Genitori e figli in vacanza, i consigli dell’esperto

 Le vacanze sono arrivate, le scuole hanno chiuso i battenti già da un paio di mesi ma è ad agosto che la maggior parte delle famiglie si riunisce al completo, trascorrendo molto tempo, quasi tutto il giorno, insieme. Una situazione a dir poco insolita dal momento che il resto dell’anno, tra scuola, dopo scuola, hobby, sport, amichetti, compiti, videogiochi ed impegni lavorativi dei genitori, non si trascorre più di qualche ora insieme nell’arco delle 24 ore. Per recuperare il tempo perduto, però, non bisogna cadere nella tentazione di concedere tutto ai bambini durante le vacanze, magari per farsi perdonare la scarsa presenza durante il resto dell’anno.

Piccoli tiranni non crescono

 Piccoli tiranni non crescono, alla terza ristampa, è un libro che ha riscosso molto successo, scritto da Aldo Naouri, pediatra e studioso dell’infanzia, un lavoro frutto della sua esperienza diretta trentennale con i bambini che molto gli hanno insegnato specie per quanto riguarda le strategie educative messe in atto oggi dai genitori. Anche i più piccoli vanno in cerca di stabilità emotiva, appigli, punti di riferimento saldi che si concretizzano proprio nel rapporto con mamma e papà. La definizione che dà Naouri dell’equilibrio infantile, a questo proposito, è molto interessante nella sua complessità e ci fa capire come proprio l’età infantile non si presti, dal punto di vista psicologico, a facili interpretazioni.

Essere perfetti genitori

I genitori perfetti ovviamente sono un’utopia che difficilmente può diventare realtà, però si può sicuramente tendere a diventarlo seguendo poche piccole regole che faranno si che si diventi più esperti nella gestione di alcune situazioni.
A consigliarle sono gli esperti di psicologia infantile ed adolescenziale, che sostengono che i primi tre anni di vita di un bambino sono quelli determinanti per la crescita sana fisica ed intellettuale di un bambino.

Un po’ di educazione costruttiva e non troppo severa riesce ad aiutare il piccolo fornendo delle basi solide per evitare dei problemi per il futuro dei piccoli. I problemi più riscontrati nei figli di genitori poco attenti sono il narcisismo, l’anoressia, l’isolamento e spesso le difficoltà nello studio. La teoria viene spesso attuata in centri specialistici che offrono formazione legata al mondo delle coppie.

Dove nasce la paura

 

Secondo un recente studio portato a termine negli Stati Uniti d’America, le fobie non sono innate, bensì derivano da quelle che hanno i nostri genitori. Le paure che si sviluppano dentro di noi, sono frutto di un insegnamento non congentito, bensì, che si impara dalla vita di tutti i giorni tra le pareti di casa.

Quindi, in modo consapevole o meno, i nostri genitori ci trasmettono le proprie paure riuscendo a creare il vero terrore nei piccoli. Questo terrore può essere di diverso tipo, tra i più classici abbiamo i rettili, i ragni, il buio, il chiuso, l’aereo o tante altre paure.

Genitori si nasce o si diventa?

La frase che sentiamo sempre e oramai di rito? “Genitori non si nasce, ma si diventa“. Ma da sempre gli esperti controbattono: “In che modo?”. Quali sono le linee guida più accreditate per svolgere il mestiere più difficile del mondo, cercando di non sbagliare troppo?

Spiega Rosanna Schiralli nel suo Manuale di orientamento per genitori disorientati

Le modalità per educare un figlio sono numerose e complesse. Generalizzare è difficile, ma restringendo il campo, possiamo concentrarci su poche, essenziali regole, che possano aiutarci in questo meraviglioso e complesso percorso.

Il bullismo ora è anche alle elementari: parlare subito con gli insegnanti

Bullismo deriva dall’inglese bullying = oppressione, prepotenza. Un fenomeno sempre più diffuso nelle scuole. Osserva Maria Calabretta, psicopedagogista, presidente dell’Adisag (Associazione Disagio Giovanile) e autrice delle Fiabe per affrontare il bullismo (Franco Angeli) che tale situazione,

Non (è) riconducibile soltanto al mondo degli adolescenti, ma che si sta diffondendo alle elementari. Il bullismo è pericoloso anche in forma soft: quando per esempio, le angherie sono a livello psicologico e non fisico. Dispetti, parole cattive, isolamento del bambino che viene preso di mira, possono creare un disagio pesantissimo, che purtroppo spesso non viene registrato da genitori ed insegnati.

Che fare se nostro figlio deve vedersela ogni giorno con un bullo? Come aiutarlo? Ecco quanto suggerisce Calabretta:

In primo luogo non abbassare la guardia. Bisogna essere consapevoli che il bullismo esiste e nessuno ne è immune.

La separazione di mamma e papà

Comunemente si pensa che più piccolo è il bambino, meno dolorosa sarà la separazione dei genitori. Nulla di più sbagliato, perchè a due o tre anni l’unico filtro che posseggono per codificare gli eventi, sono gli stati emotivi degli adulti e soprattutto della mamma. Non essendo in grado di distinguere il proprio mondo separato da quello dei genitori e di eleborare queste emozioni, vede il distacco dei genitori tra loro come un distacco da sé, la percepisce come una minaccia spaventosa, una perdita irreparabile, lo spettro di una solitudine angosciante.

Questa è la ragione per cui gli resta dentro una disperazione lancinante e non perde mai la speranza consolatoria che i genitori possano tornare assieme. E’ un sogno che  alimentano quotidianamente e in un’età in cui si pensa che le favole possano inverarsi. I genitori pertanto devo impegnarsi a non confondere il bambino con separazioni conflittuali ma neanche con allontanamenti improvvisi o incontri intermittenti. Proprio questi ultimi, alimentano l’illusione che la famiglia possa tornare unita e rinnovano così una sofferenza straziante.

Nella pubertà invece, la prima conseguenza della separazione dei genitori provoca un’accellerazione del processo di distacco. Mamma e papà si separano e i figli mordono il freno (precocemente rispetto ai suoi coetanei) , conquistandosi velocemente l’autonomia. I rischi sono però insidiosi: mancando la gradualità del normale processo di maturazione, possono imbattersi nell’adolescenza, momento della vita già particolarmente critico con forti problematicità.

Vacanze senza bambini: è una buona idea?

Per affrontare con serenità la decisione, è bene ricordare che i genitori hanno bisogno di una vita propria, come coppia e non solo come papà e mamma. I figli sono il frutto di questa vita di coppia, non solo per quanto riguarda la loro nascita. Anche il benessere dei bambini dipende in larga misura dal benessere della coppia e dal suo affiatamento. Una vacanza insieme può essere un’occasione importante per ritrovare i momenti di intimità senza i pensieri assillanti della vita quotidiana con i figli.

Si ritornerà così alla vita familiare con maggiore energia e anche i figli ne trarranno giovamento. Ma per i bambini un allontanamento temporaneo dai genitori, può essere utile anche in modo diretto. Il breve distacco, realizzato in una situazione serena e protetta, li aiuta anzi tutto a vivere una maggiore autonomia, facendo loro toccare con mano la concreta possibilità di fare fronte da soli a molte situazioni nuove. Questo distacco li aiuta anche, sul piano emotivo, a sviluppare meccanismi di difesa utili contro i sentimenti negativi che la distanza dai genitori può provocare.

Vacanze in famiglia, 25 spiagge a misura di bambino

 Ormai l’estate è sempre più vicina e molti di noi hanno già iniziato a programmare la vacanza; il web offre questo tipo di informazioni e ci permette di risparmiare tempo e soldi ma non sempre rispecchia la realtà. E’ molto importante evitare problemi anche in vacanza, soprattutto se si parte in famiglia o con bambini piccoli, ecco quindi le 25 spiagge a misura di bambino.

Genitori: attenzione allo stress

Educare un figlio è uno dei compiti più impegnativi per l’essere umano. Proprio per le mille difficoltà che si incontrano quotidianamente, il genitore è facile vittima dello stress. Una situazione che è dannosa sia per il genitore stesso, sia per il bambino.

Come è possibile affrontare le sfide dell’educazione diminuendo il più possibile la tensione e il nervosismo?