Oggi il nostro messaggio è un po’ più mirato del solito. Vogliamo infatti parlare direttamente agli uomini che stanno per diventare padri o che sentono di aver bisogno di aiuto o rassicurazioni in tal senso. Vediamo come essere un buon padre.
figli
Genitori, qual è l’effetto della depressione paterna sui figli?
Quali sono gli effetti della depressione paterna sui figli? Secondo uno studio dell’Università dell’Illinois quando i padri riportano un alto livello di intimità emotiva nel loro matrimonio questa armonia produce
Genitori e figli, raccontare storie aiuta lo sviluppo emotivo
Le mamme spesso condividono storie del loro passato con i figli, esprimendo anche le emozioni che sono legate a tali racconti. Ora, stando ai risultati di un nuovo studio, sembra che ci sia un buon motivo per continuare in questa pratica: pare che l’ascolto di tali storie aiutino i bambini a sviluppare le loro competenze emotive.
Lo stress dei genitori può favorire l’obesità nei figli
Alti livelli di stress nei genitori sembrano essere legati ad un maggior rischio per i figli di essere obesi ed avere comportamenti alimentare scorretti, come consumare in maniera poco appropriata cibo acquistato nei fast food. Tale cibo solitamente contiene grandi quantità di grassi e zuccheri, sostanze, queste, che favoriscono l’aumento di peso.
La felicità? Con i figli si dà senso alla vita
Come essere felici? La risposta a questa domanda ci perseguita sin dalle origini. Gli antichi filosofi greci si interrogavano su quale fosse il segreto della felicità e ancora noi oggi non sappiamo bene quali siano gli ingredienti fondamentali della formula della serenità eterna. Ma interessante potrebbe essere notare i risultati di una ricerca nazionale commissionata dal Primo Ministro inglese James Cameron.
Il nome? Meglio semplice da pronunciare
Non è sempre facile scegliere il nome da dare al proprio figlio: a volte si vuol cercare di essere originali a tutti i costi, o di non dare il nome che, magari, ha già qualcun altro in famiglia o fra gli amici. Forse sarebbe meglio, invece, rischiare di essere un pò “banali”, ma dare un nome semplice e facile da pronunciare. Infatti, secondo una ricerca condotta da un gruppo di studiosi australiani e americani, guidati dal dottor Simon Laham della Melbourne University, le persone con un nome semplice da pronunciare hanno più successo in campo lavorativo, riescono più facilmente a fare nuove amicizie e sono giudicate nel complesso più positivamente.
Il progetto “Fiocco in azienda” per le donne che lavorano
Vi vogliamo parlare di un momento molto particolare della vita lavorativa di una donna. Dopo la maternità ritornare alla routine lavorativa non è semplice per le giovani mamme. Molto spesso le donne rinunciano alla carriera per dedicarsi completamente alle cure dei propri figli. Infatti, lo stress sul luogo di lavoro e difficoltà pratiche non contribuiscono a facilitare il ritorno alla vita lavorativa. Non poco tempo fa vi parlammo del divario esistente tra uomini e donne sul posto di lavoro, onde ripeterci sull’argomento discriminazioni, non possiamo perciò trascurare un fenomeno come il mobbing o la competitività tra colleghi che porta a conflittualità. Le donne, in un periodo così delicato come quello che succede la maternità, si trovano a vivere una situazione davvero difficile. Proprio per trovare una soluzione a tutto ciò vogliamo segnalarvi il progetto “Fiocco in azienda” curato da Manageritalia e promosso dall’Assessorato alla Salute del Comune di Milano.
Scherzate con i vostri figli, farà bene alla loro salute
È il risultato di una ricerca scozzese che verrà presentato al Festival delle Scienze Sociali a Stirling. Secondo lo studio i genitori devono scherzare con i propri figli, perché questo può fare molto bene alla salute dei bambini. Tutto deriverebbe dal fatto che i bambini devono abituarsi all’ironia per poter affrontare un giorno con maggiore disinvoltura la vita in società.
Il figlio preferito non è un mito
Se parlassimo con un genitore ci risponderebbe che non si può fare la differenza tra un figlio e l’altro. Ma è anche vero che il bene non si può dividere in parti uguali. Quante volte un genitore concede maggiori attenzioni ad uno dei suoi figli coccolandolo di più o perché lo vede più debole rispetto agli altri o perché lo sente più vicino al suo essere? Per molti si tratta di stereotipi e stupide convinzioni. Ma secondo gli studiosi dell’Università della California la credenza che un genitore abbia un figlio prediletto non è un mito.
Perché non fai come tutti gli altri?
Perché non fai come tutti gli altri? Ovvero quello che un genitore non dovrebbe mai dire ad un figlio se non vuole rischiare di ferirlo e soprattutto di inibire quella che è la sua indole, quelli che sono i suoi veri interessi, attività che un giorno potrebbero tramutarsi in passioni più produttive e redditizie o comunque renderlo felice, soddisfatto della sua vita. Eppure spesso sono proprio queste le frasi che più si sentono ripetere bambini e adolescenti da madri e padri: perché non esci come tutti gli altri? Perché non giochi a pallone invece di leggere? Perché non leggi invece di giocare a pallone? Fai come il figlio di questo, fai come il figlio di quello!
Stress da rientro, i consigli dell’esperto per genitori e figli
Stress da rientro, ne soffre, stando ai dati Istat, un italiano su dieci. In tanti, dunque, molti, si ritroveranno a fare i conti al ritorno dalle vacanze con sintomi sia fisici che emotivi quali irritabilità, ansia, noia, mal di testa, insonnia. Cosa consigliano gli esperti per ripartire con il piede giusto, sia che si tratti di tornare a scuola per i bambini che di rientrare a lavoro per gli adulti?
Sindrome del nido vuoto, quando i figli vanno via
Quella della casa che si svuota, a seguito dei figli che vanno via, ormai adulti, a vivere da soli, è un’esperienza che per alcuni genitori e coppie è vissuta in maniera molto dolorosa, specie se il legame e l’intesa, la vita familiare, erano molto affiatati e consolidati. C’è chi va in depressione ed arriva purtroppo a separarsi, sentendo di non avere più nulla da condividere con il partner. E’ una sensazione triste che spesso esacerba le crisi e le tensioni preesistenti nei coniugi.
Educazione sessuale: si può cominciare da piccoli
Molti genitori si trovano in difficoltà a dover parlare con i propri figli di sesso. Negli ultimi anni anche la scuola sta aiutando molto, affrontando l’argomento con corsi extracurriculari e giornate pensate ad hoc per gli adolescenti che vivono le prime esperienze amorose. Ma papà e mamma mostrano ancora imbarazzo. Come farlo? Cosa dire? Ma soprattutto quando farlo? Come riconoscere il momento giusto? La risposta ci arriva dall’Australia. La ricercatrice Jenny Walsh dell’Università di La Trobe ha individuato temi e modalità per cominciare a parlare di sesso ai figli. E’ sconcertante, ma già da piccolissimi, intorno ai due anni di età, si può parlare di questo argomento, ancora così tabù.
Genitori e figli in vacanza, i consigli dell’esperto
Le vacanze sono arrivate, le scuole hanno chiuso i battenti già da un paio di mesi ma è ad agosto che la maggior parte delle famiglie si riunisce al completo, trascorrendo molto tempo, quasi tutto il giorno, insieme. Una situazione a dir poco insolita dal momento che il resto dell’anno, tra scuola, dopo scuola, hobby, sport, amichetti, compiti, videogiochi ed impegni lavorativi dei genitori, non si trascorre più di qualche ora insieme nell’arco delle 24 ore. Per recuperare il tempo perduto, però, non bisogna cadere nella tentazione di concedere tutto ai bambini durante le vacanze, magari per farsi perdonare la scarsa presenza durante il resto dell’anno.