Oggi vogliamo parlarvi di un recente studio dei ricercatori dell’Università di Muenster, in Germania, che si è occupato di un problema molto sentito: l’infertilità maschile. Gli studiosi hanno elaborato un metodo innovativo attraverso il quale sembrerebbe possibile ricreare il liquido seminale in laboratorio. In questo modo si potrebbero aiutare tante coppie sterili che non riescono a concepire un bambino e senza l’utilizzo della fecondazione artificiale.
esperimenti
Ricerche? Il legame fra coccole e droga esiste
Si sa, di mamma ce n’è una sola. Il legame esistente fra figli e madri è unico ed indissolubile. Oggi vogliamo parlarvi, a proposito di questo, di una ricerca effettuata tramite la collaborazione fra due istituti di ricerca universitari, l’americana Duke University e l’australiana Università di Adelaide. Gli studiosi hanno indagato qual è il legame fra le coccole che una madre rivolge ai propri figli e la loro possibilità futura di fare uso di sostanze stupefacenti.
Gelotofobia, la paura di essere derisi
A quanti di noi durante una discussione è successo di avere paura di essere derisi dagli altri? La maggior parte di noi teme il confronto con gli altri e spesso questa tensione diventa così forte da bloccarci e mostrando agli altri che davvero non siamo all’altezza della situazione; questo capita anche quando siamo perfettamente in grado di affrontare il problema ma restiamo paralizzati dalla paura di essere derisi, paura che prende il nome di gelotofobia; è vero che siamo tutti gelotofobi?
L’esitazione favorisce la concentrazione
Le esitazioni, tutti quegli “ehm” o pause che frammentano i discorsi e che spesso infastidiscono chi ascolta, hanno in realtà un effetto inaspettatamente positivo. La sospensione del flusso di parole causata dall’incertezza di chi parla, sembra potenziare l’attenzione dell’interloctore, mentre al contrario parlare troppo velocemente e senza esitazioni distrae e presto o tarsi porta a perdere il filo del discorso.
L’esitazione viene percepita dal cervello di chi ascolta come un segnale di allerta, l'”ehm” viene inteso iconsciamente come un richiamo a sintonizzarsi e a prestare attenzione.
Amorex il farmaco contro il mal d’amore
Ormai ci siamo, domani le coppie di tutto il mondo festeggeranno la festa romantica per eccellenza: San Valentino. La giornata degli innamorati può essere sinonimo di cenette a lume di candela, regali e rose rosse ma per chi invece non è accoppiato o per chi non è felicemente single il 14 febbraio può essere un giorno insopportabile. Quando si ama qualcuno senza essere ricambiati o se una storia è appena finita non è piacevole essere circonati da cuori che battono all’unisono e da baci perugina.
Indipendentemente dalla festa che celebra i dardi di Cupido soffrire per amore può essere molto doloroso, al punto che sta prendendo piede l’idea che sia un dolore equiparabile alla sofferenza fisica. L’attenzione delle case farmaceutiche per i cuori infranti non si è fatta attendere e la tedesca Coropham ha prontamente diffuso sul mercato il rimedio alla depressione amorosa, sotto forma di pillola.
Il disgusto ci tiene lontani dai pericoli
Grandi menti come Charles Darwin o Stanley Miller consideravano il disgusto un concetto strettamente legato al cibo. In particolare Darwin, nel suo libro “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”, ne sottolineava il valore adattivo, e considerava il disgusto come un emozione originata dal senso del gusto che con l’evoluzione si è trasformata in una risposta emozionale che impedisce all’uomo di assumere oralmente sostanze potenzialmente dannose.
In realtà lo scopo del disgusto non è solo evitare di ingerire alimenti pericolosi, nè di preservare l’uomo dal contatto con i batteri; è piuttosto un meccanismo di difesa che interessa sia fisico che mente. Infatti esiste sia il disgusto sensibile, cioè quello che proviamo quando assumiamo cibi avariati, sia quello psicologico.
Il potere benefico delle parolacce
È scientificamente provato che le parolacce fanno bene a corpo e mente. La notizia ci arriva da un esperimento effettuato da Richard Stephens e colleghi, durante il quale, in un primo tempo, i soggetti dovevano immergere la mano in un contenitore pieno di acqua gelida urlando una parolaccia a piacere. Nella seconda fase, i soggetti dovevano ripetere l’operazione senza imprecare.
Il risultato è stato che nella prima fase, i soggetti hanno alzato la loro soglia di sopportazione al dolore di quasi il 50%, a differenza della seconda.
Quando è il gruppo a decidere
Scelte individuali e scelte di gruppo. Un tema che sta a cuore alla PNL, soprattutto quando si esaminano le dinamiche della leadership nel gruppo. Anche in campo aziendale, in particolare nel capo del decision making, molto spesso si sente parlare di group thinking. La psicologia che sta infatti dietro una scelta è molto complessa, e lo è ancora di più quando a decidere non è il singolo ma il gruppo.
Molto probabilmente avrete sentito parlare, o vi sarete imbattuti di persona, nel classico test di gruppo che simula una situazione di emergenza della NASA. Di solito vi ritrovate superstiti sulla luna (io ho incontrato sempre questa versione…) o nel deserto, con pochi oggetti e poco spazio per trasportarne solo alcuni. Beh, come avrete notato, e come è chiaro, il processo decisionale che ne viene fuori è orientato si da scelte di sopravvivenza ma visto che si genera in gruppo (i partecipanti vengono divisi in più gruppi) è plasmato da prospettive diverse, e quasi tutti hanno delle difficoltà ad accettare le scelte del gruppo che non sono corrispondenti alle proprie. Che vuol dire?