Don Wislow: “La lingua del fuoco”

Non è assolutamente un caso che in America venga considerato il “surfista del noir“. La decisione ha avuto però i suoi “tempi di maturazione” ed è stata ponderata da Don Wislow, soprattutto, ha deciso che la sua carriera andava indirizzata al profilo di scrittore, dopo essersi impegnato in moltissimi lavori e tutti diversi tra di loro e quindi come attore, guida di safari in Kenya, il regista teatrale, l’investigatore privato.

Ha scritto ben tredici romanzi che hanno fatto innamorare e mandato in visibilio la critica. Il primo del 1991, s’intitolava A cool breeze on the underground e apriva la saga (interminabile) dell’investigatore Neal Carey, durata cinque volumi.

Walter Benjamin e i versi per l’amico che si tolse la vita

L’incontro, fin dal primo momento, fu estremamente importante per entrambi, di quelli che segnano per sempre la vita, le sorti. Si conobbero a Friburgo nel 1913, fu immediatamente forte amicizia, non priva di contrasti. Cristoph Heinle (1894), poeta mai pubblicato in vita, si uccide l’8 agosto 1914 insieme alla fidanzata, entrambi ebrei, allo scoppio della prima guerra mondiale.

Il dolore e un medesimo destino amaro, non risparmiarono però Walter Benjamin, anch’egli filosofo e saggista, ebreo e perseguitato dal nazismo. Personalità complessa, sensibilissima, si suicida tra il 26 e il 27 settembre del 1940, al confine franco-spagnolo.

La Pazienza del giardiniere di Paolo Pejrone

Sono anni e non si può dire che Paolo Pejrone non ce l’abbia raccontato, il punto è che spesso siamo distratti, indaffarati e pensiamo a tutt’altro. Nel suo libro del 2009, La Pazienza del giardiniere (Einaudi, pp.198, euro 16), raccoglie una serie di articoli, esempi e rubriche uscite nel tempo. Gli ultimi capitoli, erano tutti incentrati all’elogio (oserei aggiungere estatatico!) dei corbezzoli americani e di come questi sopravvivano a lungo ed indenni attraverso le estati torride, mantenendo le foglie in ‘salute’, verdi e pronte a riempirsi di bacche rosse e per poi esplodere in un bellissimo bianco-rosato a grappoli e molto simile al mughetto.

Molto probabilmente e se ne può facilmente dedurre dato che si trattava delle pagine finali, desiderosi di conoscere tutto, per poterlo coltivare, ci sia mancata la concentrazione, non avevamo compreso però quanto sarebbe stato gradevole avere un corbezzolo americano o Arbutus menziesii (dal canadese Archibald Menzies, che lo individuò alla fine del Settecento), delle cui bacche i nativi si sono nutriti per secoli.