Paura ed armi, una pistola in mano influenza la percezione?

La paura delle armi sta contagiando diversi cittadini in America dopo i fatti accaduti a Newtown, nel Cunnecticut, dove sono stati uccisi fra gli altri 20 bambini. Ma cosa succede alle persone a livello percettivo quando hanno in mano una pistola o più in generale un’arma? Questa domanda assume maggiore significato in questi giorni in cui si è rinnovato il dibattito sull’opportunità di rendere ancora libero il commercio delle armi dopo i fatti successi nella scuola americana. La dottoressa Jessica Witt ha condotto questa ricerca alla Purdue University in collaborazione con J.R. Brockmole della Notre Dame University.

Le persone ansiose sono meno reattive alle minacce?

 Si è finora ritenuto che le persone più ansiose siano anche particolarmente sensibili a tutto quello che avviene intorno a loro, ma una nuova ricerca condotta dall’Università di Tel Aviv sembra dimostrare che, al contrario, esse sarebbero meno reattive degli altri agli stimoli esterni. Tahl Frenkel e il professor Yar-Bar-haim sono giunti a tale scoperta nell’ambito di uno studio più complesso su come il cervello di persone ansiose e di persone non ansiose elabora la paura, misurando l’attività cerebrale dei partecipanti mentre venivano loro mostrate immagini che suscitano ansia e paura. I ricercatori hanno così potuto constatare che il cervello delle persone ansiose sembrava reagire di meno alla vista di tali immagini rispetto agli individui non ansiosi.

Errori arbitrali: corruzione, distrazione o disturbo di percezione?

 Errori arbitrali: si fa presto a gridare imbecille o corrotto ma sotto può esserci dell’altro, ad esempio un disturbo di percezione. Ad affermarlo un recente studio condotto dal Pisa Vision Lab, istituto toscano che si occupa proprio di ricerche sulla percezione. Gli arbitri, spiegano gli autori, non sempre quando fischiano un fuorigioco sbagliato lo fanno perché coinvolti in qualche tresca alla Calciopoli, soprattutto se appaiono davvero convinti della decisione presa.

Dismorfofobia

Dismorfofobia

La dismorfofobia è un disturbo psicologico caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione per un difetto fisico realmente esistente o percepito come reale. Il termine deriva dal greco timore (phobos) della forma distorta (dis-morphé). Nei soggetti colpiti la consapevolezza di possedere un’imperfezione a livello fisico è capace di incidere sulla vita relazionale, minando l’autostima, generando insicurezza e portando spesso ad isolarsi o a far sfociare l’angoscia in comportamenti fobico-ossessivi. Come avviene per tutte le paure che diventano patologiche, la dismorfofobia è un disagio fortemente limitante per il benessere psicofisico che incide sulla vita quotidiana, nei rapporti interpersonali, sul lavoro, con un forte impatto sulle abitudini.

Musica, come influisce sulla percezione del mondo

 Una musica può fare… canta Max Gazzè e poi dopo i puntini aggiungiamo pure quello che vogliamo: innamorare, ricordare, intristire, emozionare, mettere di buon umore, piangere, ridere, rendere euforici, rilassare, dormire, eccitare, innervosire, riflettere, sognare. La musica tocca le corde più profonde della nostra anima, influisce sul nostro stato d’animo e a volte fa molto di più, cambia addirittura la nostra percezione del mondo. Ne parla in un recente studio un’èquipe di ricercatori afferente all’Università di Groningen.

La musica non solo è in grado di influenzare il nostro umore, spiegano gli autori, ma può avere un impatto determinante anche sul modo di guardare la realtà. Ascoltando una musica allegra la vedremo in un modo, ascoltando una musica più triste in un altro.