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Assolutamente chiaro e categorico il messaggio: “Se non lo usi lo perdi” . Si intende naturalmente il cervello ed è l’importante avviso lanciato da un gruppo di ricercatori e scienziati australiani che hanno portato avanti una ricerca sul ruolo che l’attività mentale riveste nell’assottigliare il rischio di un ‘black out’ e quindi della demenza.
I neuroscienziati dell’università del Nuovo Galles hanno analizzato e hanno passato in rassegna gli studi più autorevoli condotti in materia, arrivando alla conclusione che, le persone che non s’abbandonano e continuano ad esercitare il cervello in modo regolare, riducono notevolmente, addirittura di quasi la metà, la probabilità di soffrire di demenza.
Nella ricerca – pubblicata sulla rivista Psychological Medicine – sono passate in rassegna le conclusioni di 22 indagini, che hanno fatto riferimento ad un campione di oltre 29 mila persone in tutto il mondo, osservate per circa 7 anni.
Fondamentale inoltre, il ruolo che rivestono le nostre scelte e che inevitabilmente condizionano la nostra attività mentale, come l’istruzione, l’occupazione e l’allenamento dell’esercizio intellettuale fino all’età avanzata e che sono importanti se si vuole prevenire il declino cerebrale.