Autostima e sesso, cosa accade dopo la prima volta in lei e lui

 Sesso e autostima: cosa accade in lui ed in lei dopo la prima volta? Se lo è chiesto un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alla Penn State University negli USA. La ricerca, coordinata dalla dottoressa Eva Lefkowitz, è stata pubblicata sulla rivista di divulgazione scientifica Journal of Adolescence.

Gli autori hanno ricavato i dati per la loro indagine da un monitoraggio della durata di quattro anni, condotto su un campione di 434 studenti e studentesse, di età compresa tra i 17 ed i 19 anni.
Di questi, 100 hanno avuto il loro primo rapporto sessuale proprio nel corso dell’analisi, il che ha permesso agli studiosi di analizzare lo stato d’animo e le emozioni provate dai giovani subito dopo la loro prima volta, con particolare riferimento proprio a cosa accadeva all’autostima.

Autostima, quanto ti vuoi bene?

 Quanto ti vuoi bene? è un progetto artistico-culturale ideato da Jacqui James, fotografa di fama internazionale, e promosso da futuro@lfemminile, in collaborazione con Dove.
La mission era testare l’autostima delle adolescenti, alle prese con l’insicurezza dell’aspetto fisico, i canoni estetici inculcati dai media, la voglia, spesso esacerbata, di piacere agli altri ed ottenere consenso sociale.

Tramite MSN alle teenagers, di età compresa tra i 9 ed i 16 anni di età, è stato somministrato un questionario creato dalla psicologa Maria Rita Parsi.
Dalle 3.200 adesioni arrivate, emergono dati sulle donne di domani che descrivono un mondo radicato alle amicizie, agli animali, alla famiglia e ad internet, un pianeta in cui la sfera virtuale è più che mai vissuta come reale, con amori, amicizie, litigi a suon di emoticon ed aggiornamenti di stato. I genitori, nella maggioranza dei casi, poco si occupano della vita parallela e virtuale delle figlie.

Autostima in crisi, il peso del confronto

 Se usciamo, o ci crediamo, perdenti da un confronto che ci siamo imposti in maniera abbastanza autolesionista dovremmo chiederci con quale criterio abbiamo scelto il nostro “rivale”. Se si tratta di un nostro collega, comune mortale, piuttosto che di un familiare o ancora di un vicino di casa, non ci stiamo mettendo troppo in difficoltà. Al contrario, se il termine di paragone è un personaggio famoso, un VIP, giunto all’apice del successo e della sua carriera, è ovvio che ci siamo flagellati con una sfida invincibile.

A volte, però, malgrado i nostri buoni propositi di non rapportarci quasi spasmodicamente all’altro, a colui che lievita sul gradino superiore, è la società che ci impone di mettere in discussione quello che siamo, osannando esempi limite di una perfezione tanto celebrata quanto spesso molto costruita e poco veritiera.
Ne parla in un recente studio, davvero molto interessante, Carlo Strenger, docente di psicologia alla Tel Aviv University di Israele.

Il senso di angoscia opprime un italiano su tre

 Dal IV Rapporto sulla rappresentazione sociale e mediatica della sicurezza in Europa, condotto da Demos, Osservatorio di Pavia e Fondazione Unipolis, emerge, tra gli altri dati, la fotografia delle principali paure e angosce degli italiani. A minare la fiducia nel futuro dei cittadini della penisola in primis la disoccupazione e la crisi economica che sono in cima ai pensieri poco rosei di ben il 60% della popolazione.

Paure e ansie che non ottengono molto spazio nella rappresentazione mediatica dei timori sociali, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa, dove tg e media danno più voce a quelle che sono le problematiche che ostacolano la serenità dei cittadini.

Lavoro, 4 consigli per migliorare la propria immagine

 Comunicare è un’esigenza naturale dell’essere umano, un bisogno che assume un’importanza ancora più rilevante in contesti come quello lavorativo. Poco importa se ci troviamo in ufficio, in un ristorante o in ambienti diversi, le relazioni tra colleghi sono un aspetto fondamentale perchè rappresentano lo sfondo della nostra produttività. Purtroppo non è sempre facile, soprattutto quando iniziamo un nuovo lavoro o quando entriamo per la prima volta a far parte di questo mondo, la paura di non essere all’altezza della situazione è tale da mascherare il nostro potenziale; ecco 4 consigli per migliorare la comunicazione con i colleghi di lavoro, aiutandoci a mostrare loro il nostro meglio.

L’invidia è stupida

 

Quanta stupidità si annida nell’invidia. Di cosa mai dovremmo essere invidiosi? Cosa pretendiamo da noi stessi? Perchè alcuni aspirano ad assomigliare, quando addirittura non scimmiottare talenti, atteggiamenti, modi di essere che non gli appartengono, di altre persone, rendendoli infelici e frustrati?

Per intenderci: non tutti abbiamo l’avvenenza dei divi del cinema, eppure nella nostra esistenza di certo abbiamo fatto cose di cui poter essere soddisfatti. L’invidia dunque, va sempre di pari passo con la mancanza di autostima. Si prova questo sentimento perché non si è abbastanza convinti del proprio carattere. Così si svalorizza se stessi, un’operazione priva di senso. Infatti, se l’invidia è basata su una competizione fisica bisogna assolutamente relativizzare l’importanza di questa componente.

La gelosia è motivata dall’insicurezza

Avete presente le ricette di cucina, quando compare l’abbreviazione professionale “q.b.”, ovvero: quanto basta? Ecco, così dovrebbe succedere anche con la gelosia: in ogni storia d’amore dovrebbe essercene quanto basta. Perché questo sentimento è come una borsetta: è un accessorio utile e sempre presente in un rapporto (è inutile negarlo o pensare il contrario), ma non si può averne troppe. Infatti, un pizzico fa sentire all’altro di essere amato, gli dà la percezione di essere importante e prezioso, di essere indispensabile.

Sempre questo pizzico lusinga il partner, che davanti a un piccolo interrogatorio mostrerà biasimo, ma in cuor suo saprà che il sentimento dell’altro è vero, forte e profondo. Il vero problema? Riuscire a misurare questa dose, questo “quanto basta”. E non è affatto facile, perché può mutare e dipendere dalle proprie fragilità e dai propri bisogni. Ma c’è un confine da non superare. Quello della libertà dell’altro. Certo, la gelosia è un sentimento legato a un senso di possesso, ma non deve, mai e poi, arrivare a compromettere l’autonomia e l’indipendenza di chi si ama, che non può essere rinchiuso nel santuario esclusivo della coppia.

Autostima, basta con le scuse che ostacolano il benessere

 Ognuno di noi ha il suo sogno nel cassetto ma sono pochi i casi in cui si trasforma in realtà; spesso ci lasciamo prendere dall’insicurezza e dalla paura che il nostro sogno, come anche le piccole promesse verso gli altri o verso noi stessi, sia più grande delle nostre capacità. Così, per non sembrare troppo insicuri ci nascondiamo dietro ad una gran quantità di scuse per giustificare il timore di non sentirsi all’altezza delle proprie aspettative; come possiamo frenare le scuse che ostacolano il benessere?

Perchè è importante piacere a noi stessi prima che agli altri

 La maggior parte dei gesti e delle scelte di ogni giorno sono condizionati oltre che dal nostro pensiero dal giudizio altrui, nonostante l’idea non ci piaccia affatto. Comportarsi seguendo i gusti e le volontà degli altri può farci sentire apparentemente più sicuri perchè ci preserva da eventuali critiche ma in realtà quel che conta è piacere innanzitutto a noi stessi, ecco perchè.

Insoddisfazione personale, 4 cause da conoscere ed evitare

Non è facile mostrare agli altri quello che siamo davvero, spesso trasmettiamo all’esterno uno stato d’animo apparentemente sereno ma dentro di noi sentiamo che c’è qualcosa che non va, che in realtà non abbiamo il pieno controllo della nostra vita, non otteniamo ciò che desideriamo veramente e questo ci rende insoddisfatti; ecco i 5 atteggiamenti più comuni che ostacolano il raggiungimento dei nostri obiettivi.

Amicizia, i tuoi sono amici veri?

 Come vi abbiamo già detto nei post precedenti, esistono vari fattori per raggiungere il benessere personale ed uno di questi è l’amicizia. Infatti lavorare per il proprio successo ed anche utilizzare le migliori tecniche di miglioramento non è abbastanza se non si ha la possibilità di crescere e confrontarsi con persone valide; ma come possiamo capire se le persone che ci circondano sono veri amici?

Gelotofobia, la paura di essere derisi

 A quanti di noi durante una discussione è successo di avere paura di essere derisi dagli altri? La maggior parte di noi teme il confronto con gli altri e spesso questa tensione diventa così forte da bloccarci e mostrando agli altri  che davvero non siamo all’altezza della situazione; questo capita anche quando siamo perfettamente in grado di affrontare il problema ma restiamo paralizzati dalla paura di essere derisi, paura che prende il nome di gelotofobia; è vero che siamo tutti  gelotofobi?

La paura di cambiare

Capita continuamente nella vita di trovarsi ad un bivio, di dover scegliere. Il nostro percorso di vita, ogni nostra azione è frutto di scelte, consapevoli o inconsapevoli che siano. Cosa succede quando d’un tratto ci accorgiamo di aver sbagliato, di aver preso una direzione sbagliata?

Le reazioni sono le più disparate: si può reagire andando nel panico oppure ci si può deprimere. Si può tirare avanti ignorando il senso di malessere che deriva dall’insoddisfazione, oppure si può avere il coraggio di individuare cosa c’è che non va e cambiare.

Disoccupati a rischio depressione

Tutte le persone che hanno perso il lavoro corrono il pericolo di ammalarsi di depressione: lo sostiene il professor Francesco Campione, Specialista in psicologia medica e fondatore del centro “Primomaggio”, di Bologna, l’unico per ora ad occuparsi in Italia delle conseguenze sulla psiche di chi per mesi cerca un nuovo impiego.