Come interpretare i sogni? (terza parte)

Non si finisce mai di stupirsi. È incredibile quanti significati si possono nascondere dietro i sogni che facciamo tutte le notti. Le emozioni, le paure, gli eventi della vita quotidiana, tutto questo influenza ciò che di notte immaginiamo ci stia realmente accadendo. Tra immagini oniriche e realtà molto spesso ci sono delle corrispondenze. Infatti, poco prima vi abbiamo accennato quali possono essere i significati dei sogni che le persone fanno in modo più ricorrente. Tra questi, c’è anche l’ascensore.

Cambiare per amore, illusione o realtà?

L’amore implica, per forza di cose, un grande cambiamento nella propria vita, perché per stare bene con l’altro è necessario scendere a compromessi, e fara anche qualche rinuncia. Chiaramente non si tratta di un obbligo, ma di una scelta ed è importante capire quando in una relazione il cambiamento del partner è necessario, e quando, invece, è assolutamente impossibile.

Amicizia, quando il rapporto dà segni di stanchezza

Può capitare, ad un certo punto, che un rapporto d’amicizia dia segni di stanchezza. L’altro si fa sentire di meno, e sembra non avere molto interesse nel tenere viva la relazione. E’ a questo punto che iniziano a sorgere i problemi. In questi casi, la soluzione migliore è parlarsi subito, evitando così i malintesi.

Più sicuri di sé in cinque mosse

 Cinque mosse di non facile realizzazione ma nemmeno impossibili, premettiamo. Già, perché spesso manuali e riviste spicciole ci invitano al cambiamento come fosse una magia da pochi secondi, due o tre formule da pronunciare davanti allo specchio ed è fatta. Non è così e crederlo equivale a fallire e scoraggiarsi se questo miracolo non avviene come decanta l’incantesimo delle poche semplici mosse, il cambiamento è un percorso che va ad intaccare quello che siamo, quello che non ci piace di noi, e ci trasforma in persone diverse, può essere un percorso in discesa? Evidentemente no, ecco perché non bisogna aspettarsi miracoli e capire che ci saranno cadute e scivoloni, è tutto contemplato e normale, ma bisognerà avere pazienza, costanza ed andare avanti anche in salita e controvento.

Ostacoli al cambiamento

 Perché a volte non riusciamo a cambiare quello che non va in noi, nella nostra vita, nei nostri rapporti con gli altri, a lavoro, in famiglia? Quali sono i principali ostacoli al cambiamento e come uscirne? Tutti noi ci saremo ritrovati, almeno una volta nella vita, a dover cambiare qualcosa di radicato in noi, da una dipendenza come il fumo, alla perdita di peso ad una predisposizione pessimista nei confronti dell’esistenza e delle relazioni interpersonali. Non è impossibile e può essere più o meno difficile, certo non è quasi mai una passeggiata ma sicuramente ci sono delle zavorre di cui conviene liberarsi se si vuole davvero cambiare rotta e dare una direzione diversa alla propria vita o comunque raggiungere gli obiettivi che ci si era prefissati.

La crisi come opportunità

 Difficile rimanere ottimisti quando le borse crollano, i mercati soffrono e i Governi tirano la cinghia sottraendo linfa vitale alla ripresa dei consumi, allo sviluppo, alla salute, all’istruzione, al benessere ed a tutti quei settori che, a torto, torto marcio, vengono considerati non necessari, come l’arte, la musica, il cinema, l’istruzione, il sostegno e la fiducia alle idee ed allo slancio delle nuove generazioni. Eppure, crisi economica, personale, di valori o sociale che sia, spesso un momento difficile, in cui sembra che si sia toccato il fondo, fa nascere nuove speranze, sviluppa l’inventiva, la capacità di plasmare le avversità ed i venti contrari a proprio favore.

Cambiamento, il potere del movimento

 Chi resta seduto non saprà mai quanto è alto… è il potere del movimento, dell’azione sul cambiamento, un potenziale che spesso resta nascosto, vola basso a causa di quei freni e di quelle zavorre che ci tengono incollati alle nostre certezze, seppur insufficienti a renderci felici, a farci decollare, nel timore di perdere quel punto saldo, quella sedia che ci ancora alla realtà, spesso accettata e subita passivamente senza spostarsi di un millimetro dalla morsa incalzante degli eventi. Capita spesso, quando ci si vuole alzare ed iniziare qualcosa, di autoscoraggiarsi davanti alla difficoltà di un’impresa piuttosto che convincersi che si tratti di un cammino semplice ma comunque troppo lungo per noi, i cui risultati saranno visibili dopo mesi e mesi di sacrifici e allora demordiamo.

Crisi e cambiamento, problemi e soluzioni

 Crisi: siamo abituati a pensarla necessariamente come un qualcosa di negativo, una catastrofe nelle nostre vite e nella sopravvivenza della nostra comunità così come la conosciamo, che si tratti di una crisi sociale, spirituale piuttosto che economica, eppure la storia ci insegna che proprio nei periodi di crisi sono nate le idee migliori, le spinte al cambiamento, al miglioramento. La crisi in fondo è il fallimento, la messa in discussione, del sistema vigente, dello status quo, il crollo definitivo delle sue falle e di quel tirare avanti a stento, mettendo una pezza qua e là, che prima o poi svela le sue debolezze.

Perfezionismo e miglioramento, una relazione impossibile

 Migliorare, non essere perfetti. E’ questa la chiave del successo e di una vita meno complessa, più leggera e maggiormente ricca di opportunità da cogliere e prospettive più elevate di benessere psicofisico, relazioni interpersonali meno tese, un giudizio meno severo su se stessi. Spesso si scambia la voglia di imparare cose nuove, di mettersi in gioco, di assorbire avidamente nuove nozioni, con umiltà, determinazione e costanza, con il desiderio di una persona di essere perfetta, di non sbagliare mai. Voler fare le cose al meglio non è necessariamente un sintomo di perfezionismo, può essere al contrario un segnale di serietà, professionalità, passione per quello che si fa, che si tratti di lavoro, piuttosto che di preparare un dolce o di impegnarsi affinché un rapporto decolli.

Dire di no, quando il rifiuto è un cambiamento positivo

 Siamo abituati ad associare il concetto di no alla negazione, al rifiuto, a qualcosa di negativo, una privazione, un sacrificio a conti fatti. Per ottenere cambiamenti positivi nella propria vita, in realtà, ci sono tappe da percorrere che passano spesso e di frequente proprio dalla porta del no. Le domande alla base delle svolte nella nostra vita richiedono una risposta che può essere positiva o negativa ma non è detto che rispondendo no imboccheremo la strada sbagliata o faremo la scelta peggiore. Il no può essere preclusione ma può anche essere opportunità.

Autocontrollo, come cambiare stile di vita divertendosi

 Ci ricordano da più parti, tv, medici, radio, riviste, blog, che bisogna fare attività fisica almeno tre volte alla settimana;  mangiare sano, cinque porzioni di frutta e verdura al giorno in media; bere uno o due litri di acqua su base quotidiana; non fumare; non esagerare con cibi spazzatura e superalcolici; non stare troppo a lungo seduti; spegnere ogni tanto cellulari e computer per riposare la mente e la vista; tenere sotto controllo lo stress; mantenere una vita sociale attiva malgrado il lavoro e gli impegni; dormire almeno otto ore a notte; garantirci una vita sessuale soddisfacente; trovare il tempo per noi stessi.

Paura dei cambiamenti, come affrontarla

 Paura di cambiare, spesso la associamo al timore di vedere la nostra vita peggiorare, eppure l’ansia e l’angoscia più opprimenti spesso si provano proprio verso il miglioramento delle nostre condizioni. Perché non è difficile intuirlo: un cambiamento positivo richiede uno sforzo, chiama in gioco la paura di sbagliare, di rischiare, può finire con un fallimento, far incorrere in una delusione che in quel momento ci sembra peggiore dello stato attuale, l’esistenza piatta di chi non si mette in gioco per paura di perdere. Per evitare di chiudere la porta al miglioramento, restando immobili ed accettando un’esistenza mediocre, senza nuove sfide, l’ideale è conoscere il nostro nemico.

Cambiamento, il rifiuto come punto di partenza

 Cambiamento, quel dinamismo vitale che è diventato parola chiave di leader politici del calibro di Obama, quella spinta ad un modo di vivere, di guardare alla realtà, di costruire il mondo in maniera diversa da quella attuale.

Cambiare inteso come migliorare, certamente, ma da dove cominciare? Molti esperti di life coaching ci raccomandano di avere ben chiaro il punto di arrivo delle nostre aspettative ma non è un compito sempre facile, alcune volte c’è nebbia fitta su come si vorrebbe essere, dove si vorrebbe andare, con chi. Se la mission non è ben definita, ed in molti casi non c’è da preoccuparsi perché si delineerà lungo il percorso, che fare per iniziare a cambiare? Beh, se non sai dov’è l’uscita, avviati verso l’entrata…

Cambiare stile di vita è terapeutico per la psiche

 Spesso per malattie croniche come il diabete o per patologie big killer come le malattie cardiovascolari il medico richiede ai pazienti un cambiamento radicale nello stile di vita che includa un’attività fisica regolare, un’alimentazione sana, il liberarsi dalla schiavitù di dipendenze ed eccessi. Abitudini sane che si affiancano al trattamento farmacologico per un binomio vincente e salubre per l’organismo.

Ebbene, un recente studio, effettuato da Roger Walsh della University of California e pubblicato dalla rivista di divulgazione scientifica American Psychologist, sostiene che anche per curare numerose malattie mentali può essere efficace cambiare stile di vita, terapia valida quanto quella farmacologica. Dal trascorrere del tempo in mezzo alla natura, da sempre considerata rigenerante per mente e corpo e antidepressivo naturale, all’aiutare gli altri per smetterla di concentrarsi su se stessi e fossilizzarsi sui propri problemi, fino all’esercizio fisico che sfoga tensioni e ansie ed è utilissimo per combattere le sindromi depressive.