Licenziamento, come e perché licenziarsi

 Licenziamento, in molti lo subiscono per via della crisi economica che incombe e sembra quasi assurdo porsi il problema opposto, ovvero scegliere volontariamente di lasciare l’attuale lavoro: eppure, secondo lo psicologo Ronald E. Riggio, autore di The Practice of Leadership: Developing the Next Generation of Leaders, a volte bisogna mollare una posizione scomoda, mortificante, degradante per trovare nuove strade verso il successo e la piena realizzazione professionale. Uscire dal posto sicuro e tranquillo può spaventare, spesso non si intravedono molte alternative eppure, spiega l’esperto, ci sono dei casi in cui licenziarsi è molto meglio che tenersi stretto un lavoro. Vediamo quali.

Stress da licenziamento, a Grosseto apre uno sportello di ascolto

 Stress per la perdita del lavoro: un colpo alle certezze, alla sicurezza economica, alla dignità del lavoratore, una preoccupazione per il benessere della famiglia che affligge corpo e anima, minando l’equilibrio psicofisico ed esponendo ad un maggiore rischio di ansia, depressione, dipendenze, insonnia. Il supporto psicologico in questo caso si rivela fondamentale. E’ proprio per rispondere alla crisi, non solo delle finanze, ma anche e soprattutto interiore che dilania chi è stato licenziato, che a Grosseto è stato aperto uno sportello di ascolto per offrire assistenza a chi ne avesse bisogno.