Combattere contro se stessi a volte serve. Soprattutto se si rischia di rimanere vittime di gioghi mentali tutt’altro che benefici. Perché crearsi delle barriere attorno che limitano la crescita quando si può godere del maturare nelle e delle situazioni per una vita migliore?
dipendenza
Stress, depressione, dipendenze, qual è il ruolo della dopamina?
La convinzione diffusa che la dopamina regola il piacere potrebbe avere un ulteriore impulso dagli ultimi risultati della ricerca sul ruolo di questo importante neurotrasmettitore. I ricercatori hanno dimostrato che esso ha un ruolo fondamentale nel regolare la motivazione, permettendo alle persone di avviare e mantenere un’azione finalizzata ad ottenere un risultato positivo o negativo.
La dipendenza dai videogiochi porta ad ansia e depressione
I bambini e i ragazzi trascorrono spesso molte ore a giocare con i videogiochi, e talvolta ciò può diventare una specie di dipendenza; secondo il professor Douglas Gentile della Iowa State University, una simile forma di dipendenza può a sua volta portare ad ansia, depressione e fobia sociale. Quando, però, viene ridotto il tempo dedicato ai videogames, e si gioca con essi per un tempo normale, le condizioni psicologiche del ragazzo migliorano.
Dipendenti da Internet, come da una droga
E’ ormai noto che molte persone tendono ad abusare di internet, stando al computer e navigando per buona parte della giornata, al punto da confondere il virtuale con il reale e ad essere quasi dipendenti dalla rete. Una recente ricerca svolta in Cina ha scoperto che quella da internet in alcuni casi può essere considerata una vera e propria dipendenza, come da una droga, al punto da creare alterazioni nel sistema nervoso.
Fumatori incalliti? Provare l’efficacia della sigaretta elettronica si può per lo IEO
Già in passato abbiamo affrontato in un post l’argomento. La sigaretta elettronica è uno strumento nuovo nella lotta contro il fumo. A proposito della sua effettiva utilità, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano ha effettuato una ricerca in collaborazione con l’Istituto San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino, per valutare quanto la sigaretta elettronica possa permettere ai fumatori di abbandonare un vizio così dannoso per la salute umana. Infatti, il dispositivo sembra proprio efficace: permette di inalare un valore innocuo che dà una sensazione simile a quella del tabacco.
I genitori hanno paura della «Facebook-dipendenza»
Siamo nell’era dei social Network. Se avete visto il film di David Fincher, The Social Network, che racconta la storia della nascita di Facebook non sarà un mistero per voi come tutto sia nato per caso. Gli adolescenti odierni usano tantissimo il Web, per intrattenere rapporti, aumentare i propri contatti, postare le proprie foto. Il meccanismo è fortissimo e crea grande dipendenza se non si è così “attenti” da capire che la realtà vera è lontana da un modem e qualche cavo di rete. Indubbiamente Facebook è stata una scoperta rivoluzionaria e utilissima. Infatti, nel film Mark Zuckerberg dichiara:
Dire no al fumo comporta dire sì alla tristezza
Uno dei vizi più comuni fra gli uomini è il fumo. La sigaretta diventa momento di sfogo e di piacere durante la giornata. Inutile star ora ad elencare tutte le caratteristiche negative legate al vizio di fumare, oltre che al rischio di incappare in patologie e malattie molto gravi in alcuni casi. Per non parlare poi del fatto che il fumo crea dipendenza, aumento di peso e ansia. Ma sembra interessante sottolineare il risultato di uno studio canadese effettuato da un gruppo di ricercatori del Centre for Addiction and Mental Health e dell’Università di Toronto.
Sette segreti del nostro cervello che il McDonald’s conosce fin troppo bene
Conoscere se stessi, ok, è la priorità per lo sviluppo personale ma se l’obiettivo è vendere patatine unte e carne ipercondita da salsine ad una maggior fetta di mercato possibile, allora bisognerà conoscere ben altro. Magari i segreti che muovono i fili del nostro cervello verso il cibo spazzatura, un moto apparentemente irrazionale che ci spinge lontano da un’alimentazione sana. Il McDonalds, ad esempio, ne conosce bene almeno sette di questi meccanismi. Trappole cerebrali, accertate da studi scientifici, non soltanto legate alla dieta, ma anche alle scintille che scoccano quando fiutiamo un affare all inclusive del tipo patatine più panino più bibita.
I sette peccati di cui non macchiarsi su Facebook
Facebook, il social network con la s maiuscola, la piattaforma che ci aiuta a mantenere i contatti con persone più o meno vicine e che, diciamolo, a volte ci riavvicina, per fortuna o meno, persino con chi sentivamo lontano anche quando si trovava a pochi centimetri da noi. Quando mi capita di imbattermi in qualcuno, rari, rarissimi incontri, che è fuori dal faccia a faccia virtuale, un po’ mi sorprende la determinazione con cui non si lasciano trascinare nel tunnel travolgente della condivisione a portata di clic. La domanda è: si può rimanerne fuori senza sentirsi tagliati fuori e soprattutto senza tagliare qualcuno fuori?
Facebook dipendenza, genitori chiamano la figlia Like
La Facebookmania impazza, in alcuni casi sconfina, se non si riesce a fare a meno del popolare social network, aggiornando ogni due secondi lo stato e vivendo letteralmente ed esclusivamente sulla propria bacheca, e diventa dipendenza.
Oltre ad invadere la privacy se uno vuole farsela invadere, sottinteso, altrimenti ci sono strumenti per gestire al meglio la condivisione, la fissa per Facebook può influire anche su altre scelte della vita, più o meno importanti. Un esempio? La scelta del nome da dare ad un figlio.
Attenti alle benzodiazepine
Non di rado chi ne ha bisogno, si avvicina ai trattamenti psichiatrici con forti timori, considerandoli “terapie pericolose”, invasive e potenzialmente dannose nei riguardi dell’integrità psicofisica.
Bisogna specificare che in realtà tali ansie sono frutto della comunicazione errata imposta dai mezzi di comunicazione e di coloro che hanno poca dimestichezza con tali trattamenti.
Purtroppo chi si avvicina per la prima volta alla cura psichiatrica, resta inamovibile riguardo la “volontà di farcela da solo” e il “desiderio di non diventare dipendente dai farmaci”.
Questo avviene sia perché convinti da altri “esperti” del settore a non assumere psicofarmaci sia perché l’ambiente circostante tende a dissuadere dall’assunzione.
Il Disturbo Dipendente di Personalità
Cioè che caratterizza il Disturbo Dipendente di Personalità è l’estrema ed eccessiva necessità di essere accuditi, ne consegue un comportamento sottomesso e dipendente caratterizzato dall’estremo timore della separazione. E’ una modalità che si fa strada nella prima età adulta. L’individuo che ne soffre è dipendente e sottomesso, il suo fine ultimo è di suscitare protezione. La percezione del sé è distorta, nella convinzione di essere incapaci di funzionare adeguatamente senza l’aiuto di altri.
Questi individui hanno grande difficoltà a prendere anche le decisioni più semplici, quotidiane se non rassicurati, hanno una forte tendenza alla passività e consentono ad altre persone – di solito ad una sola – di agire per loro, prendere l’iniziativa e decidere di gran parte della loro vita. Negli adulti , la dipendenza è data da un genitore o un coniuge che decidono praticamente tutto; ugualmente avviene nell’adolescente. Queste persone, spaventate dall’idea di perdere il supporto o l’approvazione degli altri, non riescono ad esprimere disaccordo, specialmente nei confronti di coloro da cui dipendono.
Quando lo shopping diventa una droga
Lo Shopping Compulsivo è un disturbo molto frequente nella nostra società ed è caratterizzato dall’impulso irrefrenabile e urgente all’acquisto, da una tensione crescente che trova sollievo solo all’atto del comprare qualcosa. Chi soffre di questo disturbo, trascura o sottovaluta le conseguenze negative di questo atteggiamento, sia per quanto riguarda l’aspetto sia finanziario sia psicologico.
Tv dipendenti, una sana educazione all’uso della televisione
La televisione nel 2010 rappresenta ormai uno strumento condiviso da persone di ogni età e posizione sociale; poco importa se è rimasta la stessa da anni o se è stata sostituita con lo schermo piatto dell’ultima generazione. L’importante è sapere che in ognuno di noi la tv esercita vari tipi di influenza sulla mente di grandi e piccini e che pertanto va utilizzata nel modo corretto ed evitare abitudini sbagliate che vanno aldilà della semplice influenza psicologica.