IoValgo, vi vogliamo almeno dare qualche consiglio per evitare di continuare a rovinarsi la salute.

Come prima cosa, è indispensabile che il fumatore prenda carta e penna ed annoti una serie di motivi che lo veicolano verso l’allontanamento dal fumo e dal tabacco. Tutto quello che si sentivano di fare prima con molta forza (ad esempio le scale e le partitelle a calcetto), e che invece adesso fanno con più fatica; questo è già uno sprint in più di motivazione.

Buonumore, consigli per ritrovare il benessere psicofisico

 Se l’umore è lo specchio della condizione fisica, il buonumore corrisponde a risorse personali elevate. Ne è convinto Robert E. Thayer, docente di psicologia alla California State University che ha riassunto l’umore in 4 livelli di energia:

  1. Stanchezza tesa, stanchi e stressati;
  2. Stanchezza calma, stanchi ma non stressati;
  3. Energia tesa, stress da carico di lavoro eccessivo ma poco produttivo;
  4. Energia calma, energia senza tensione.

Thayer ha stilato una sorta di decalogo del buonumore, regole semplici da seguire che migliorano l’umore, tutte testate ovviamente e provate da studi specifici. Provare per credere!

Il viagra amato dai giovani

Oggi riportiamo un argomento che in questi giorni ha trattato El Pais, il quotidiano spagnolo più diffuso nel giorno di San Valentino. Si parla di sessualità, amore ed aiuti per il corpo. Infatti, da un’analisi di marketing e delle vendite risulterebbe che il picco degli acquisti degli innamorati per il 14 Febbraio, non sia stato rivolto a cuori, cioccolatini, pupazzoni, che già di per se mostrano il consumismo sfrenato di questa festività, ma che il prodotto più venduto sia stato: il Viagra.

La fine del romanticismo oppure bufale commerciali? Fatto sta che gli innamorati, hanno preferito far toccare l’apice della vetta con gli acquisti di due para farmaci destinati all’uso sessuale che sono Viagra (Pfizer) e Cialis (de Eli Lilly & Co). Questi prodotti nati come aiuti contro l’impotenza, sembrano essersi diffusi a macchia d’olio e purtroppo utilizzati anche dai giovanissimi per cercare di aumentare le loro prestazioni. Nulla di più sbagliato in merito secondo gli esperti, considerato che il prodotto può portare gravi problemi se si comincia ad abusarne già in età giovanile.

Cardiofobia, la paura del cuore e di soffrire di malattie cardiache

 La cardiofobia è una fobia molto specifica: la paura del cuore, dell’insorgenza di malattie cardiache, di essere colpiti da infarto. Paura che può tradursi nella convinzione di aver avvertito i sintomi di un attacco di cuore piuttosto che di una patologia cardiaca e in visite frequenti dal cardiologo, effettuando esami non necessari cui ci si sottopone al solo scopo di tranquillizzarsi.

I sintomi variano da persona a persona, sulla base del livello di paura differente, più o meno forte, e possono includere una sensazione di panico, terrore, battito cardiaco accelerato, respiro affannoso, tremori, ansia.
E ancora sudorazione, sudorazione eccessiva, nausea, gola secca, incapacità di articolare parole o frasi, stato di agitazione.

Ortoressia, quando la ricerca della perfezione rende infelici

 C’è la paura di ingrassare e l’ossessione per la perfezione dietro un disturbo alimentare di cui si parla ancora poco e certamente in misura minore di anoressia e bulimia, e che ha matrice psicologica. Parliamo dell’ortoressia, la fissazione per il cibo puro, sano e scondito, e per un fisico perfetto, che porta a depressione, carenze nutrizionali, malattie croniche.

Il termine ortoressia deriva dal greco orthos, corretto e orexis, appetito, e fu coniato nel 1997 dal medico californiano Steven Bratman che per primo descrisse il disagio nel suo libro Health Food Junkies.

Aumentano i rischi psichiatrici dei giovani

Con i numeri alla mano, possiamo dichiarare che solo all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, i casi di ragazzi con dei problemi di natura psichiatrica sono stati 191 nel 2009 e 215 nel 2010. Parliamo di dati relativi solo agli accessi al pronto soccorso. Purtroppo sembra che questo alto tasso di disturbi e problemi psichiatrici nei giovani, sia destinato ad aumentare nel tempo soprattutto tra giovani studenti. Il responsabile dell’Ospedale, ha infatti dichiarato parlando di queste emergenze, che si “presuppone una rapida risposta dell’organizzazione sociale stessa per evitare la crisi, e negli ultimi anni il fenomeno ha assunto dimensioni particolarmente significative: i dati Istat 2006 parlano di un notevole aumento a livello nazionale del numero di ricoveri di minori per disturbi psichiatrici dal 1999 al 2003“.

Ma andando ancora indietro nel tempo sembra che i dati siano ancora più preoccupanti e secondo i dati della sola Regione Lazio, nel 2005 abbiamo avuto oltre 2.500 ragazzi ricoverati in questa unità dell’ospedale.

Assicurarsi una carriera

La carriera e l’ambizione sono la base portante di molti individui impegnati nella propria crescita personale. E si tratti di persone che hanno già ad un lavoro e vogliono assolutamente crescere o di persone che non riescono a realizzarsi, ma la carriera rimane sicuramente un obiettivo da seguire per tanti.

Proprio a questo proposito vediamo oggi insieme uno studio che dura da ben 44 anni ed ha portato oggi alla luce dei risultati particolari che valgono la pena di essere analizzati. A coordinare la ricerca è George Vaillant, sperimentatore della Harvard Medical School che è partito nel 1965 di questo argomento, riuscendo ad analizzare un campione di ben 824 persone.

Gli effetti psicologici del Global Warming

Che effetti ha sul nostro cervello l’idea della fine del mondo legato al Global Warming? Per capirlo, può essere utile andare ad esaminare il recente studio “Apocalypse Soon?” condotto da Matthew Feinberg e Robb Willer, dell’Università di Berkeley e pubblicato sul Psychological Science.

Come prima cosa, andiamo a spiegare, per chi non lo sapesse, cos’è il Global Warming. Stiamo parlando del fenomeno del surriscaldamento della terra che andrebbe a pregiudicare l’esistenza dell’essere umano sul pianeta. A mischiare un po’ di numeri di geofisica, la psicologia e la coscienza ecologica dell’essere umano, ci hanno pensato loro. Riunendo ben 97 studenti e sottoponendolo alla lettura di due articoli ispirati al cambiamento climatico sulla terra. Il primo articolo, più pessimistico, parlava di esseri umani sull’orlo della fine dei tempi, legati soprattutto ai dati scentifici che dimostravano a breve gli effetti di una catastrofe mondiale apocalittica.

Litigare, coppia felice se il partner ha il controllo delle emozioni negative

 Oggi è San Valentino e mai come in questo giorno i litigi di coppia sono sgradevoli. Spesso si cerca il modo di non litigare sempre come panacea di tutti i mali d’amore eppure un recente studio ci avverte che più che sul quanto si litiga con il partner ci si dovrebbe concentrare sul come.

Proprio così, perché ad influire sulla durata e sulla felicità di una relazione sono anche le modalità con cui si risolvono i conflitti, nello specifico il post litigio. Cosa avviene nella coppia dopo un litigio? Se almeno uno dei due litiganti reagisce bene e riesce a gestire le emozioni negative, dissipando la tensione nei confronti dell’altro, allora ci sono buone probabilità che l’amore resista anche a scossoni continui e battibecchi frequenti.

Claustrofobia, la paura degli spazi chiusi

 Claustrofobia, dal latino claustrum, luogo chiuso, e dal greco phobia, paura. Si tratta della paura degli spazi chiusi, ristretti, uno stato d’ansia molto diffuso. Chi ne è affetto diventa ansioso e va nel panico in ascensore, nei camerini, negli spazi limitati, ristretti e chiusi, che impediscono una via di fuga.

A volte la paura nasce più dal fatto che la persona si senta intrappolata, chiusa dentro che dalle dimensioni anguste del luogo. Anche in un centro commerciale di grandi dimensioni con poche finestre, ad esempio, un soggetto affetto da una forma grave di claustrofobia potrebbe sentirsi a disagio.

In amor vince chi si nasconde

In tema d’amore, proprio oggi che è San Valentino, parliamo delle novità in campo comportamentale degli atteggiamenti amorosi. Un vecchio detto dice: “In amore vince chi fugge“, ma al giorno d’oggi sembra non essere più così. Le fonti da cui attingiamo questi dati, non sono le centinaia di manuali scritte ogni anno dagli psicologi, oppure i siti web che parlano d’amore e di frasi romantiche da scrivere, o ancora non arrivano dai bigliettini dei Baci Perugina, né dalle parole di un gioielliere che ci vuole convincere che pur senza parole la faremo innamorare con un gioiello.

Il nuovo modus vivendi del corteggiatore, viene da uno studio degli psicologi dell’Università della Virginia, secondo i quali, l’uomo che risulta più attraente per una donna è colui che riesce ad essere schivo, freddo, distaccato ed a volte anche apatico con la sua compagna.

Vita di coppia, uscire in quattro fa bene

 Se per San Valentino avete rifiutato di uscire insieme ad una coppia di amici o un fine settimana in compagnia, ripensateci, specie se non siete proprio agli inizi di una storia d’amore. Combattere la routine che spesso insidia una relazione consolidata chiama in gioco fantasia, allegria, impegno e…l’aiuto degli altri. No, non del terapista bensì degli amici, di altre coppie, da coinvolgere in uscite a quattro per ridare slancio in toto alla vita di relazione.

Ad appurare quanto era noto da tempo è un recente studio della Wayne State University, che svela come le coppie che integrano altre coppie nella loro vita sociale hanno maggiori probabilità di instaurare un rapporto felice e soddisfacente.