Quali sono i criteri che utilizziamo per giudicare la bellezza di una persona, nel valutare come attraente qualcuno ci basiamo sulla sua mimica facciale? A questi interogativi hanno fornito una risposta ricercatori dell’Università britannica di Portsmouth, in uno studio pubblicato sul Journal of Nonverbal Behavior, dal quale si evince come la maggior parte delle persone che hanno partecipato alla ricerca valutavano come attraenti le persone indipendentemente dall’espressione del loro viso.
espressioni facciali
Ti racconta bugie? Scoprilo dalla mimica facciale
E’ molto difficile fidarsi di un’altra persona. Molto spesso si vive per anni con delle persone credendole in un modo e l’evolversi degli eventi ci dimostra che ci trovavamo di fronte ad un altro. Le stesse storie d’amore devono basarsi sulla fiducia comprendendo chi è la persona con la quale decidiamo di stare e se ci sta raccontando delle bugie.
Leggere le emozioni? Non solo in faccia
Una nuova ricerca condotta da Lisa Feldrman Barrett, professoressa di Psicologia presso la Northeastern University, sembra destinata a cambiare molte delle tradizionali teorie su come riconoscere le emozioni delle persone dalle espressioni facciali. La psicologa ha infatti spiegato che, alle consuete espressioni del viso che gli scienziati, per oltre cinquanta anni, hanno ritenuto indicatrici degli stati d’animo di una persona, si possono aggiungere molti altri fattori utili a decifrare le emozioni, come il linguaggio del corpo, la prospettiva di visuale, e persino l’orientamento culturale.
Secondo la ricercatrice, “Questo sfida il credo a lungo mantenuto nella scienza della psicologia per il quale le espressioni sono la cosa più importante”.
Con il linguaggio non verbale si comunica di più e meglio
Interpretare, osservare e infine approfondire uno sguardo, arricchisce moltissimo e soprattutto affina la capacità di guardare alle cose, al mondo: offre nuove chiavi di lettura, altri codici.
Siamo tutti bene o male consapevoli che esistono atteggiamenti o comportamenti che ostacolano l’interazione con gli altri, anzi bisogna sottolineare come la comunicazione non verbale risulti di fatto un “codice di controllo” delle “relazioni non verbali”; pertanto è un vero peccato che in questa direzione manchino dei veri e propri studi scientifici.
Chi desidera imparare questo linguaggio, dovrà procedere naturalmente per gradi, cercando di carpirne i significati solo apparentemente celati da “ciò che non si dice”. L’obiettivo che ci si deve porre è il desiderio di allargare, rendere più profonda la conoscenza di sé.