Colloquio di lavoro? Una passeggiata… nei boschi con Zuckerberg!

 Colloquio di lavoro? Meglio dell’ufficio, asettico e formale, una passeggiata nei boschi. Forse per mettere a loro agio i futuri pezzi grossi del gigante dei social network, Mark Zuckerberg, che non smette mai di stupirci, riserva, per il primo approccio con potenziali dipendenti, una tranquilla chiacchierata in mezzo al verde. Certamente distensiva per la mente, dal momento che l’ansia per un colloquio di lavoro, tra l’altro un faccia a faccia con il padre fondatore della piattaforma più famosa al mondo, certamente deve essere piuttosto sentita dai candidati.

Felicità, la luce del sole per ritrovare il benessere

 Felicità, tra le tante ricette, naturali e non, più o meno magiche ed in mezzo agli infiniti percorsi possibili per sentirsi bene, lasciandosi travolgere da un’ondata di gioia e buonumore, trovano posto alcune semplici azioni, banali nella quotidianità di chi non ha impegni lavorativi ma spesso trascurate da tempo immemore in chi passa la maggior parte del suo tempo alla scrivania, nel suo studio a casa piuttosto che in ufficio. Tra queste figura certamente uscire dagli ambienti chiusi domestici e professionali e trascorrere del tempo all’aria aperta. Perché è così importante e quali benefici derivano dal vedere la luce del sole dopo ore passate all’interno di un edificio ce lo spiega Gretchen Rubin, psicologa americana, autrice di The Happiness Project.

Ansia, l’aria inquinata scatena reazioni di paura

 Respirare aria inquinata genera ansia e mette in agitazione il nostro equilibrio psichico, oltre a provocare un danno evidente alla salute fisica, favorendo come fa lo sviluppo di malattie respiratorie, di asma, allergie, e causando una maggiore incidenza di patologie cardiovascolari. Se ne parla in un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alle due università di Bristol e Southhampton nel Regno Unito. La ricerca, pubblicata nei giorni scorsi dalla rivista di divulgazione scientifica Neuropsychopharmacology offre dati interessanti sull’impatto dell’inquinamento atmosferico sul benessere della nostra mente.

Il pic nic perfetto

Volersi bene significa anche fare attività benefiche per il corpo e da quando il fulcro della vita si è spostato nelle città, ogni tanto fa bene andare a fare una gita fuori porta all’aria aperta. Il pic nic è l’emblema dell’aria aperta. Dal francese, la parola deriva da pique (rubacchiare, prendere) e nique (cose di poco valore).

Prima cosa è decidere la giornata per dedicarsi a questa attività piacevole e soprattutto a basso costo. Cosa simpatica per adulti e bambini, ma anche per avere a disposizione la natura e l’aria che di recente manca a molti. Ma vediamo come renderlo perfetto. Per prima cosa, non abbiamo bisogno di giochi vistosi, ma basta una semplice palla per divertirsi.

Ansia e depressione, quando il benessere arriva dalla natura

 Natura e psiche, una relazione indagata da numerosi studi e che ha sempre dato risultati incoraggianti e più che positivi. E’ quella sensazione di stare bene che ci riempie quando ci ritroviamo immersi in un bosco piuttosto che sulla spiaggia, in montagna, in scorci suggestivi, spazi verdi, aperti, colorati da fiori, avvolti dal profumo di una campagna, negli spazi sconfinati di una pianura, nell’atmosfera placida che regna sulle rive di un lago, accarezzati dai raggi del sole in una radura.

Un senso di pace e benessere che purtroppo, tornati alla normalità grigia e monotona, dimentichiamo. Ed invece dovremmo ricordarcene ogni volta che ci sentiamo stressati e oppressi da un senso di angoscia, usare la natura per trovare conforto piuttosto che ricorrere in tutta fretta a farmaci di felicità in pillole o peggio incorrere in pericolose e poco salubri dipendenze.

Reprimere la rabbia..ti fa arrabbiare di più

Non è possibile dare una risposta univoca alla rabbia, dato che è a fondamento di tutte le teorie psicologiche ed è sovente a capo delle motivazioni che sottendono alle manifestazioni espressive, alle modificazioni corporee e alle azioni (non disgiunte ovviamente alle nostre reazioni).

 E’ un’emozione primitiva e quindi è possibile osservarla e monitorarla in diverse fasce d’età nonché in specie diverse dall’uomo.

 Gioia, dolore e rabbia sono le prime emozioni in cui ci imbattiamo ed iniziamo a conoscere ma la collera, a differenza delle altre, viene “educata” molto presto all’inibizione o quanto meno al controllo. Pertanto sono fondamentali in tal senso gli studi evolutivi in grado di analizzarla sia quando è “compressa” che nelle espressioni più evidenti e libere.

Si può dire inoltre che l’ira è parte di un “sottogruppo” in cui sono incluse ostilità, disgusto e disprezzo e ne rappresenta l’emozione di base e che pur trovandosi spesso “assieme”, presentano eziologie e conseguenze diverse sui nostri comportamenti.

La rabbia in molti casi è la risposta fisiologica che diamo alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica. Naturalmente non sempre e non in tutti i casi, queste ultime rappresentano le micce perché deflagri, spesso interviene la responsabilità e la consapevolezza che si attribuisce ad un persona o evento come cause ultime e scatenanti.