Un nome è per sempre, l’identità è invece in continua evoluzione, un cambiamento che vorremmo percepire e che fosse avvertito anche dagli altri sentendoci chiamare diversamente, ecco perché spesso artisti, scrittori, cantanti, amano attribuirsi nomi diversi e anche cambiare il nome del gruppo nel corso delle diverse fasi della loro carriera. E’ lo stesso motivo per cui chi da bambino veniva chiamato con un diminuitivo non lo sopporta più da adolescente o una volta adulto. Eppure in alcune culture, come ad esempio nella tradizione dei Nativi Americani, il nome non era affatto per sempre e aveva ben altro valore, un valore descrittivo delle caratteristiche fisiche, della personalità, delle abilità, dell’anima di chi lo indossava, come un vestito realizzato su misura.
identità
Tecnodipendenza, quando l’aggiornamento tecnologico diventa schiavitù
Un fenomeno in aumento, quello della tecnodipendenza, che spinge una fetta sempre più larga di popolazione a cadere nella morsa di una schiavitù psicologica tanto bizzarra quanto pericolosa: il desiderio spasmodico di aggiornarsi continuamente, di essere sempre informati di quanto accade nel mondo virtuale. Spesso questa voglia irrefrenabile di correre ad aggiornarsi e di ottenere l’ultimo modello hi-tech non è nemmeno giustificata da motivi di lavoro o da necessità concrete di ricevere informazioni.
Ad essere più colpiti sono gli individui di sesso maschile di età compresa tra i 35 ed i 55 anni. Spiega Tonino Cantelmi, docente di psicologia dello sviluppo dell’Università Lumsa di Roma che queste persone non possono fare a meno di aggiornarsi continuamente
e di dotarsi dell’ultima novità, perché per loro la tecnologia è un’estensione della propria mente, una parte di sè: non hanno scampo, sono costretti a seguire il mercato.
La psicanalisi di Freud è uno strumento di indagine ancora attuale?
Freud in un certo senso oltrepassa e “sublima” la cultura del Novecento. Infatti il suo percorso teorico, culturale e scientifico, è diventato parte integrante della nostra sensibilità, totalmente metabolizzato dall’interpretazione che diamo del mondo e gli eventi dell’anima.
Il gesto di Freud, ha dunque, concepito un diverso modo di relazionarsi alla della memoria, alla soggettività, al nostro intimo sentire, è come se c’avesse estromesso dal possesso della nostra casa, infranto la nostra innocenza.
Come vivi online?
Qual è il nostro rapporto con il mondo virtuale? Passiamo sempre più ore davanti al pc e le nostre relazioni sociali sono sempre più legate a Internet. Tuttavia, ci siamo mai chiesti a partecipare ad un social network come Facebook oppure perché a volte non riusciamo proprio a staccarci dal Web, come se fosse una dipendenza?