Difficile rimanere ottimisti quando le borse crollano, i mercati soffrono e i Governi tirano la cinghia sottraendo linfa vitale alla ripresa dei consumi, allo sviluppo, alla salute, all’istruzione, al benessere ed a tutti quei settori che, a torto, torto marcio, vengono considerati non necessari, come l’arte, la musica, il cinema, l’istruzione, il sostegno e la fiducia alle idee ed allo slancio delle nuove generazioni. Eppure, crisi economica, personale, di valori o sociale che sia, spesso un momento difficile, in cui sembra che si sia toccato il fondo, fa nascere nuove speranze, sviluppa l’inventiva, la capacità di plasmare le avversità ed i venti contrari a proprio favore.
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Crisi e cambiamento, problemi e soluzioni
Crisi: siamo abituati a pensarla necessariamente come un qualcosa di negativo, una catastrofe nelle nostre vite e nella sopravvivenza della nostra comunità così come la conosciamo, che si tratti di una crisi sociale, spirituale piuttosto che economica, eppure la storia ci insegna che proprio nei periodi di crisi sono nate le idee migliori, le spinte al cambiamento, al miglioramento. La crisi in fondo è il fallimento, la messa in discussione, del sistema vigente, dello status quo, il crollo definitivo delle sue falle e di quel tirare avanti a stento, mettendo una pezza qua e là, che prima o poi svela le sue debolezze.
Giovani in crisi più prudenti
In questi giorni i media continuano a tartassarci di notizie relative alla crisi economica delle borse, che sempre più sfiduciano la popolazione sugli investimenti e soprattutto fomentano i dubbi sul futuro, sulle aspettative e su tutto quello che dovrebbe succedere in un futuro prossimo. Un nuovo studio di due economisti italiani, ha messo a fuoco come chi si riesce a salvare da un periodo di recessione dell’economia, faccia si che la vita sia più propensa al rischio rispetto agli altri.
Vacanze talpa, il 15% degli italiani finge di partire
Su Iovalgo parliamo spesso di come smascherare i bugiardi e di come scoprire chi mente. Per allenarvi l’estate può essere un ottimo periodo con più di un’occasione per mettersi alla prova dal momento che ben il 15% degli italiani racconta una bugia bella grossa, ovvero afferma di partire per le vacanze ma in realtà si barrica in casa, mimetizzando la propria presenza, per non dover ammettere di avere difficoltà economiche e di non riuscire a partire. Delle vacanze talpa cui sono costretti, per via della crisi, migliaia di connazionali negli ultimi anni, parla in un’interessante intervista rilasciata all’Adnkronos Salute, Antonio Lo Iacono, presidente della Società italiana di psicologia.
Crisi di coppia, il gioco delle colpe
Coppia in crisi: quanto conta quel gioco delle colpe reciproche, quel puntarsi il dito contro quando qualcosa non va per il verso giusto? Affannarsi ad attribuire all’altro la responsabilità di un rapporto incrinato, scaricando ogni potenziale sospetto che pende su di noi, è un errore piuttosto comune che porta verso un vicolo cieco, sulla strada di un percorso che va nella direzione opposta ad una soluzione della crisi. Capire che uscirne tanto puliti ed innocenti quanto soli non è un modo per rimanere insieme è il primo passo per evitare di cadere nella trappola del gioco delle colpe. Lo psicologo William Knaus, autore di End Procrastination Now!: Get it Done with a Proven Psychological Approach, ci spiega come comportarci davanti ad un rapporto in crisi.
Italiani in crisi: aggressivi e depressi
Dal Censis arrivano notizie preoccupanti sugli italiani e sui loro modi di vivere. Sono sempre più aggressivi, sempre più depressi e sempre più narcisisti. La causa di tutto sarebbe la crisi. Secondo oltre il 50% degli italiani, qualora non rispettassero le regole, l’unico deterrente al rimorso è proprio la coscienza personale, che negli ultimi anni è diventata sempre più permissiva.
Si tratta, secondo il Presidente del Censis, Giuseppe De Rita, di una “Crisi Antropologica” che porta ad un aumento dell’individualismo personale.
La ricerca fatta dalla società che ha portato a queste conclusioni prende il nome di “La crescente sregolazione delle pulsioni”.
Luna di fiele: la crisi dopo le nozze
Dimentichiamoci il fatidico “e vissero per sempre felici e contenti”. Purtroppo non sempre le cose vanno come dovrebbero. Sembra incredibile, ma i dati statistici lo confermano: dopo il matrimonio e la luna di miele, una coppia su dieci soffre di una crisi depressiva che può essere anche di forte intensità.
Attenti alle benzodiazepine
Non di rado chi ne ha bisogno, si avvicina ai trattamenti psichiatrici con forti timori, considerandoli “terapie pericolose”, invasive e potenzialmente dannose nei riguardi dell’integrità psicofisica.
Bisogna specificare che in realtà tali ansie sono frutto della comunicazione errata imposta dai mezzi di comunicazione e di coloro che hanno poca dimestichezza con tali trattamenti.
Purtroppo chi si avvicina per la prima volta alla cura psichiatrica, resta inamovibile riguardo la “volontà di farcela da solo” e il “desiderio di non diventare dipendente dai farmaci”.
Questo avviene sia perché convinti da altri “esperti” del settore a non assumere psicofarmaci sia perché l’ambiente circostante tende a dissuadere dall’assunzione.
Sunday blues: quando la domenica ci rende tristi
E’ domenica, il sole sta tramontando: il weekend sta inesorabilmente finendo e non riusciamo a toglierci dalla testa che tra poche ore saremo di nuovo in ufficio. Questa sensazione ha un nome: Sunday blues. Nasce dalla consapevolezza che i giorni dedicati al divertimento sono già finiti e dall’ansia di ritornare a lavorare il giorno dopo.
La crisi? Ci rende meno ambiziosi
La crisi non ha colpito solo i bilanci aziendali e i livelli di occupazione. La difficile congiuntura economica ha avuto conseguenze negative anche sul morale dei lavoratori. In particolare, sono diminuiti i sogni di carriera: ormai il desiderio più diffuso è quello di stabilità.
Una carriera a prova di crisi
Il 2009 è stato un anno difficile per l’economia mondiale: una delle conseguenze più evidenti è stata la forte crescita della disoccupazione. Secondo Confindustria tra il 2008 ed il 2009 sono già stati persi 470 mila posti di lavoro e altri 195 mila sono a rischio tra il 2010 ed il 2011.
Meglio quindi cercare di essere prudenti e di fare il possibile per crearsi una carriera a prova di crisi. Ma, in pratica, quale strategia dobbiamo seguire?
Aumenta lo stress in ufficio: colpa della crisi
Ben sei lavoratori su dieci confessano di avere percepito quest’anno maggiori pressioni sul posto di lavoro. Le cause di questo disagio? Il timore di perdere il lavoro, la riduzione del personale e la difficoltà nel mantenere alti i livelli di produttività. E in Europa il 61% dei dipendenti è convinto che il peggio debba ancora arrivare.
Il taglio di numerosi posti di lavoro ha inasprito le condizioni di vita all’intero delle aziende: aumenta la sfiducia nei confronti del proprio contesto professionale e per di più cresce la competizione tra colleghi, spesso ricorrendo anche a metodi poco corretti. Chi rimane inoltre deve sopperire ai vuoti creati dai licenziamenti e non osa dire di no per paura di rischiare il posto.