L’uso curativo delle parole, a Roma il 3 aprile un laboratorio

La scrittura non è solo narrativa o poesia, la cronaca che leggiamo sui quotidiani, può essere anche un potente strumento in grado di mettere a nudo la nostra interiorità e di farci superare paure, e situazioni difficili. Questo è l’obiettivo dell’incontro che si terrà a Roma il 3 aprile a cura di Giovanni Porta, psicoterapeuta, poeta ed attore.

I bambini piccoli già capiscono il significato delle parole

 I bambini piccoli sono, probabilmente, più intelligenti di quanto pensassimo, e già a 6-9 mesi, anche se non hanno ancora sviluppato il linguaggio e la capacità di parlare, riescono a comprendere il significato di molte parole. E’ quanto emerso da uno studio dell’Università della Pennsylvania, che desta sorpresa anche fra molti psicologi, convinti finora che la comprensione delle parole non fosse possibile nei bambini di età inferiore ad un anno.

Il linguaggio chiaro e semplice è un’arma vincente

Ho sempre immaginato il linguaggio come un “ponte” per raggiungere gli altri, tuttavia, è comune la tendenza ad esprimersi usando in maniera massiccia “paroloni” e iperbole. Tutto questo può innescare atteggiamenti superficiali e creare disagi. La vera arma che abbiamo, è il linguaggio diretto e semplice.

Le donne chiacchierone? Non più degli uomini

 

Le donne? Senza dubbio le consideriamo curiose (molto anche), chiacchierone, pettegole, in definitiva un decibel di suoni in piena ma sarà vero? Quante cose diamo per scontato o solo per sentito dire o perché così racconta e così ci fa comodo? S’è sempre creduto ad esempio che le donne non solo siano molto più loquaci degli uomini ma che addirittura parlino tre volte in più di questi. E’ quello che senza esagerare la metà del pianeta da sempre sospettava e l’altra invece lo negava …con ampie dissertazioni.

Ora abbiamo la conferma delle nostre errate convinzioni. Uno studio portato avanti dagli psicologi James Pennebaker dell’Università del Texas e Matthias Mehl dell’Università dell’Arizona e pubblicato su Science smentisce la convinzione (o sarebbe meglio dire preconcetto?) che caratteristica tutta femminile è proprio quella di parlare più degli uomini. Precedenti studi, non sempre molto accurati, avevano indicato in 16.000 il numero medio di parole pronunciato dalle donne ogni giorno, rispetto alle 7.000 degli uomini.

 La ricerca estremamente approfondita ha coinvolto 396 studenti (210 femmine e 186 maschi). Per questa ricerca sono stati registrati i dati delle “attività verbali” degli studenti, utilizzando dei voice recorders portatili, questi ogni dodici minuti e mezzo si accendono automaticamente e raccolgono i dati per 30 secondi di audio ambientale, la particolarità sta nel fatto che i soggetti non hanno la possibilità di agire sull’apparecchio.

Invogliate gli adolescenti a parlare

E’ placido, nessun essere umano può tollerare di rimanere lungamente e vivere solo, la ragione è dovuta al fatto che noi siamo “animali sociali”: le relazioni interpersonali sono fondamentali, ci consentono di scambiare opinioni e apprendere dalle esperienze degli altri. Le persone comunicano in molti modi: con le parole, il linguaggio verbale e anche attraverso i comportamenti, soprattutto con il linguaggio non verbale.

Le relazioni interpersonali ci saziano nel nostro bisogno di amore, affetto, rispetto, protezione, aiuto, consigli. Naturalmente alcune relazioni interpersonali provocano sofferenza ma non per questo è giusto imporsi di “non rischiare”, le persone ci aiutano a crescere, ad affinare desideri, aspettative di vita.

La prima relazione umana è quella che stabiliamo in famiglia e proprio da questa nasce il concetto di “separazione”: ognuno ha pensieri, pregi e difetti, diritti e doveri e vi vengono stabilite regole di comportamento che introietteremo e saranno nostri per tutta al vita.

Con il linguaggio non verbale si comunica di più e meglio

 

  

Interpretare, osservare e infine approfondire uno sguardo, arricchisce moltissimo e soprattutto affina la capacità di guardare alle cose, al mondo: offre nuove chiavi di lettura, altri codici.

Siamo tutti bene o male consapevoli che esistono atteggiamenti o comportamenti che ostacolano l’interazione con gli altri, anzi bisogna sottolineare come la comunicazione non verbale risulti di fatto un “codice di controllo” delle “relazioni non verbali”; pertanto è un vero peccato che in questa direzione manchino dei veri e propri studi scientifici.

Chi desidera imparare questo linguaggio, dovrà procedere naturalmente per gradi, cercando di carpirne i significati solo apparentemente celati da “ciò che non si dice”. L’obiettivo che ci si deve porre è il desiderio di allargare, rendere più profonda la conoscenza di sé.