Depressione, una maggiore sensibilità allo stress, sintomi d astinenza e quindi propensione a ripetere nuovamente comportamenti alimentari scorretti nel momento in cui si tenta di cambiare regime alimentare: sono alcune conseguenze delle persone che hanno una tendenza a seguire una dieta ricca di cibi grassi e zuccheri che si è visto è associata ad una neurochimica del cervello diversa rispetto a quelle persone che, al contrario, seguono una dieta sana ed equilibrata. La notizia arriva dal Canada, pubblicata dall’International Journal of Obesity e condotta dalla dottoressa Stephanie Fulton del CRCHUM e dell’University of Montreal’s, Faculty of Medicine.
cervello
Menti geniali? Dipende dalla connettività
Quali possono essere i caratteri che contraddistinguono una mente particolarmente superiore alle altre, il cervello di un “genio“, diciamo, da queste ultime? In parte può essere la dimensione stessa del cervello, mentre altri studi più recenti hanno invece sottolineato l’importanza della corteccia laterale prefrontale, una regione situata proprio dietro le tempie, che servirebbe da nodo di scambio per i processi mentali più elaborati.
Per rafforzare la memoria fate un sonnellino
I risultati di una nuova ricerca condotta dalla Northwestern University sono sicuramente interessanti anche per i tanti ragazzi che in questi giorni sono alle prese con lo studio e con gli esami. Da questo studio, è emerso infatti che il sonno può rafforzare la memoria e che, in particolare, per imparare meglio a suonare un brano musicale, conviene continuare ad ascoltare questo brano mentre si dorme.
Il caffè non sempre ci rende più attivi
Bere una tazza di caffè in Italia è una tradizione, nonchè un modo spesso utilizzato per mantenerci più svegli e concentrati quando dobbiamo magari svolgere qualche lavoro. Secondo uno studio dell’University of British Columbia, però, la caffeina e le anfetamine possono avere effetti diversi a seconda dei soggetti, e magari rendere alcune persone più attive, altre più pigre.
Avere la testa fra le nuvole aiuta la memoria di lavoro
Avere spesso la testa fra le nuvole può non esserci d’aiuto quando dobbiamo applicarci in qualcosa che richiede una certa concentrazione, o anche quando dobbiamo seguire, a scuola o all’università, una lezione impegnativa. Tuttavia, ciò può non essere solamente un difetto o qualcosa che ci ostacola, perchè, secondo una ricerca condotta dal Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Science, le persone che hanno spesso la mente che “vaga” tra le nubi potrebbero avere anche una più consistente memoria di lavoro, quella che ci consente di pensare a diverse cose contemporaneamente, che è collegata anche con l’intelligenza.
Timidezza, è causata da alcuni deficit nel cervello
La timidezza, la difficoltà a rapportarsi con gli altri, che ci fa sentire a disagio quando conosciamo persone nuove e può portare ad essere introversi e più chiusi in se stessi, oltre a poter sfociare nel disturbo d’ansia sociale, potrebbe essere legata non solo a motivi psicologici, quali ad esempio il dare troppo peso e il temere il giudizio degli altri, ma anche a cause fisiologiche. Secondo quanto scoperto da una ricerca condotta dalla Vanderbit University, a causare questa difficoltà a socializzare con persone nuove potrebbero essere alcuni deficit in due aree del cervello, l’amigdala e l’ippocampo, che renderebbero più difficile alle persone timide abituarsi ad incontrare persone nuove.
Violenza in tv, predispone all’aggressività
Vedere comportamenti violenti o aggressivi in tv, quali possono essere anche il bullismo o l’esclusione sociale, può a sua volta predisporci all’aggressività. E’ quanto scoperto da uno studio condotto dal professor Douglas Gentile della Iowa State University assieme a Sarah Coyne e David Nelson, della Brigham Young University’s School of Family Life, e Jennifer Ruh Linder, del Linfield College. Il professor Gentile ha spiegato: “Quello che questo studio dimostra è che l’aggressività relazionale può realmente provocare un cambiamento nel modo di pensare. E ciò è importante perchè certamente il tuo modo di pensare può cambiare il tuo comportamento”.
Depressione, altera il funzionamento del cervello
La depressione incide in maniera pesantemente negativa sulla vita di che ne soffre, e può anche portare a delle modifiche del funzionamento del cervello, secondo quanto scoperto da una ricerca dell’University of California, Los Angeles. I ricercatori hanno monitorato tramite un elettroencefalogramma il cervello di 158 persone, di età compresa fra i 21 e i 70 anni, 121 dei quali soffrivano di depressione maggiore, caratterizzata da stati d’animo irrequieti e ansiosi, difficoltà a concentrarsi e mancanza di stimoli, mentre gli altri 37 non presentavano sintomi depressivi.
Ribelli o rivoluzionari? Dipende dal cervello
Essere ribelli e anticonformisti non è una cosa che si impara, perché ci si nasce. A sostenerlo è un team di studiosi che ha scoperto nel cervello la prima “spia” del conformismo. Piegarsi all’ordine costituito o subire le pressioni sociali dipenderebbe dalla quantità di materia grigia presente in una regione dei 2 emisferi chiamata corteccia orbitofrontale laterale.
Linguaggio, scoperta una nuova area
Per molto tempo si è creduto che il linguaggio fosse elaborato nella parte posteriore della corteccia uditiva, dove vengono elaborati tutti i suoni, meglio conosciuta come area di Wernicke, dal nome del neurologo tedesco che per primo propose quest’area cerebrale già alla fine del 1800 basandosi sui suoi studi nelle paralisi cerebrali e negli ictus.
Dipendenti da Internet, come da una droga
E’ ormai noto che molte persone tendono ad abusare di internet, stando al computer e navigando per buona parte della giornata, al punto da confondere il virtuale con il reale e ad essere quasi dipendenti dalla rete. Una recente ricerca svolta in Cina ha scoperto che quella da internet in alcuni casi può essere considerata una vera e propria dipendenza, come da una droga, al punto da creare alterazioni nel sistema nervoso.
Il sale fa davvero male alla pressione?
Quanti di voi utilizzano in cucina il sale? Quanti, per rendere più gustosi i piatti che serviamo sulla nostra tavola, tendono ad abbondare con le dosi di sale per non rendere i cibi sciapi? In moltissimi casi è stato confermato che il sale, se usato con dosi eccessive, può compromettere fortemente la salute dell’individuo portando ad un aumento spropositato della pressione sanguigna. Solitamente la motivazione che spiegava questa reazione era la ritenzione idrica. Si riteneva, infatti, che un aumento dei liquidi dall’esterno all’interno dei vasi sanguigni fosse dovuto ad un eccessivo consumo di sale da cucina. Ma la ricerca di cui vi vogliamo parlare oggi, in parte, smentisce questo assunto.
Emozioni negative, dopo un trauma dormire le accentua
Pare che mettersi a letto dopo un trauma, uno spavento, ma anche un film horror o un’immagine raccapricciante, accentui le emozioni negative, poiché il sonno favorisce la “protezione” da parte del cervello dei ricordi emozionali. A sostenere l’originale tesi è uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università del Massachusetts Amherst, negli Usa, pubblicato sul “Journal of Neuroscience”.
Cervello, regola le sue funzioni in base alla parte del corpo che si usa
Se ad esempio ci si rompe un braccio, il cervello è in grado di supplire a ciò attivando l’area che deve lavorare di più. Lo stesso capita quando siamo costretti, a seguito di infortunio, ad usare solo la mano sinistra. Ecco, che l’emisfero destro si attiva maggiormente, mentre quello sinistro (responsabile della parte destra del corpo) si “disattiva”.