Se sei madre e lavori sei più felice

Ne avevamo parlato già tempo fa, cercando di capire qual è la situazione delle madri che lavorano. Le donne che, oltre ad avere una famiglia, gestiscono il proprio lavoro con cura e devozione devono fare i conti con uno stress continuo. Molto spesso si tratta di donne super impegnate, ma anche stressate, depresse e con molti sensi di colpa per tutto il tempo che devono necessariamente sottrarre alla famiglia. È proprio per questo che vogliamo parlarvi di uno studio effettuato dalla University of North Carolina di Greensboro che sembra sconvolgere queste convinzioni. Secondo gli studiosi americani, infatti, le donne che lavorano e che sono madri da poco tempo sono felici, nonostante tutte le difficoltà che incontrano nel gestire giorno per giorno carriera e famiglia.

Lavoro? Se il capo è donna è meglio

È già da oggi frequentissimo il telelavoro. L’attività lavorativa viene intesa sempre più in modo flessibile, sia per quanto riguarda gli orari che per quanto riguarda il grado di libertà per la risoluzione dei diversi obiettivi. È recente un sondaggio promosso da Vodafone in Gran Bretagna che avvalora questa tesi. Sembrerebbe che ben il 70% dei manager che sono stati intervistati hanno dichiarato di essere a favore di un lavoro flessibile e la maggior parte di questi è donna. Ma forse è meglio specificare cosa si intende per lavoro flessibile.

Il progetto “Fiocco in azienda” per le donne che lavorano

Vi vogliamo parlare di un momento molto particolare della vita lavorativa di una donna. Dopo la maternità ritornare alla routine lavorativa non è semplice per le giovani mamme. Molto spesso le donne rinunciano alla carriera per dedicarsi completamente alle cure dei propri figli. Infatti, lo stress sul luogo di lavoro e difficoltà pratiche non contribuiscono a facilitare il ritorno alla vita lavorativa. Non poco tempo fa vi parlammo del divario esistente tra uomini e donne sul posto di lavoro, onde ripeterci sull’argomento discriminazioni, non possiamo perciò trascurare un fenomeno come il mobbing o la competitività tra colleghi che porta a conflittualità. Le donne, in un periodo così delicato come quello che succede la maternità, si trovano a vivere una situazione davvero difficile. Proprio per trovare una soluzione a tutto ciò vogliamo segnalarvi il progetto “Fiocco in azienda” curato da Manageritalia e promosso dall’Assessorato alla Salute del Comune di Milano.

Lavorare da casa? Meglio andare in ufficio

Molti credono che lavorare da casa abbia numerosissimi vantaggi. Rispetto all’andare in ufficio e allo stress del raggiungere il proprio posto di lavoro ogni giorno con l’auto o con i mezzi pubblici, il lavoro da casa è visto come una comodità. Non ci sono stress e c’è una maggiore possibilità di gestirsi pause e lavoro. In realtà, uno studio americano ci ha spiegato come lavorare da casa può essere un modo per incrementare più liti domestiche.

Donne esperte del Web

Anche se le ultime notizie riguardanti il mondo del lavoro non sono confortanti, soprattutto per le donne, sono proprio queste a fare la differenza nel mondo del web. Se immaginate le donne ancora come casalinghe impegnate soltanto nelle faccende domestiche, dovrete dimenticare presto questa convinzione errata. La Rete ospiterebbe numerose quote rosa che attraverso di essa riescono a lavorare e ad essere produttive.

Di cosa non sono capaci le donne?

Il mondo lavorativo è un campo d’azione difficile per tutti. In questi tempi di crisi economica trovare un lavoro soddisfacente è un miracolo per molti. Ma soprattutto per le donne è sempre più complicato farsi strada in un mondo in cui vigono stereotipi e condizionamenti di ogni tipo, in cui di regola il capofamiglia è l’uomo, che si occupa della gestione familiare e del lavoro.

Le donne sul lavoro aiutano il gruppo

 

Secondo una ricerca guidata da Anita Williams Woolley della Carnegie Mellon University, una donna nel gruppo di lavoro, lo rende completamente perfetto. La pubblicazione è avvenuta su Science, la rivista su cui si è parlato di intelligenza collettiva e soprattutto delle sue applicazioni derivate da una sorta di fattori.

La somma delle intelligenze individuali, infatti, non sarebbe l’intelligenza collettiva, ma il criterio dei singoli produrrebbe delle variazioni sul tema, tra cui, l’inserimento di una donna. La ricerca è stata fatta su 699 volontari, ed ha misurato l’intelligenza e la sensibilità sociale degli individui.