Donne e gravidanza, lo stress influenza il feto

Donne e gravidanza, lo stress influenza il feto. Lo stress è una risposta di adattamento a degli stressor (sollecitazioni) che può arrivare ad influenzare anche il comportamento di un futuro nascituro se la mamma durante la gravidanza ha sperimentato tale sindrome in maniera severa. E’ quanto emerge da una ricerca condotta presso l’Università di Warwick e pubblicata sul Journal of Child Psychology and Psychiatry che ha stabilito come lo stress provato dalle mamme in gravidanza può contribuire a rendere i bambini più vulnerabili rispetto agli atti di bullismo a scuola.

Gli omofobici hanno tendenze omosessuali represse

 Purtroppo ancora al giorno d’oggi all’omosessualità si accompagnano molti pregiudizi e timori dettati dall’omofobia; secondo una ricerca americana, però, le persone che più mostrano di avere questi pregiudizi, al punto da essere omofobiche, hanno in realtà loro stesse tendenze omosessuali che cercano di reprimere, e per questo sviluppano una tale ostilità verso chi, invece, vive normalmente la sua omosessualità.

Cyber bullismo a scuola, la violenza via mail o sms

Il bullismo può assumere forme diverse, e non solo quella dell’aggressione fisica. Il fenomeno non deve sorprendere vista la deriva tecnologica che ha preso la nostra vita. La violenza “scritta” può diventare fonte di disagio psichico per chi la subisce via mail o tramite sms. A sostenerlo, è uno studio condotto su questo tema dall’Education Development Center dell’Università di Boston, pubblicato sull’American Journal of Public Health.

Bambini depressi più facilmente vittime di bullismo

 Gli psicologi, come pure i genitori, hanno notato che spesso i bambini e i ragazzi che sembrano più inclini alla malinconia e alla depressione hanno anche problemi nei rapporti con i coetanei. Finora, però, non era ben chiaro se, come sostenuto da alcuni ricercatori, la tendenza alla depressione fosse una conseguenza dei cattivi rapporti con gli altri ragazzi, o se, come ritengono altri studiosi, i due problemi vadano di pari passo e vadano quindi considerati insieme.

Mamme e figli, la violenza sulle donne influisce sul rendimento scolastico dei piccoli

Si è da poco celebrata la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. Ed IoValgo ha dedicato anche un post specifico in merito. In questo giorno, il 25 novembre per la precisione, è stato presentato uno studio compiuto dai ricercatori dell’Università Roma Tre, che ha cercato di indagare il legame tra violenza sulle donne e le ripercussioni sui figli delle stesse. Quando le madri subiscono continui abusi e violenze, anche i bambini soffrono della situazione e possono riscontrare dei danni, a volte fisici ma soprattutto psicologici, per le continue violenze a cui hanno assistito. È proprio su questo che la ricerca ha cercato di dimostrare quanto forte sia il danno indiretto provocato ai piccoli e quali siano le ripercussioni su di essi soprattutto in ambito scolastico.

Bambini meno aggressivi se in buoni rapporti con gli insegnanti

 Il fenomeno del bullismo e delle violenze a scuola, anche tra i giovanissimi, è purtroppo sempre molto diffuso, e probabilmente è un pò, anche, lo specchio di una società aggressiva nonchè violenta, dove i bambini imparano presto che l’importante è farsi notare, anche con comportamenti prepotenti e di sopraffazione sui più deboli.
 E’ un fenomeno che allarma sempre di più anche gli insegnanti, che potranno, però, imparare a contrastarlo meglio cercando di creare un buon legame tra loro stessi e gli studenti. Questo, almeno, è quanto emerso da uno studio condotto da Mara Brendgen, professoressa di psicologia all’Università del Quebec a Montreal, insieme a ricercatori dell’Università di Laval, dell’Università di Montreal, dell’Università dell’Alabama e dell’Università di Dublino.

Fratelli maneschi, bullismo in casa

Oggi parliamo di uno studio recente condotto dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Warwick e pubblicato sul The Guardian.
Secondo questa ricerca, ben il 50% dei bambini analizzati nella sola Gran Bretagna ha subito del bullismo in casa propria.

Il bullismo ora è anche alle elementari: parlare subito con gli insegnanti

Bullismo deriva dall’inglese bullying = oppressione, prepotenza. Un fenomeno sempre più diffuso nelle scuole. Osserva Maria Calabretta, psicopedagogista, presidente dell’Adisag (Associazione Disagio Giovanile) e autrice delle Fiabe per affrontare il bullismo (Franco Angeli) che tale situazione,

Non (è) riconducibile soltanto al mondo degli adolescenti, ma che si sta diffondendo alle elementari. Il bullismo è pericoloso anche in forma soft: quando per esempio, le angherie sono a livello psicologico e non fisico. Dispetti, parole cattive, isolamento del bambino che viene preso di mira, possono creare un disagio pesantissimo, che purtroppo spesso non viene registrato da genitori ed insegnati.

Che fare se nostro figlio deve vedersela ogni giorno con un bullo? Come aiutarlo? Ecco quanto suggerisce Calabretta:

In primo luogo non abbassare la guardia. Bisogna essere consapevoli che il bullismo esiste e nessuno ne è immune.