Narcisismo e personalità distorta

Guardarsi per ore allo specchio, stare sempre li ad acconciarsi i capelli, avere il pallino degli accessori sempre a posto e di vestire alla moda, non sarebbe più un semplice motivo di cura del corpo e di se stessi, bensì, un incremento della patologia legata al disturbo di personalità.
Se vogliamo partire da qualche riferimento storico, abbiamo l’esempio per eccellenza racchiuso in Narciso, personaggio mitologico innamorato della sua immagine che per un motivo o per un altro era sempre li a guardarsi riflesso in uno specchio d’acqua.

La sindrome di Münchausen

La sindrome di Münchausen è una patologia in cui il paziente si procura segni e sintomi che erroneamente, in un primo momento, si crede correlati ad altre malattie.
Di solito, il medico con una serie di indagini diagnostiche che escludono la presenza di una patologia fisica, scopre che i sintomi vengono autoprovocati.

Una variante di questa è la sindrome di Münchausen per procura, qui è il genitore che arreca un danno fisico al figlio per attirare l’attenzione su di sé. La responsabile di solito è la madre.

Questa sindrome è stata evidenziata piuttosto recentemente, risale infatti al 1977  la prima diagnosi.
Accade purtroppo che pur di provocare i sintomi ai bambini, vengano somministrate tali sostanze dannose che l’indagine diagnostica e gli accertamenti in taluni casi, diventano estremamente invasivi, al punto di provocare un decesso.

Le tristi cifre attestano tale mortalità soprattutto su bambini al di sotto dell’anno di vita. La percentuale è di circa 2 bambini ogni centomila, provocando una mortalità tra il 9 ed il 22%.
Di solito avviene in precedenza della morte di un fratello o una sorella per cause sconosciute.

In tale situazione, è sempre coinvolto un genitore, i sintomi sono aspecifici per qualsiasi patologia, e i medici nel dubbio, tendono ad aumentare gli accertamenti con la difficoltà però di trovare una soluzione diagnostica.

L’ invidia e la superbia sorelle del disprezzo

 

L’ invidia e la superbia sono sorelle di un unico sentimento dato dal disprezzo verso la realtà esterna e più sottilmente verso il proprio mondo interiore: sentimenti di insoddisfazione sono piuttosto comuni e quando non diventa patologia, malattia, nessuno può dirsi immune da questi.

Sono emozioni forti e che percepiamo in modo negativo e distruttivo e per difenderci, spesso vi opponiamo una strenua difesa.

La mente però difficilmente accetta dei “no” e degli obblighi, reprimendo questo malessere, corriamo il rischio di diventare schiavi di un’ossessione, di ingigantire i timori, provocando a catena altre sensazioni spiacevoli, quali vergogna, senso di inadeguatezza e debolezza.

Il senso di colpa che ci funesta è dato dal fatto che il più delle volte proiettiamo le nostre ombre sugli altri, non riuscendo ad ammettere che queste difficoltà di interazione con le persone e con gli eventi c’appartiene interamente.

Tanoressia: quando l’abbronzatura diventa un’ossessione

Sognare una pelle abbronzata è un desidero comune: tuttavia negli ultimi anni si sta diffondendo una vera e propria dipendenza da lampade e lettini solari. Questa nuova ossessione, ribattezzata “tanoressia” (unendo la parola inglese tan, ovvero abbronzatura, e anoressia), non mette a rischi solo la pelle, ma si intreccia con altre patologie come ad esempio l’ansia e l’abuso di alcol o droghe.

Malati del Web

Il Web? Può portare alla dipendenza, proprio come le droghe, le sigarette e il gioco d’azzardo. La dipendenza da Internet (detta anche Internet addiction) è un problema che la società comincia lentamente ad affrontare, ma che ha già colpito numerose persone.

Per capire la gravità di questa malattia, basti pensare ai sintomi: disturbi dell’umore, ansia, insonnia, sindrome del tunnel carpale, disturbi alla vista, cefalea, stanchezza cronica e indebolimento del sistema immunitario.