Più figli fai più stai bene

Il titolo riduce in poche parole e in una formula veloce il risultato della ricerca effettuata dal team di ricercatori dell’Università della California di San Diego. Sembrerebbe, infatti, che avere più di quattro figli faccia bene al cuore delle madri. Sono state esaminate 1300 donne per molti anni, dal 1984 al 2007. È risultato che le donne che hanno avuto quattro figli o addirittura di più abbiano un rischio meno elevato di contrarre malattie cardiache rispetto alle altre madri.

Dieta e alimentazione: l’effetto yo-yo

Quando decidiamo di iniziare una dieta per perdere i chili di troppo riponiamo grandi speranze per tutti i sacrifici che andremo a compiere. All’inizio ci sembra tutto molto difficile, ma poi la volontà di intraprendere uno stile alimentare sano, che ci permetta di stare bene a livello fisico e a farci sentire bene a livello psicologico, ci fa passare qualsiasi paura o ansia nel continuare il percorso iniziato. Poi si iniziano a vedere i primi risultati e la soddisfazione aumenta fino a che non si arriva al risultato sperato. Purtroppo, però, in alcuni casi quando si è raggiunto l’obiettivo prefissato, si sono persi i chili di troppo, si verifica un evento contrario. Si parla di effetto yo-yo.

Caratteristiche di un leader politico, al potere con testosterone e follia

 Leader si diventa o si nasce? Il carisma, la capacità di comunicare e farsi ascoltare, l’autorevolezza sul gruppo sono caratteristiche che si acquistano con l’esperienza, non c’è alcun dubbio o forse sì? La perplessità nasce su chi deve faticare per arrivare in alto, studiando decine di manuali e chi vive l’essere a capo con una naturalezza disarmante: i fatti per stare al comando, insomma.

C’è uno psichiatra che ha una sua teoria su come si possa arrivare al potere. Una ricetta che ha poco know-how e una buona dose di fortuna, ovvero nascere con gli ormoni e l’aspetto fisico giusti.
Che relazione c’è tra cervello e potere e quanto conta l’ambiente più o meno favorevole per facilitare l’ascesa?

San Valentino, la formula chimica dell’amore

 Il 14 febbraio si avvicina tempestando di cuoricini vetrine e pensieri. Una data attesa, seppur per differenti ragioni, da innamorati in due, singles, traditori e traditi, sognatori che inseguono amori non corrisposti, seduttori. In occasione di San Valentino, a fare un regalo a tutti i profili di innamorati è il Consiglio Nazionale dei Chimici che ci svela nientepocodimenoche la formula dell’amore o meglio delle varie forme del sentimento galeotto.

Eh, già, perché l’amore, spiegano gli esperti, è tutta una questione di chimica. Gli ormoni in subbuglio, tra alti e bassi, determinano il nascere, l’evolversi e persino il finire di una relazione amorosa. Una storia che scaturisce da una forte attrazione fisica ha inizio con alti livelli di testosterone: è la fase dell’innamoramento, quando alti valori di feniletilamina, un neurotrasmettitore, portano gli innamorati ad avvertire il bisogno di vedersi e sentirsi di continuo.

La “chimica” cerebrale influenza i nostri comportamenti

Immaginate un uomo che passeggia con una donna accanto. Il cellulare squilla; lui getta un’occhiata al display, risponde, e intanto rallenta il passo. Discute con un collega, e si ferma del tutto. E lei, soprattutto se è la moglie, comincia a manifestare chiari segni di nervosismo…Lo stesso che coglie milioni di donne ogni giorno, constatando che un maschio non può fare due cose alla volta.

Persino cose banali, come rispondere alla fidanzata che gli chiede qualcosa mentre lui guarda la tv. Del resto, il maschio detesta che gli si parli mentre è intento a seguire un programma televisivo. Anzi, detesta proprio che…lei parli così tanto. Forse non sa che la chiacchiera è una sorta di necessità fisiologica, per la donna: nei centri cerebrali del linguaggio e dell’ascolto, le signore posseggono, infatti, l’11% di neuroni in più rispetto agli uomini.

Ebbene sì: i cervelli di lui e di lei son diversi. E ricordandolo, forse, eviteremmo molte arrabbiature di coppia. I codici genetici di maschi e di femmine sono per più del 99% identici, ma “i due cervelli hanno impronte genetiche diverse che creno differenze anatomiche“, si legge su uno degli ultimi numeri della rivista scientifica New Scientist.

I machi “meno colti” conoscono una sola differenza, e la ricordano volentieri nelle discussioni, e la ricordano volentieri nelle discussioni con il gentil sesso: il cervello dell’uomo è più grande. Vero. E per la precisione del 9%, in mdia; è pure più pesante: 1.300 grammi, contro i 1.100 della donna. Ma da circa un secolo si è scoperto che le misure non hanno nulla a che fare con l’intelligenza (il cervello di un elefante pesa circa cinque chili).