Studio su disturbi apprendimento: cause, terapia e intervento a scuola

Secondo una ricerca pubblicata questo mese sulla rivista Science il 10 per cento della popolazione ha problemi legati a disabilità specifiche di apprendimento come la dislessia, la discalculia e l’autismo. Ciò significa che in ogni classe mediamente ci sono due o tre alunni che hanno difficoltà o un disturbo di apprendimento. Spesso, come viene peraltro evidenziato dagli autori di questa ricerca, i bambini presentano più di una difficoltà e la diagnosi che si riscontra in fase di valutazione difficilmente è pura.

Scoperto legame tra apnea del sonno, ADHD e problemi di apprendimento

Secondo una recente ricerca, l’apnea ostruttiva del sonno, una  sindrome che è classificata all’interno dei disturbi respiratori nel sonno (SDB), è correlata a diversi problemi comportamentali e di adattamento in età evolutiva, nonché a difficoltà legate all’apprendimento. Secondo Michelle Perfect, uno degli autori principali dello studio, psicologo all’University of Arizona, il personale scolastico deve prendere in seria considerazione tale possibilità, e cioè che i disturbi respiratori del sonno hanno un ruolo non trascurabile nel determinare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), disturbi emotivi e problemi di apprendimento.

Cervello, i videogames favoriranno apprendimento e benessere

I neuroscienziati dovrebbero contribuire allo sviluppo di giochi digitali con l’obiettivo di migliorare, attraverso il loro utilizzo, le funzioni cerebrali e il benessere delle persone, secondo quanto dichiarato, sulla rivista Nature, da due professori, Daphne Bavelier dell’University of Rochester e Richard J. Davidson  dell’University of Wisconsin-Madison. I due professori ritengono che attraverso il lavoro dei neuroscienziati si possano ideare videogames in grado di allenare il cervello e produrre effetti positivi sul comportamento, come diminuire l’ansia, accrescere l’attenzione e migliorare l’empatia.

Bambini bilingue e sviluppo cognitivo, quale legame?

I bambini bilingui sviluppano una memoria di lavoro più efficiente rispetto agli altri? Sembrerebbe di si, secondo uno studio realizzato all’Università di Granada e all’Università di York a Toronto, che ha dimostrato come questi bambini hanno una memoria di lavoro che processa meglio le informazioni rispetto ai bambini monolingue.

Per rafforzare la memoria fate un sonnellino

 I risultati di una nuova ricerca condotta dalla Northwestern University sono sicuramente interessanti anche per i tanti ragazzi che in questi giorni sono alle prese con lo studio e con gli esami. Da questo studio, è emerso infatti che il sonno può rafforzare la memoria e che, in particolare, per imparare meglio a suonare un brano musicale, conviene continuare ad ascoltare questo brano mentre si dorme.

Più bravi a scuola se si impara a sbagliare

 Sbagliando s’impara, dice il proverbio. Secondo una ricerca dell’Università di Poitiers, in Francia, ciò potrebbe essere vero, e gli studenti sarebbero più bravi a scuola se imparassero a sbagliare, o meglio, ad accettare i propri errori e i propri fallimenti, quindi genitori e insegnanti non dovrebbero metterli troppo “sotto pressione” pretendendo da loro un rendimento scolastico eccellente, perchè se i ragazzi sanno accettare i loro fallimenti senza abbattersi troppo, poi riusciranno ad avere maggior successo.

Il caffè potrebbe renderci più intelligenti

 Il caffè potrebbe renderci più intelligenti. E’ quanto sarebbe emerso da uno studio americano su alcuni roditori da laboratorio, condotto da Serena Dudek ed altri ricercatori del National Institute of Envrimontal Health Sciences di New York, e pubblicato anche sulla rivista Nature Neuroscience.
La Dudek ha spiegato che, finora, erano stati effettuati altri studi sugli effetti del caffè, ma sempre utilizzandone grandi quantità, di molto superiori a quelle che una persona, in media, assume quotidianamente. In questa ricerca, invece, si sono considerati gli effetti di piccole dosi di caffeina su una piccola parte dell’ippocampo, quell’area del cervello che si trova dietro le orecchie.

L’importanza di “disinnescare” i cattivi ricordi e di modificare l’apprendimento

Molti disturbi psicologici, come le fobie, le dipendenze, il disturbo ossessivo-compulsivo e il disturbo post-traumatico da stress, possono avere a che fare con la memoria e l’apprendimento, nel senso che una determinata situazione può essere associata ad un dato comportamento-ad esempio, vedere un bar pieno di persone che fumano può indurre ad accendersi una sigaretta-e riattivare ansie e paure o spingere ad agire in maniera inappropriata. Gli psicologi cercano in genere di lavorare su queste associazioni inconsce tra un determinato “stimolo” e una determinata “risposta” suggerendo di associare mentalmente allo stimolo altre possibili risposte, ma ciò, spesso, si rivela tutt’altro che semplice, e i pazienti possono facilmente avere delle ricadute.

A scuola di lingue già nel ventre materno

In un mondo cosmopolita, come quello nel quale viviamo, è fondamentale conoscere più di una lingua. In un momento in cui le barriere fisiche tra i popoli sono state abbattute e con un aereo si può andare da un posto all’altro del globo risulta importante imparare a parlare inglese, spagnolo, tedesco, francese e chi più ne ha più ne metta. Molti sanno che l’apprendimento della lingua avviene sin da piccoli.

Studio e motivazione, come facilitare l’apprendimento

 E’ giusto regalare dei soldi ai bambini quando hanno buoni voti a scuola? Se lo chiede il dottor Steven Reiss, psicologo americano, autore del saggio Six motivational reasons for low school achievement, che estende la questione ad un campo più vasto dell’ambiente familiare, ovvero a quello che fanno le istituzioni per incoraggiare gli studenti a proseguire gli studi, a migliorarsi e ad eccellere. Un problema molto sentito negli USA dal momento che circa un quarto degli studenti abbandona la scuola prima di aver conseguito il diploma.

I genitori hanno paura della «Facebook-dipendenza»

 

 

Siamo nell’era dei social Network. Se avete visto il film di David Fincher, The Social Network, che racconta la storia della nascita di Facebook non sarà un mistero per voi come tutto sia nato per caso. Gli adolescenti odierni usano tantissimo il Web, per intrattenere rapporti, aumentare i propri contatti, postare le proprie foto. Il meccanismo è fortissimo e crea grande dipendenza se non si è così “attenti” da capire che la realtà vera è lontana da un modem e qualche cavo di rete. Indubbiamente Facebook è stata una scoperta rivoluzionaria e utilissima. Infatti, nel film Mark Zuckerberg dichiara:

I videogiochi come aiuto per i ragazzi

 

A lotta di tutto quello che è stato detto fino ad oggi, un nuovo studio fatto sulla psicologia infantile, dimostra come i videogames non siano dannosi per i ragazzi, anzi, secondo i ricercatori della Yale University, che ha condotto lo studio, sarebbero d’aiuto.

La ricerca ha passato in rassegna un campione di ragazzi tra i 14 ed i 18 anni, facendo uno studio singolarmente sugli effetti che il gioco elettronico possa avere sul ragazzo e sulla ragazza.

Migliorare le nostre capacità di apprendimento: come e perché?

Viviamo in un mondo che ci impone cambiamenti sempre più veloci: pensiamo ad esempio al ruolo crescente delle tecnologie informatiche legate al lavoro. Imparare ad utilizzare in tempi brevi nuovi strumenti è ormai indispensabili.

In questo contesto diminuisce l’importanza di considerarsi un lavoratore generalista, capace di affrontare trasversalmente diversi aspetti di un problema, o al contrario di essere un professionista iper – specializzato, competente in un’unica area di applicazione.  Molto meglio la flessibilità: dobbiamo poter infatti sviluppare una maggiore versatilità rispetto ad idee, innovazioni, strumenti e problematiche.

Non si finisce mai di imparare

 Il concetto di apprendimento è spesso collegato esclusivamente al campo scolastico e universitario. Si nasce, si cresce, si studia e, quando si arriva nel mondo del lavoro, ci si allontana il più possibile dai panni di studenti.

Niente di più sbagliato. Oltre a portare, quando è possibile, la nostra esperienza sui banchi nella carriera professionale, occorre essere sempre pronti a imparare cose nuove, immagazzinare informazioni che possano tornarci utile in qualsiasi occasione della vita. Perché studiare non significa per forza stare col capo chino sui libri. Studiare significa esplorare, arricchirsi, non smettere mai di crescere.