Fame nervosa, combatterla con la giusta dieta ed uno stile di vita sano

Fame nervosa, eating emozionale

L’eating emozionale, quella fame emotiva cosiddetta nervosa, che più che mirata a soddisfare un reale appetito fisico, cerca di colmare un vuoto interiore o di eliminare lo stress servendosi del cibo.
Mangiare diventa una sorta di rifugio, un punto di sfogo al nervosismo, alla frustrazione, un modo poco salutare di calmarsi e consolarsi che lascia ancora più insoddisfatti e crea ulteriori problemi che vanno ad appesantire con ulteriore tensione la vita, ovvero i chili di troppo e il conseguente stato di insicurezza che spesso ne deriva oltre che danni per la salute.

Resistere alla tentazione di trangugiare qualsiasi cosa capiti sotto tiro non è impossibile. Si può iniziare gradualmente a liberarsi dalla fame nervosa, eliminando dalla dispensa snack, dolcetti, e quanto altro può servire da spuntino ipercalorico ed insano.

Il fico d’India come rimedio contro la fame nervosa

 

Chi poteva immaginare che il fico d’India avesse anche degli aspetti benefici sulla psiche? Ebbene si. La pianta, originaria dell’America, che tecnicamente prende il nome di Opuntia Ficus indica, cresce spontaneamente anche sulle coste del Mar Mediterraneo ed è nota anche con il nome di opuntia o nopal.

I suoi fattori benefici oltre il controllo del tasso di colesterolo nel sangue, i disturbi gastro intestinali e le malattie cutanee, danno ache altri benefici per la cura della fame nervosa.

La fame nervosa

  

Dopo la cena della vigilia e il pranzo di natale parlare di fame sembra quasi fuori luogo. C’è però chi vede nel Natale nient’altro che un occasione unica per abbuffarsi, per saziare un bisogno psicologico di cibo che non ha niente a che vedere con il normale appetito che scaturisce da necessità fisiologiche. In generale, rapportarsi correttamente al cibo è il risultato di un delicato equilibrio che tende a incrinarsi con facilità. Disturbi psicologici anche lievi infatti, possono trovare sfogo nella fame nervosa e nei casi più gravi, nell’anoressia o nella bulimia.