Sembra che gli uomini siano sempre più preoccupati del loro aspetto fisico. Un tempo erano soltanto le donne a doversi confrontare con i modelli proposti dalle riviste patinate e dalla TV, e a sentirsi inadeguate o depresse di fronte a modelli con cui, spesso, è difficile stare al passo. Oggi, invece, anche i maschi soffrono la pressione della società, che li vuole sempre fisicamente perfetti.
perfezione
Quella perfezione che rende infelici
La ricerca della perfezione, forse l’unica tra le sfide che nella vita non vale la pena di iniziare perché non ci porterà ad altro che ad un inseguimento tanto vano quanto improduttivo. Per alcuni diventa un’ossessione chiamata perfezionismo, una smania di precisione, fino al più piccolo dettaglio che può mandare in crisi non solo la felicità individuale ma anche i momenti belli di condivisione, le relazioni interpersonali, per delle inezie, per una macchia impercettibile di colore nello sfondo bianco e piatto di un’esistenza creata e fondata sul tutto giusto, tutto perfetto, tutto ordinato.
Perfezionismo e miglioramento, una relazione impossibile
Migliorare, non essere perfetti. E’ questa la chiave del successo e di una vita meno complessa, più leggera e maggiormente ricca di opportunità da cogliere e prospettive più elevate di benessere psicofisico, relazioni interpersonali meno tese, un giudizio meno severo su se stessi. Spesso si scambia la voglia di imparare cose nuove, di mettersi in gioco, di assorbire avidamente nuove nozioni, con umiltà, determinazione e costanza, con il desiderio di una persona di essere perfetta, di non sbagliare mai. Voler fare le cose al meglio non è necessariamente un sintomo di perfezionismo, può essere al contrario un segnale di serietà, professionalità, passione per quello che si fa, che si tratti di lavoro, piuttosto che di preparare un dolce o di impegnarsi affinché un rapporto decolli.