Sopravvivere alle riunioni di famiglia

Il Natale è bello, si mangia bene e se si hanno le possibilità economiche ci si scambiano anche dei regali. Quel che rimane sempre un’incognita è questo: si riuscirà a sopravvivere alle riunioni di famiglia? La domanda è lecita e preoccuparsi lo è altrettanto.

Depressione, i bambini la riconoscono dalle espressioni facciali

Un nuovo studio condotto presso l’Università del Michigan indica come i bambini che hanno almeno un genitore che soffre di depressione sono molto abili a riconoscerne i segnali facciali. Uno degli autori dello studio, lo psicologo Nestor Lopez-Duran, ritiene che i ragazzi che vivono in un ambiente del genere sono molto sensibili alle espressioni facciali di tristezza. Allo studio hanno partecipato 104 bambini che avevano almeno un genitore a cui era stata diagnosticata la depressione e dall’analisi dei dati è emerso come il 60% del campione, che aveva un’età compresa tra 7 e 13 anni, era ad alto rischio di sviluppare lo stesso disturbo dell’umore.

I conflitti tra genitori provocano stress nei neonati

Il cervello dei neonati è in grado di processare ed elaborare il tono emotivo della voce dei genitori, quando questi sono impegnati in discussioni. A rivelarlo è un nuovo studio che sarà pubblicato su Psychological Science, una rivista della Association for Psychological Science, dal quale emerge come i bambini siano anche in grado di avere una reazione in risposta ad un tono arrabbiato, anche mentre stanno dormendo.

I genitori inducono colpa, i figli provano stress

L’abitudine a colpevolizzare i bambini, durante le interazioni che avvengono quotidianamente tra genitori e figli, è fonte di stress e sofferenza per i bambini stessi, secondo lo studio denominato “Parents, teachers, and children’s learning” (LIGHT) e condotto da Kaisa Aunola, Asko Tolvanenen, Jaana Viljaranta e Jari-Erik Nurmi presso l’università finlandese di Jyväskylä.

Interventi sui genitori possono diminuire ansia e depressione nei bambini

Ansia e depressione nei bambini possono essere scongiurate, o quantomeno attenuate, attraverso l’adozione di un intervento precoce finalizzato alla prevenzione di tali disturbi? Il dottor Ron Rapee, direttore del Centre for Emotional Health alla Macquarie University, ha valutato gli effetti di un programma di prevenzione destinato a genitori con bambini in età prescolare. Le conseguenze di tale intervento sono stati valutate circa 11 anni dopo ed hanno consentito ai ricercatori di concludere che i bambini, i cui genitori avevano partecipato alla ricerca, mostravano una probabilità significativamente minore di soffrire di disturbi di internalizzazione e manifestavano meno sintomi di ansia.

Scuola, la bontà migliora il clima e previene il bullismo

La scuola è un contesto dove i bambini misurano le loro capacità di stare nel gruppo dei pari, per alcuni vivere in armonia insieme ad altri alunni non rappresenta un problema e ciò dipende sicuramente da diversi fattori, tra i quali il proprio temperamento, l’educazione ricevuta dai genitori o dai caregivers, il modo di rapportarsi dei familiari con il mondo esterno. Sebbene, quindi, il bambino arrivi a scuola con una sua preistoria che determina il suo modo di relazionarsi con i compagni, gli insegnanti possono mettere in atto alcuni interventi finalizzati a facilitare ed incrementare il benessere degli alunni.

Lo stress dei genitori può favorire l’obesità nei figli

Alti livelli di stress nei genitori sembrano essere legati ad un maggior rischio per i figli di essere obesi ed avere comportamenti alimentare scorretti, come consumare in maniera poco appropriata cibo acquistato nei fast food. Tale cibo solitamente contiene grandi quantità di grassi e zuccheri, sostanze, queste,  che favoriscono l’aumento di peso.

Gli omofobici hanno tendenze omosessuali represse

 Purtroppo ancora al giorno d’oggi all’omosessualità si accompagnano molti pregiudizi e timori dettati dall’omofobia; secondo una ricerca americana, però, le persone che più mostrano di avere questi pregiudizi, al punto da essere omofobiche, hanno in realtà loro stesse tendenze omosessuali che cercano di reprimere, e per questo sviluppano una tale ostilità verso chi, invece, vive normalmente la sua omosessualità.

Ansia e depressione spingono i giovanissimi all’alcool

 I giovani iniziano sempre prima ad avvicinarsi all’alcool o, anche, al consumo di droghe; secondo una ricerca condotta da Carolyn Mc Carthy del Seattle Children’s Research Institute assieme ad altri studiosi della University of Washington e della Seattle University, a spingere i giovanissimi verso l‘alcool sarebbero, spesso, problemi di ansia e depressione, mentre l’avere un buon rapporto con i genitori o anche con un insegnante può ridurre tale rischio.

Più bravi a scuola se si impara a sbagliare

 Sbagliando s’impara, dice il proverbio. Secondo una ricerca dell’Università di Poitiers, in Francia, ciò potrebbe essere vero, e gli studenti sarebbero più bravi a scuola se imparassero a sbagliare, o meglio, ad accettare i propri errori e i propri fallimenti, quindi genitori e insegnanti non dovrebbero metterli troppo “sotto pressione” pretendendo da loro un rendimento scolastico eccellente, perchè se i ragazzi sanno accettare i loro fallimenti senza abbattersi troppo, poi riusciranno ad avere maggior successo.

La dipendenza dai videogiochi porta ad ansia e depressione

 I bambini e i ragazzi trascorrono spesso molte ore a giocare con i videogiochi, e talvolta ciò può diventare una specie di dipendenza; secondo il professor Douglas Gentile della Iowa State University, una simile forma di dipendenza può a sua volta portare ad ansia, depressione e fobia sociale. Quando, però, viene ridotto il tempo dedicato ai videogames, e si gioca con essi per un tempo normale, le condizioni psicologiche del ragazzo migliorano.