Viviamo ed esistiamo nei nostri confini, per quanto estesi siano ed aperti al mondo, frontiere tracciate dal rapporto con gli altri senza i quali non esisteremmo, non potremmo rappresentarci e non saremmo ben definiti nella nostra identità. Spesso, però, i nostri spazi vitali, quelli in cui muoviamo liberamente ed autonomamente per costruirci un’immagine e poi presentarci agli altri in questa veste e ricevere un feedback, positivo o negativo che sia, vengono invasi dall’eccessiva importanza e dal ruolo troppo invadente che ricoprono le persone con cui veniamo in contatto nella nostra vita.
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Tolleranza e multiculturalismo, diverso da chi?
Quando etichettiamo qualcuno come diverso, dobbiamo chiederci ma diverso da chi, da cosa, da quale regola? Il concetto di normale da cosa e da chi è stato stabilito e soprattutto a scapito di quali libertà qualcuno si è arrogato il diritto di stabilire cosa rientri nei canoni giusti e cosa rappresenti una deviazione, uno scarto dalla norma? A dispetto dell’invito alla tolleranza come unica strada di apertura verso una convivenza pacifica, una società improntata al multiculturalismo, alla coesione non di una normalità affiancata da tante minoranze “sopportate” ma di tante diversità tutte uguali, si sta deviando nuovamente e pericolosamente verso il vicolo cieco di un noi, gli ugualmente normali, contro loro, i diversi, quelli che se gli va male sono emarginati, se invece siamo clementi ne tolleriamo la presenza (ma che buoni!).
Altruismo ed egoismo, una convivenza possibile
Si può essere altruisti ed allo stesso tempo egoisti? In alcuni casi sì, se pensiamo infatti a quanto la felicità ed il benessere di chi ci sta intorno, soprattutto quando si tratta della nostra famiglia, dei nostri amici, ci influenzi in maniera positiva, con vantaggi per il nostro umore e per lo stato d’animo che si risolleva immediatamente circondato da tanti sorrisi. La felicità è contagiosa, come tutti i sentimenti che portano il segno +, ecco perché aiutare gli altri, essere generosi, contribuire alla soluzione di un problema che in realtà ci toccava poco da vicino, o almeno così ci sembrava, ha degli enormi benefici nella nostra vita e nel nostro bilancio emotivo.
Cosa ci aspettiamo dagli altri?
Cosa ci aspettiamo dagli altri? A volte troppo, a volte niente, a volte meno di quello che possono offrirci, a volte tutto. E’ raro purtroppo, in ogni caso, vedere soddisfatte delle aspettative troppo elevate, specie quando, per qualche assurdo motivo, ci convinciamo che agli altri deve stare a cuore, più a che a noi, la risoluzione di un nostro problema. Attenzione, chiedere aiuto ed avvalersi del supporto delle persone care, degli amici, dei familiari, è fondamentale, non bisogna credere di essere dei supereroi che non hanno bisogno della collaborazione altrui, o trincerarsi dietro l’orgoglio quando basterebbe un dito di un’altra persona per darci lo sprint finale per risolvere un problema che ci angoscia.
Empatia, un test per comprendere meglio gli altri
Empatia, la capacità di mettersi nei panni degli altri, avvertendo cosa provano più o meno intensamente, anche solo per un momento vedere quanto sta accadendo dal punto di vista di chi lo subisce, sperimentando le stesse emozioni ed uscendo da questo esercizio di comprensione migliorati, più tolleranti e maggiormente disponibili all’apertura, all’interazione sociale più completa che esista, quella che ci trasforma da semplici spettatori a partecipanti dei sentimenti altrui. Oggi gli studi sull’empatia si stanno concentrando sulle capacità empatiche, più o meno sviluppate di studenti, animali, in rapporto al passato, rilevando che siamo tutti un po’ meno empatici.
Risentimento, perché dare sempre la colpa agli altri fa male
Emozioni negative, ne abbiamo parlato spesso in relazione alla necessità di non reprimerle, di imparare a viverle ed a superarle, canalizzandole in percorsi che confluiscono in azioni positive per noi e per gli altri. Oggi parliamo nello specifico della delusione di un fallimento che sfocia in un risentimento covato a lungo nei confronti della persona che riteniamo responsabile del nostro insuccesso. Dove può portare questa rabbia e questa amarezza lo spiega un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori afferente al Concordia University Department of Psychology, coordinata dal professor Carsten Wrosch.
Personalità, non lasciamoci “definire” dagli altri
Sfuggire al gioco delle etichette. Non lasciarsi definire dagli altri o meglio non permettere che siano solo gli altri ad appiopparci una descrizione troppo netta, più o meno veritiera, quando si tratta del nostro carattere, della nostra personalità, di chi siamo in parole povere. Potremmo finire intrappolati in una sola definizione, magari anche positiva, ma controproducente per diverse ragioni. Un esempio? La definizione di figlio buono, quello che non ha mai dato problemi per intenderci, potrebbe rappresentare una scusa per gli altri sufficiente ad attaccarci e biasimarci al minimo errore proprio perché siamo sempre stati definiti “perfetti”, quasi incapaci di sbagliare.
Trasgressioni altrui giudicate più severamente se osservati
Trasgressioni altrui, nello specifico attività eticamente illecite: come ci rapportiamo al comportamento scorretto degli altri? E come cambia il nostro modo di reagire e di giudicare chi si comporta male in base alla presenza o meno di altri osservatori che stanno a loro volta guardando come affrontiamo la situazione? Se lo è chiesto un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori afferente all’Università di Sydney in Australia. La ricerca, che è stata pubblicata sulla nota rivista di divulgazione scientifica Evolutionary Psychology, è stata coordinata dal dottor Pierrick Bourrat.
Carisma, come esercitare una forte influenza sugli altri
Cos’è il carisma? Volendo dare una definizione sintetica si tratta della capacità di attrarre, esercitare un certo fascino sugli altri, avere una sorta d’influenza sulle persone che ci stanno intorno. Si pensa spesso al carisma come ad un tratto innato, una qualità quasi misteriosa che o si possiede o non si possiede. In realtà, se è innegabile che esistono delle persone che ci sembrano carismatiche dalla nascita, senza sforzo alcuno, è pur vero che si può lavorare, come su tutto d’altronde, anche sul potenziamento del carisma.
Autostima, essere migliori o stare meglio con se stessi?
Autostima: la luce in fondo al tunnel del non credersi, non essere e non fare mai abbastanza, convinzioni che negli ultimi anni sono divenute un’ossessione. Manuali, corsi, esercizi spuntano in ogni dove perché accrescere, migliorare e mantenere alti i livelli di fiducia in se stessi è vista come la panacea di tutti i mali che insidiano il nostro equilibrio psicofisico. Eppure, secondo quanto afferma Kristin Neff (autrice di Self-Compassion: Stop Beating Yourself Up and Leave Insecurity Behind), docente di psicologia alla University of Texas, a volte questa corsa sfrenata verso l’autostima ci conduce all’isolamento.
Come evitare di giudicare gli altri
E’ fastidioso e pesante il giudizio degli altri, specie quando arriva in maniera ripetitiva e lo avvertiamo come assillante. Ma noi come ci comportiamo per non commettere lo stesso errore e dare giudizi gratuiti e non graditi sulla vita, il carattere, le relazioni, il lavoro, le opinioni, i comportamenti di chi ci sta intorno?
Gretchen Rubin, autrice di The Happiness Project, ha cercato di capire come si può evitare di cadere nella tentazione di giudicare, buttando giù una lista di consigli utili allo scopo, nello specifico come imparare a farsi gli affari propri ed a non intromettersi.