Rimediare agli errori del passato? Deve essere un imperativo. Per chiunque. Non è un discorso senza senso o un atteggiamento da perdente. Per quanto possa sembrare assurdo, con la coscienza pulita si dorme meglio.
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Facebook, quando le bacheche diventano gironi infernali
Premetto che adoro Facebook e lo uso ogni giorno mantenendo però un profilo alto, senza scendere troppo nel personale, perché sono consapevole di che strumento potente possa rivelarsi, di come per molti rappresenti un modo di conoscere una persona reputato decisamente troppo attendibile. Basta poco per ritrovarsi delle etichette piuttosto scomode appiccicate addosso: l’eretico, l’antiberlusconiano ossessivo, il moralista, quello che ha sempre voglia di scherzare, il nullafacente, il presuntuoso, la vittima, il permaloso, la lagna, lo sdolcinato, il vanitoso, un po’ come nella vita, insomma, solo che manca il riscontro effettivo tra ciò che pubblichiamo e ciò che siamo, specialmente con i contatti che non conosciamo personalmente e sono spesso tanti.
Perché non fai come tutti gli altri?
Perché non fai come tutti gli altri? Ovvero quello che un genitore non dovrebbe mai dire ad un figlio se non vuole rischiare di ferirlo e soprattutto di inibire quella che è la sua indole, quelli che sono i suoi veri interessi, attività che un giorno potrebbero tramutarsi in passioni più produttive e redditizie o comunque renderlo felice, soddisfatto della sua vita. Eppure spesso sono proprio queste le frasi che più si sentono ripetere bambini e adolescenti da madri e padri: perché non esci come tutti gli altri? Perché non giochi a pallone invece di leggere? Perché non leggi invece di giocare a pallone? Fai come il figlio di questo, fai come il figlio di quello!
Comunicazione, come scrivere una mail efficace
Come scrivere una mail efficace dal punto di vista comunicativo? Alcuni parametri di chiarezza, semplicità e sinteticità sono comuni ad ogni genere di comunicazione veicolata dalla posta elettronica. Il resto varia sulla base del tono, formale o informale, del rapporto con il nostro interlocutore, dell’argomento abbordato. Generalmente aiuta stabilire, ancor prima di iniziare a scrivere, l’oggetto che ci darà un’indicazione chiara del filo conduttore da non perdere e sarà utile a chi riceve il messaggio per intuire la priorità della nostra conversazione, l’argomento più o meno urgente.
Cinque errori da evitare su Facebook
Facebook, l’a dir poco popolare social network: chi non lo utilizza ormai per comunicare e mantenere i contatti con amici, parenti e conoscenti e per stringere nuove amicizie? Ognuno di noi fa un uso diverso della nota piattaforma social e spesso questo differente approccio è causa di incomprensioni e malumori tra utenti che hanno un concetto diverso di privacy, di ciò che deve rimanere privato e di ciò che può diventare invece pubblico. Se con i nostri amici, quelli veri, è facile conoscere il confine da non valicare perché sappiamo cosa li irrita e cosa invece accettano di buon grado, con gli estranei è più difficile individuare la frontiera del lecito. Vediamo quali sono gli errori più comuni e che bisogna evitare quando si è connessi a Facebook.
I sette peccati di cui non macchiarsi su Facebook
Facebook, il social network con la s maiuscola, la piattaforma che ci aiuta a mantenere i contatti con persone più o meno vicine e che, diciamolo, a volte ci riavvicina, per fortuna o meno, persino con chi sentivamo lontano anche quando si trovava a pochi centimetri da noi. Quando mi capita di imbattermi in qualcuno, rari, rarissimi incontri, che è fuori dal faccia a faccia virtuale, un po’ mi sorprende la determinazione con cui non si lasciano trascinare nel tunnel travolgente della condivisione a portata di clic. La domanda è: si può rimanerne fuori senza sentirsi tagliati fuori e soprattutto senza tagliare qualcuno fuori?
Perfezionismo, quando errori ed imprecisioni si trasformano in fallimenti
Il perfezionismo può essere considerato alla stregua di un crimine contro l’umanità. Laddove la flessibilità ed il sapersi adeguare garantiscono infatti la sopravvivenza della specie in un mondo in continua e rapida evoluzione, il perfezionismo tende piuttosto ad irrigidire il nostro comportamento. Perfezionisti non si nasce, si diventa, magari già in tenera età ed in misura sempre maggiore a causa della pressione crescente che incombe oggi sui bambini, caricati di troppe aspettative, assillati dalle pretese di successo avanzate dai genitori. Un continuo incitare a fare meglio ed al meglio che viene percepito dai giovanissimi come uno stato di critica incessante ed assillante, che spinge a mollare prima di iniziare se si è già consapevoli di non poter arrivare in cima.
Paura di sbagliare, è la rinuncia il vero fallimento
Paura di sbagliare, quella paralisi all’azione che blocca sul nascere i progetti, fa indietreggiare ai primi ostacoli, quel demordere a prescindere perché il terrore di un fallimento supera, almeno apparentemente, la possibilità di riuscire, palesata come remota.
Come superare la paura di sbagliare? In primis bisogna chiedersi da dove ha origine. Non di rado bisogna scovare nella propria infanzia. Se in famiglia gli insuccessi di bambino assumevano dimensioni sproporzionate, semplici errori, esperienze infruttuose venivano additate come pesanti difetti, la consapevolezza che rinunciare fosse meglio che rischiare di fallire, come un tarlo, si è annidata dentro al centro decisionale, incidendo pesantemente ed inconsapevolmente su ogni scelta.
Chiedere scusa e perdonare
Chiedere scusa
Chiedere scusa non è un atto di debolezza. Tutt’altro avere difficoltà a scusarsi è sinonimo di mancanza di autostima e di una profonda fragilità interiore che porta a voler nascondere a tutti i costi di poter sbagliare. Il timore principale è che l’altro abbia prova della sua superiorità se ci scusiamo.
Non essere capaci di domandare perdono per gli errori commessi, così come non riuscire a perdonare, equivale a seminare o serbare rancore. Due facce della stessa medaglia, in verità. Perché non perdonare equivale in fondo ad avercela con noi stessi perché qualcuno ci ha ferito, perché è riuscito a scalfirci nel profondo. Per liberarsi da questa schiavitù dell’anima l’unica via d’uscita è proprio il perdono, un perdono che non dimentica, certo, ma pur sempre una catarsi che prevede l’accettazione e dunque il superamento di un torto subito, di una delusione.
L’autocritica quando è costruttiva ti rende più forte
Quante volte ci siamo avviliti, boicottati, intimati la resa “Non ce la farai mai anche se ti impegni, non puoi riuscire”. Innumerevoli volte ci siamo ripetuti frasi come questa, può capitare ma non indugiamoci. L’ autocritica svalutativa è uno di quei meccanismi psicologici che se intervengono spesso nella nostra vita diventano motivo di depressione. L’ argomento è stato affrontato nel 2004 da un gruppo di psicologi inglesi, guidati da Paul Gilbert della Mental Health Research Unit del Kingsway Hospital di Derby, e pubblicata sul British Journal of Clinical Psychology. Lo studio evidenzia come questo tipo di autocritica, crei delle dolorose spaccature nella psiche, perché se è vero che una parte di noi ci allontana ansiosamente da una situazione di cui ne paventa (quasi sempre in maniera ingiustificata ) il “pericolo” , dall’altra sussiste – dato che è insita nell’uomo – la volontà e il desiderio di superare un proprio limite. La scelta finale sarà determinata dal confronto/scontro di queste due istanze che ne determineranno l’azione o l’inerzia. Per dare un’idea di questo meccanismo, soprattutto in coloro che soffrono di depressione, alcuni ricercatori hanno applicato la tecnica del role-playing che mostra come il conflitto esploda in maniera evidente. E’ una sorta di psicodramma in cui viene utilizzata la “tecnica delle due sedie” su cui i pazienti sono invitati ad accomodarsi. Una volta occupata la prima, dovranno comunicare le autocritiche svalutative mentre sulla seconda, manifestare il desiderio di riuscita e resistenza. Il conflitto interiore in questo modo si palesa e talora anche molto violentemente: è per i terapeuti è il momento ideale per intervenire e lavorare successivamente sullo sviluppo della capacità di “promozione”, arrivando a contrastare la profonda incapacità e realizzarsi positivamente. Naturalmente non tutte le forme di autocritica sono dannose, anzi la capacità di analisi profonda del sé è – per chi la possiede – una grande risorsa ma non deve tralasciare la propria implicita funzione costruttiva, un atteggiamento responsabile offre la reale possibilità di non ripetere gli errori, quella che invece è perpetrata con disfattismo e vittimismo, oltre a creare un’intensa frustrazione e infelicità, tende a reiterare atteggiamenti sbagliati, ci riduce all’impotenza e alla rabbia.
Fai questi errori quando pensi?
La nostra mente a volte ci inganna. In altri momenti, invece, non siamo in grado di valorizzare le nostre idee o le nostre risoluzioni. Per migliorare la nostra vita, dobbiamo assolutamente affinare anche il nostro modo di pensare. Scopriamo quindi gli errori più comuni in cui potremmo inciampare.
10 cose da evitare per essere felici
Tutti desiderano essere felici: eppure mentre inseguiamo questo traguardo possiamo incontrare numerosi trabocchetti che ci condannano a vivere meno serenamente. Per questo motivo dobbiamo essere consapevoli di quali problemi possono presentarsi nella nostra vita e saperli affrontare senza esitazioni.
Migliorare la propria autostima: 3 errori da evitare
Raggiungere un buon livello di autostima è uno dei traguardi più importanti della nostra vita. Per poter raggiungere questo obiettivo, dobbiamo evitare rimuovere alcuni ostacoli. Scopriamo insieme quali sono gli errori più frequenti che dobbiamo evitare per trovare la giusta fiducia in noi stessi.