Charlie Chaplin diceva che ridere fa bene e che ogni giorno speso a ridere e ad essere felici non è un giorno perso. Ma allo stesso tempo Seneca, il filosofo greco, ci ricordava che la felicità è breve e instabile. Ad approfondire il discorso sulla felicità è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra. Coloro che sono felici e soddisfatti della propria vita risultano avere la possibilità di abbassare ben del 35% il rischio di morte prematura rispetto a tutti coloro i quali vivono una vita che non li soddisfa e che li rende completamente infelici.
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Depressione bipolare: vediamo cos’è
Non tutti sanno che la depressione bipolare è un disturbo mentale molto complesso. La caratteristica fondamentale consiste nella variabilità dell’umore, che influisce tantissimo sulle relazioni con gli altri e sulla conduzione di qualsiasi sano rapporto lavorativo. Non bisogna fare diagnosi fai da te. Per un disturbo di questo tipo è consigliabile farsi aiutare da un esperto.
Come ritrovare il buonumore, pillole di felicità
Il nostro organismo funziona meglio se sul nostro viso c’è un sorriso piuttosto che un’espressione scoraggiata e smorta. Anche se a volte è difficile mantenere la serenità, vessati dalle difficoltà quotidiane, dobbiamo anche capire che è prioritario. Investire nella nostra felicità, in attività divertenti, leggere, nello svago, distrarsi, ridere, uscire con degli amici, fare l’amore, amare, scherzare, guardare un bel film, rilassarsi, fare due passi in un parco, ascoltare musica non sono azioni da considerare meno importanti del lavoro, degli impegni, dei doveri.
Curiosità, la ricerca della felicità passa attraverso gli interessi
La curiosità, lo stupore, l’interesse verso qualcosa in particolare, che si tratti di un hobby, di un animale, di un Paese, di una cultura, di un regista, di un autore, di una corrente letteraria piuttosto che di uno sport, rendono più agevole il cammino verso la felicità perché riempiono quel senso di vuoto, di sconforto e quella sensazione che sia tutto piatto, tutto uguale, che certi giorni mettono anche le persone più positive di cattivo umore.
Quella perfezione che rende infelici
La ricerca della perfezione, forse l’unica tra le sfide che nella vita non vale la pena di iniziare perché non ci porterà ad altro che ad un inseguimento tanto vano quanto improduttivo. Per alcuni diventa un’ossessione chiamata perfezionismo, una smania di precisione, fino al più piccolo dettaglio che può mandare in crisi non solo la felicità individuale ma anche i momenti belli di condivisione, le relazioni interpersonali, per delle inezie, per una macchia impercettibile di colore nello sfondo bianco e piatto di un’esistenza creata e fondata sul tutto giusto, tutto perfetto, tutto ordinato.
Gestire il tempo, non mancare all’appuntamento con la felicità
Il tempo: un acerrimo nemico o un valido alleato? Perché spesso si ha la sensazione di non avere a disposizione abbastanza tempo per fare tutto e soprattutto per fare bene le cose, godendosi la vita e sentendosi gratificati? A volte, quasi sempre a dire il vero, non è il tempo a mancare ma la voglia di trovare il tempo per dedicarsi agli aspetti più piacevoli della vita: un hobby o un lavoro che appassionano, la famiglia, l’amore, il cane, la musica, il cinema, gli amici, qualsiasi cosa ci renda felici e che, chissà poi per quale assurdo motivo, releghiamo in quella sezione della nostra agenda che resta in bianco ovvero senza tempo.
La vera felicità sta nel bacio
Il vostro partner vi manca da morire? Non vedete l’ora di andare da lui per baciarlo? Fate bene. Continuate così. Infatti, secondo quanto emerge dallo studio della dottoressa Sheril Kirshenbau, ricercatrice dell’ University of Texas in America, e autrice del libro “La scienza del bacio: che cosa ci dicono le labbra”, il 90% delle persone ricorda con maggior dovizia di particolari il primo bacio rispetto alla fatidica perdita della verginità. Questo ci porta a sollevare numerosi dubbi sulle reali motivazioni che spingono a baciare una persona ed alla facilità con la quale oggi ciò avviene.
Idee regalo per suscitare emozioni
Idee regalo, credo che dopo la ricerca del tempo perduto di proustiana memoria siano le più inseguite e non solo quando vogliamo fare bella figura o colpo su qualcuno. In quel caso magari è sufficiente conoscere i suoi gusti, puntare su un oggetto costoso e di qualità legato ad uno dei suoi hobby per andare sul sicuro. I problemi maggiori si presentano quando con un regalo vogliamo dire di più, non è più solo una questione di accontentare dei gusti, soddisfare un capriccio, compiacere… vogliamo stupire, trasmettere emozioni, dare un significato più profondo al nostro regalo.
Concentrazione, quando il cervello inserisce il pilota automatico
Concentrazione, quel focalizzare l’attenzione su un obiettivo, un compito piuttosto che una semplice conversazione, un requisito indispensabile per il successo. Eppure spesso ci sorprendiamo a smarrirci in un mondo estraneo a quello reale o al contrario andiamo alla ricerca del proprietario dello sguardo fisso perso nel vuoto che ci troviamo davanti. Dove andiamo e perché non riusciamo a rimanere ancorati alla realtà? Lo spiega un recente studio effettuato da Daniel Gilbert, autore di Stumbling on Happiness, e Matthew Killingsworth.
Benessere psicologico, tutti i benefici degli animali domestici
Benessere psicologico, quali benefici ci derivano dagli animali domestici? Numerosi studi hanno indagato questa relazione, scoprendo innumerevoli vantaggi dal possedere un cane piuttosto che un gatto o un qualsiasi altro pet. I nostri amici a quattro zampe contribuiscono ad alleviare lo stress e l’ansia che ci affligge quando dobbiamo superare una prova difficile, un esame per uno studente, ad esempio, o una lunga convalescenza per un paziente. La pet therapy aiuta i bambini e gli anziani con problemi cognitivi, i soggetti autistici, le persone affette da demenza senile, da disturbi psichiatrici e difficoltà di comunicazione.
Nostalgia, ricordare i bei momenti del passato rende felici
Nostalgia, una sensazione che nasce dal rievocare bei momenti del passato, persone che non ci sono più e con le quali siamo stati bene, luoghi associati a ricordi piacevoli, odori, profumi, suoni. Riportare alla mente quanto di bello abbiamo vissuto può essere un esercizio utile a migliorare il nostro umore ed accrescere la soddisfazione della nostra vita, a patto però di non commettere l’errore di confrontare il passato, idealizzato, con il presente che sta deludendo. In questo caso la nostalgia rischia di farci rinunciare ad un amore, ad un’amicizia, ad un viaggio perché partiamo prevenuti e pensiamo che non potrà mai eguagliare quanto è stato.
Felicità, la piramide dei bisogni di Maslow
Felicità è soddisfare i bisogni primari che trovano posto nella lista delle nostre priorità. Una piramide messa a punto nel 1945 dallo psicologo americano Abraham Maslow ha classificato queste esigenze vitali per il benessere psicologico dal grado più basso e su, in ordine di crescente importanza e peso, fino alla cima. Il concetto è che per arrivare in alto dove svetta la felicità bisogna prima soddisfare i bisogni più elementari alla base. In basso troviamo dunque le necessità più semplici: cibo, sonno, sesso.
Stress da lavoro, quando lavorare rende felici
Stress da lavoro, se ne fa un gran parlare negli ultimi tempi in riferimento a quello che sarebbe più corretto definire distress, lo stress negativo, una condizione che ci richiede sforzi maggiori di quelli che siamo capaci di sopportare o ancora un carico sbilanciato in relazione a gratificazioni e soddisfazione personale. In verità lo stress, lo abbiamo ricordato più volte, l’eustress, è positivo. Senza stress non ci sarebbe vita, spinta all’azione, alla produttività, all’esserci ed al rispondere agli stimoli esterni che ci consente di prendere coscienza di esistere e ci sottrae al limbo del vegetare. Un eccesso di tranquillità e di inazione può rendere infelici esattamente come il troppo lavoro, se non peggio.
Felicità, la luce del sole per ritrovare il benessere
Felicità, tra le tante ricette, naturali e non, più o meno magiche ed in mezzo agli infiniti percorsi possibili per sentirsi bene, lasciandosi travolgere da un’ondata di gioia e buonumore, trovano posto alcune semplici azioni, banali nella quotidianità di chi non ha impegni lavorativi ma spesso trascurate da tempo immemore in chi passa la maggior parte del suo tempo alla scrivania, nel suo studio a casa piuttosto che in ufficio. Tra queste figura certamente uscire dagli ambienti chiusi domestici e professionali e trascorrere del tempo all’aria aperta. Perché è così importante e quali benefici derivano dal vedere la luce del sole dopo ore passate all’interno di un edificio ce lo spiega Gretchen Rubin, psicologa americana, autrice di The Happiness Project.