Quando l’amore diventa ossessione?

Quando l’amore diventa ossessione? C’è una canzone che recita questa frase “si può amare da morire, ma morire d’amore no”. Ecco, è questo il limite, in attivo ed in passivo, che segna il momento in cui il sentimento diventa qualcosa di sbagliato dal punto di vista psicologico.

Capire di essere ossessionati e dire basta

Può arrivare un momento nella vita, per tantissimi motivi, nel quale si è più vulnerabili ed emotivi nei confronti del mondo. Anche delle piccole cose. Anche, purtroppo, nei confronti delle persone. Sviluppare delle ossessioni nei loro confronti è sbagliato e capire di essere ossessionati e dire basta, per quanto difficile è un passo che va intrapreso.

Ossessione, ora c’è anche quella da cellulare

Per molti il cellulare è una vera ossessione. La paura di perdere il proprio telefonino o lo smartphone è fonte di ansia soprattutto per le donne, tanto da spingere a controllare ogni tot di minuti se c’è ancora. E’ quanto emerso da alcune indagini condotte per conto di società di sicurezza come la SecurEnvoy e la Lookout Mobile Security, circa l’uso e l’attenzione rivolta al proprio apparato mobile.

Lo shopping? La cura contro le delusioni d’amore

Quale donna non invidia Carrie Bradshaw, la protagonista della famosissima serie statunitense “Sex and the city”? Quale donna non ha mai sognato di trascorrere un’intera giornata con la giornalista per le strade di New York per provare il brivido dello shopping più sfrenato? Scarpe, gioielli, vestiti, profumo. Difficile trovare una donna che possa rinunciare a tutto ciò. Che lo shopping sia un’ossessione è vero per molte donne. Ma allo stesso tempo è innegabile che abbia anche un effetto benefico su chi lo pratica. A conferma di ciò arriva uno studio britannico promosso dalla catena di negozi londinesi chiamata Superdrug.

Per le donne il cibo è meglio del sesso

Sono state intervistate ben 1200 donne dalla società statunitense Atkins e dalle indagini è emerso che le donne in una scala di priorità preferiscono di gran lunga il cibo al sesso. Vi chiederete voi com’è possibile? Come riuscire a sostituire il piacere sessuale con il cibo? Mi viene da pensare al fatto che sia la gola che la lussuria sono dei vizi capitali.

Attente alla Sindrome di Grimilde

Quante volte al giorno mediamente una donna si ferma dinanzi ad uno specchio? Con l’avvicinarsi dell’estate cominciano le prove costume e ogni giorno, di fronte al grande interrogativo “cosa mettersi”, si perdono ore ed ore di prove. Tutta questione di autostima, penserete voi. Questo è vero. Ma il fenomeno sembra molto diffuso, tanto che i ricercatori hanno effettuato uno studio trovando anche un appellativo per la questione. Si tratta della Sindrome di Grimilde.

Psicologia, ossessione da applicazioni e social network

 Il rapporto tra psiche e tecnologia è stato sin dagli albori identificato come controverso. Ad esempio, riguardo ai nuovi strumenti di comunicazione come i social network ci sono stati studi che hanno additato Facebook come un rischio per l’autostima dovuto al confronto con bacheche più frequentate della propria, aggiornamenti di stato che riscuotevano più consensi e così via discorrendo. Altri studi, improntati diversamente, hanno dimostrato che il popolare social network poteva al contrario rafforzare l’autostima, specie nel pubblico femminile e in chi ha bisogno di continui consensi per sentirsi supportato ed apprezzato.

Sei un maniaco del lavoro? Scopri il tuo profilo!

 Maniaco del lavoro, workaholic in inglese, un disturbo, un’ossessione che porta a far sconfinare la vita lavorativa in ogni aspetto e ambito dell’esistenza, una smania di lavorare fino allo sfinimento che può rivelarsi controproducente e non soltanto per il carico di stress che comporta, come potete ben immaginare.

Il lavoro ossessivo sfianca, ovviamente, e non rende affatto più produttivi, tutt’altro fa spesso calare il rendimento e da soddisfazione trasforma i successi in un non averne mai abbastanza che uccide l’essere qualcosa in più di una macchina sforna guadagno dell’individuo. Ma come sapere se si è diventati maniaci del lavoro?

Autostima in crisi, il peso del confronto

 Se usciamo, o ci crediamo, perdenti da un confronto che ci siamo imposti in maniera abbastanza autolesionista dovremmo chiederci con quale criterio abbiamo scelto il nostro “rivale”. Se si tratta di un nostro collega, comune mortale, piuttosto che di un familiare o ancora di un vicino di casa, non ci stiamo mettendo troppo in difficoltà. Al contrario, se il termine di paragone è un personaggio famoso, un VIP, giunto all’apice del successo e della sua carriera, è ovvio che ci siamo flagellati con una sfida invincibile.

A volte, però, malgrado i nostri buoni propositi di non rapportarci quasi spasmodicamente all’altro, a colui che lievita sul gradino superiore, è la società che ci impone di mettere in discussione quello che siamo, osannando esempi limite di una perfezione tanto celebrata quanto spesso molto costruita e poco veritiera.
Ne parla in un recente studio, davvero molto interessante, Carlo Strenger, docente di psicologia alla Tel Aviv University di Israele.

Ortoressia, quando la ricerca della perfezione rende infelici

 C’è la paura di ingrassare e l’ossessione per la perfezione dietro un disturbo alimentare di cui si parla ancora poco e certamente in misura minore di anoressia e bulimia, e che ha matrice psicologica. Parliamo dell’ortoressia, la fissazione per il cibo puro, sano e scondito, e per un fisico perfetto, che porta a depressione, carenze nutrizionali, malattie croniche.

Il termine ortoressia deriva dal greco orthos, corretto e orexis, appetito, e fu coniato nel 1997 dal medico californiano Steven Bratman che per primo descrisse il disagio nel suo libro Health Food Junkies.

Lo stalking non è prerogativa solo maschile

Lo stalking è trasversale, al sesso, alle classi sociali, all’anonimato come alla popolarità. C’è infatti una signorina potente e misteriosa, che perseguita Massimo Giletti, volto più che noto della Rai; questa persona si spaccia per sua moglie, lo pedina, gli fa scenate se lo vede con altre donne, ‘poco importa’ che non siano stati mai assieme. Giletti teme che questa persona, tra l’altro firma di un certo peso di una testata altrettanto importante, compia qualche pazzia.

Suo malgrado dunque Giletti, quest’estate è diventato il testimonial-vittima dello stalking. Anche le donne dunque si danno il loro gran da fare. Appostamenti, cacce all’uomo, telefonate, sms, mail, non si fanno mancare nulla. E così anche gli uomini ora sanno cosa significhi essere e sentirsi sempre spiati, controllati, inseguiti.

La gelosia è motivata dall’insicurezza

Avete presente le ricette di cucina, quando compare l’abbreviazione professionale “q.b.”, ovvero: quanto basta? Ecco, così dovrebbe succedere anche con la gelosia: in ogni storia d’amore dovrebbe essercene quanto basta. Perché questo sentimento è come una borsetta: è un accessorio utile e sempre presente in un rapporto (è inutile negarlo o pensare il contrario), ma non si può averne troppe. Infatti, un pizzico fa sentire all’altro di essere amato, gli dà la percezione di essere importante e prezioso, di essere indispensabile.

Sempre questo pizzico lusinga il partner, che davanti a un piccolo interrogatorio mostrerà biasimo, ma in cuor suo saprà che il sentimento dell’altro è vero, forte e profondo. Il vero problema? Riuscire a misurare questa dose, questo “quanto basta”. E non è affatto facile, perché può mutare e dipendere dalle proprie fragilità e dai propri bisogni. Ma c’è un confine da non superare. Quello della libertà dell’altro. Certo, la gelosia è un sentimento legato a un senso di possesso, ma non deve, mai e poi, arrivare a compromettere l’autonomia e l’indipendenza di chi si ama, che non può essere rinchiuso nel santuario esclusivo della coppia.