Pedalare ti fa bella e magra..

Bastano cinque minuti al giorno di pedalate per tenere sotto controllo il peso delle donne, soprattutto con l’avanzare dell’età e i chili in aumento. L’importante è che quest’attività diventi un’abitudine rispettata e che faccia parte del vissuto quotidiano. Ancor prima delle diete, bisogna abituarsi ad usare la bicicletta per andare al lavoro, a fare la spesa e ogni volta che è possibile. Questa che può apparire come deduzione anche un pò scontata, è in realtà il frutto di una ricerca approfondita, pubblicata sugli Archives of internal medicine da Anne Lusk, della Harvard school of public health, che ha analizzato in 16 anni di osservazione ben 18.400 donne non ancora in menopausa e seguite dal 1986 fino al 2005.

Durante questo periodo, ogni due anni, le partecipanti conferivano riguardo il loro stile di vita e lo stato di salute. Se n’è evinto che coloro che avevano iniziato ad andare in bicicletta anche per soli cinque minuti al giorno, ma in modo regolare, avevano perso mediamente un chilo rispetto alle sedentarie. Inoltre, quando la bicicletta veniva utilizzata per mezz’ora al giorno, l’effetto saliva fino ad un chilo e mezzo in meno. Risultati migliori e duraturi, li ottenevano le donne in sovrappeso all’inizio dello studio, infatti i chili in meno rispetto alla media, erano tre!

Concepire una femminuccia? Ecco alcune accortenze

 

Tante coppie al giorno d’oggi, una volta sposate vorrebbero coronare il sogno di avere un bambino con il sesso a propria scelta. Ebbene non è così facile, tanti papà che aspettano il maschietto si trovano la femminuccia e viceversa. Ovviamente, non è facile canalizzare le proprie energie per avere un maschio o una femmina, ma ci sono tanti piccoli consigli che si possono seguire per tentare di concepire un pargolo del sesso desiderato.

A differenza delle antiche tradizioni che volevano il maschio d’obbligo come primogenito, oggi anche la femminuccia è ben vista dalle famiglie e quindi vediamo una serie di piccoli “trucchi” che non hanno proprio una rilevanza scientifica confermata, ma possono “aiutare” nel concepire una femminuccia.

La mitomania e la megalomania vanno a braccetto!

Ora lui si chiede perché sto con lei? Come ho fatto ad essere così ingenuo e non comprendere i segnali che pure c’erano? L’aveva certo sposata perché s’è dimostrata, dal primo momento, una creaura adorabile e l’ha sposata perché lei lo affascinava con i suoi sogni di gloria. La realtà, invece, non è idilliaca come si prospettava. Il risultato? La moglie non lavora più, s’è fatta licenziare e ora si lancia in spese folli e dilapida tutto quello che le resta (prosciugando il conto in banca), in creme di bellezza. Motivo? Ma ovvio: potrebbero chiamarla come fotomodella. E così il marito attonito, si chiede la ragione di un tale comportamento.

Enrico Smeraldi, primario presso la divisione di psichiatria del San Raffaele di Milano ci spiega che la ragione di tale comportamento da parte del megalomane, è dovuta alla ‘smania’ di voler adempiere un sogno di grandezza, raggiungere un obiettivo indipendentemente dagli altri. Ci spiega infatti che esistono casi estremi, come chi spende moltissimo in virtù di pseudo investimenti, rischiando imprese azzardate o addirittura si licenzia perché si reputa un genio. Una serie di menzogne dunque che non fanno altro che incrementare rischi e pericoli, per sé e la propria famiglia.

Il trauma del cyber bullismo

 

Un recente studio fatto dal National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) guidato dal dottor Jing Wang e poi pubblicato sulla rivista settoriale Journal of Adolescent Health, ha portato alla luce, come le vittime del cyber bullismo sono molto più depresse rispetto alle vittime del così detto “Bullismo tradizionale“.

Le violenze fisiche, quelle verbali e la cattiveria dell’esclusione sociale, sono un danno molto forte per chi emotivamente fragile, vorrebbe reagire. Le vittime solitamente si sentono in un costante stato di prostrazione che diviene spesso depressione e porta a problemi molto gravi.

Le bugie? Un atto di difesa

L’uomo conosce la ‘possibilità’ della bugia a partire dai tre anni e lo farà per il resto della via. Ma perché mentiamo? Uno studio americano, ci informa, che mediamente si dicono solo due bugie al giorno. Molto di più invece, quando si risponde ai questionari e questo, al solo scopo di attirare l’attenzione e farsi apprezzare dagli altri. In psicologia, questa si definisce “desiderabilità sociale”.

Tutti mentono, la menzogna, sembrerà strano, ma è necessaria alla vita di società, così come nelle relazioni più intime. Questo naturalmente esclude una personalità manipolatrice, l’importante è essere consapevoli del fatto che si sta mentendo e che la menzogna è amorale. La coscienza di ciò che si sta facendo, segna il confine tra il bugiardo occasionale e quello cronico, che mente con naturalezza, senza farsi problemi.

L’utilità di uno psicologo

 

Purtroppo negli ultimi periodi, con la costante presenza di Internet nella vita delle persone, si sta andando incontro ad una critica costante nei confronti degli psicologi. L’idea che si sta diffondendo è infatti che gli psicologi siano una sorta di “malattia da evitare” e che fa solo buttar via soldi. I meglio noti come “strizza cervelli” stanno diventando quindi brave persone da consigliare, ma sicuramente da non ascoltare con criteri scientifici e soprattutto a pagamento.

Purtroppo questa è una grave perdita per i professionisti che per anni dedicano la propria vita a studiare casi e a dare soluzioni introspettive alle persone.

I bambini? Dei piccoli saggi

A volte guardando i bambini ci domandiamo se è possibile, anche quando sono molto piccoli,  che contengano in sè la cognizione del bene e del male. Può dunque un bambino di neanche un anno e quindi espressione pura e incontenibile di energia e sete di vita, avere la chiara percezione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Ebbene la risposta è ‘si’ ed arriva dagli USA.

A sostenere questa tesi infatti sono gli psicologi dell’Infant cognition center dell’Università di Yale (vi è un équipe, una delle pochissime nel mondo che studia la morale dei bambini). Gli specialisti hanno condotto una serie di esperimenti dai quali risulta che i piccini, non solo posseggono un senso morale innato e hanno la capacità di giudicare le azioni altrui ma sono in grado anche di reagire alla bontà e alla cattiveria.

Massaggi: un toccasana per la salute

Ce ne sono per tutti i gusti: estetici, ayurvedici, thailandesi, rilassanti, energizzanti, linfodrenanti, fisioterapici, ecc. I massaggi sono sempre più amati dagli Italiani: e la scienza approva questa tendenza, sottolineando i numerosi vantaggi di questo tipo di trattamento.

Vivere in compagnia per stare meglio

 

 

Plos Medicine ha pubblicato uno studio che parla di cause delle malattie e della sua derivazione, non solo medica ma anche sociale. Sembra infatti che lo studio realizzato dalla Brigham Young University dello Utah Julianne Holt-Lunstad, insieme ad altri colleghi, abbia rese note le cause dei malori dal punto di vista sociale.

Le relazioni sociali influenzerebbero il rischio di mortalità e soprattutto di contrarre una malattia infettiva. Ma analizziamo per punti queste affermazioni. Come prima cosa, il vivere sereno deriva dal pensiero positivo (come cantava anche Jovanotti) perchè con questa positività, si riesce a stare meglio con se stessi ed affrontare meglio i problemi che possono sorgere, oltre a questo, sicuramente è importante quando si è giù, contattare un amico/a o la persona giusta che ci mette armonia per allentare le nostre pressioni psicologiche.

L’Italia non è una nazione per giovani ma neanche per anziani

L’Italia? Senza ombra di dubbio, possiamo dire che non è una nazione per giovani ma neanche per anziani. Il concetto è semplice ma non così scontato come potrebbe sembrare all’apparenza. Questo ce lo ricorda Loredana Lipperini in una sua nuova ricerca della società italiana, intitolata: Non è un paese per vecchie (Feltrinelli, pp. 208, euro 15). Dopo il bellissimo: Ancora dalla parte delle bambine, la giornalista e scrittrice, capace di analisi lucide ed estremamente intelligenti, ci propone un’altra sua indagine sull’universo femminile, in una realtà, la nostra, terribilmente contraddittoria e ‘mass-mediologica’.

Nel Paese in cui ci si intrattiene piacevolmente (e lo share conferma), con programmi tv come “Velone” e la dittatura dell’estetica è in gran forma (da non sottovalutare anche quella della chirurgia plastica), vi è una malintesa idea del divertimento che si realizza soprattutto nel ridicolizzare chi è in difficoltà, accanendosi verso il più debole, come appunto accade per le donne anziane (si sprecano riguardo a questo argomento, video e commenti in rete). 

L’ozio è deprimente?

 

L’appagamento della quotidianità, la ricerca della tranquillità psicologica, questi gli obiettivi di vita di molti esseri umani in un momento in cui la vita acquista sempre più frenesia. Quel concedersi gli attimi per rilassarsi senza pensare a persone, stress e lavoro. Una ricerca fatta da un gruppo di psicologi delle Università di Chicago e Shanghai, però, ha chiarito un punto fondamentale nella possibilità di essere felici durante il proprio trascorso di vita: la felicità sta soprattutto nel non starsene mai con le mani in mano.

L’uomo si sentirebbe infatti più appagato e felice quando riempie le sue giornate di cose da fare. Non importa se si tratta di cose utili o inutili, ma sicuramente l’ozio andrebbe a creare un effetto troppo deprimente sull’umore che si trasforma pian piano in noia e soprattutto tristezza.

E tu che social network sei?

 L’espansione dei social network è impressionante e cresce in modo costante, è frequentato infatti da milioni e milioni di internauti. Spesso inoltre, non si è iscritti ad un unico social network, bensì a due, a tre o anche di più. Facebook, Netlog o ancora Myspace, sono semplicemente alcune delle tante possibilità. Cerchiamo dunque di capire quali in Italia sono quelli più frequentati e se negli altri paesi i trend sono simili o differenti.

Ciò che possiamo dire di sicuro, è che i social network, stanno diventando un mezzo di comunicazione sempre più importante e utile per socializzare con i propri coetanei e attirano così tanti utenti che sono tra i link di internet più visitati. La classifica internazionale dei siti più cliccati sul web e redatta da Alexa (il sito è: www.alexa.com), se ne deduce che i social network occupano non pochi gradini di rilievo e numerosi posizionamenti nella parte alta della graduatoria. Ovviamente in ogni paese, in base alla quantità di iscritti e alla diffusione, un social network è più apprezzato e quindi frequentato rispetto agli altri.

Vuoi vivere a lungo? Fai walking

Siamo sedentari, pigri, ci muoviamo pochissimo, eppure una passeggiata quotidiana se l’abbiniamo ad una moderata attività fisica, contribuisce allo sviluppo delle cellule cerebrali. Questo è quanto sostiene uno studio pubblicato dall’Università di Cambridge in collaborazione con il National Institute of Aging di Baltimora. Di certo è una buona abitudine ed anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità la suggerisce. E’ importante quindi, camminare almeno mezz’ora al giorno, in questo modo si riduce la pressione arteriosa e il rischio d’infarto e ci sentiamo anche meno stressati e stanchi.

La classe femminile rende il maschio meno stressato

Ci sentiamo di dare un consiglio (che vuole essere più un ammonimento anche se ironico) a tutti gli uomini: rilassatevi, non mordete il freno, ma  soprattutto, è importante che non badiate troppo all’altra ‘metà del cielo‘, la competizione sessuale, potrebbe ‘nuocervi (e) gravemente alla salute’.

Questo almeno è quanto sostiene una lunga ed accurata ricerca della Harvard Medical School di Boston pubblicata sulla rivista Demography: infatti pare proprio che per i maschi, crescere e dunque raggiungere la maturità psicologica e sessuale, in un ambiente in cui le donne sono in maggior numero, può addirittura risultar loro nocivo, rovinargli  la vita ed infine anche compromettergliene la durata, accorciandola, in un tempo stimabile dai tre ai cinque mesi.

Tale studio ha preso spunto e analizzato rigorosamente tutti i dati relativi ad un campione di studenti diplomati nel Wisconsin alla fine degli anni cinquanta (precisamente nel 1957). E soprattutto ha tenuto presente il rapporto che è intercorcorso tra la percentuale dei ragazzi di allora rispetto alle ragazze, la qualità della vita e la longevità di entrambi i sessi.