Frustrazione, 3 modi per combatterla

La frustrazione è un sentimento di quelli che non si vorrebbero sperimentare mai. Vogliamo segnalarvi tre modi per combatterla che vi possano consentire di tornare ad uno stato di calma il più presto possibile.

In Giappone la morte la incontri sul web

Pare che il numero di giapponesi che hanno posto fine alla propria vita in gruppo, dopo essersi incontrati su Internet  (la cosa più singolare e inquietante, è che pur essendo tutti degli estranei, non sono tanto spaventati dal dover morire ma che accada in solitudine ; in questo modo l’incontro sul web, dà loro il coraggio per suicidarsi!), purtroppo sia schizzato a cifre impressionanti.

Addirittura il Paese del Sol Levante, si pone al primo posto per il più alto tasso annuo di suicidi. E se nel 2006 si trovava al nono posto assoluto nel mondo, tre anni dopo, il numero dei suicidi ha oltrepassato per il dodicesimo anno consecutivo la soglia dei trentamila.

Differentemente dalla cultura occidentale, quella orientale non ha alcuna preclusione nei confronti della morte autoindotta, non solo: il suicidio era considerato una volta addirittura un rituale che restituiva l’onore ai guerriglieri samurai e oggi è considerata una risposta, terribile a dirsi ma efficace e definitiva al fallimento in amore o nel lavoro. Tali ambiti, per un popolo così competitivo, rivestono un’importanza davvero cruciale: il non riuscire in uno di questi, genera una frustrazione davvero profonda e spesso irrimediabile.

L’ invidia e la superbia sorelle del disprezzo

 

L’ invidia e la superbia sono sorelle di un unico sentimento dato dal disprezzo verso la realtà esterna e più sottilmente verso il proprio mondo interiore: sentimenti di insoddisfazione sono piuttosto comuni e quando non diventa patologia, malattia, nessuno può dirsi immune da questi.

Sono emozioni forti e che percepiamo in modo negativo e distruttivo e per difenderci, spesso vi opponiamo una strenua difesa.

La mente però difficilmente accetta dei “no” e degli obblighi, reprimendo questo malessere, corriamo il rischio di diventare schiavi di un’ossessione, di ingigantire i timori, provocando a catena altre sensazioni spiacevoli, quali vergogna, senso di inadeguatezza e debolezza.

Il senso di colpa che ci funesta è dato dal fatto che il più delle volte proiettiamo le nostre ombre sugli altri, non riuscendo ad ammettere che queste difficoltà di interazione con le persone e con gli eventi c’appartiene interamente.

Reprimere la rabbia..ti fa arrabbiare di più

Non è possibile dare una risposta univoca alla rabbia, dato che è a fondamento di tutte le teorie psicologiche ed è sovente a capo delle motivazioni che sottendono alle manifestazioni espressive, alle modificazioni corporee e alle azioni (non disgiunte ovviamente alle nostre reazioni).

 E’ un’emozione primitiva e quindi è possibile osservarla e monitorarla in diverse fasce d’età nonché in specie diverse dall’uomo.

 Gioia, dolore e rabbia sono le prime emozioni in cui ci imbattiamo ed iniziamo a conoscere ma la collera, a differenza delle altre, viene “educata” molto presto all’inibizione o quanto meno al controllo. Pertanto sono fondamentali in tal senso gli studi evolutivi in grado di analizzarla sia quando è “compressa” che nelle espressioni più evidenti e libere.

Si può dire inoltre che l’ira è parte di un “sottogruppo” in cui sono incluse ostilità, disgusto e disprezzo e ne rappresenta l’emozione di base e che pur trovandosi spesso “assieme”, presentano eziologie e conseguenze diverse sui nostri comportamenti.

La rabbia in molti casi è la risposta fisiologica che diamo alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica. Naturalmente non sempre e non in tutti i casi, queste ultime rappresentano le micce perché deflagri, spesso interviene la responsabilità e la consapevolezza che si attribuisce ad un persona o evento come cause ultime e scatenanti.

Troppe abbuffate? Tutta colpa della noia

Una serata casalinga davanti alla tv rischia di rendere irresistibile la tentazione di uno spuntino? Le delusioni d’amore rendono indispensabile generi di conforto come gelato e cioccolato? Attenzione: noia e rabbia non rovinano solo la nostra qualità della vita, ma rischiano anche di farci ingrassare. Un dilemma particolarmente irresistibile per il gentil sesso.

La fame nervosa

  

Dopo la cena della vigilia e il pranzo di natale parlare di fame sembra quasi fuori luogo. C’è però chi vede nel Natale nient’altro che un occasione unica per abbuffarsi, per saziare un bisogno psicologico di cibo che non ha niente a che vedere con il normale appetito che scaturisce da necessità fisiologiche. In generale, rapportarsi correttamente al cibo è il risultato di un delicato equilibrio che tende a incrinarsi con facilità. Disturbi psicologici anche lievi infatti, possono trovare sfogo nella fame nervosa e nei casi più gravi, nell’anoressia o nella bulimia.