A partire dal 9 gennaio 2012, a Roma e Provincia di Roma, Viterbo e Provincia di Viterbo ed Anagni ritorna l’appuntamento con “Lo Psicologo In Farmacia“, un’iniziativa del tutto gratuita, promossa dall’Associazione AVIOS (Agenzia per la valorizzazione dell’individuo nelle organizzazioni di servizio) e patrocinato da Roma Capitale, dalla Provincia di Roma e dalla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale dell’adulto e dell’età evolutiva Training School.
psiche
Attenzione: la schizofrenia colpisce un italiano su cento
Vi riportiamo i risultati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Salute della Donna (Onda) che sottolineano quanto, in realtà, molti soggetti soffrano di schizofrenia. In particolare, lo studio si sofferma sulla popolazione femminile che vive in prima persona questa situazione sostenendo e impegnandosi nell’assistenza di un familiare schizofrenico.
Si può curare la propria pelle, basta meno stress
La pelle è delicatissima. Oltre ad essere l’organo più largo del corpo umano, funge da rivestimento protettivo per il nostro organismo. La sua composizione approssimata è costituita dal 70% acqua, 25% proteine, 2% grassi, minerali 0.5% ed il restante 2.5% da altre sostanze. E’ per questo che è fondamentale curare la pelle per migliorare sempre di più il proprio aspetto. Ma purtroppo malattie croniche, come la psoriasi o l’acne, la affliggono. In occasione di un meeting newyorkese dedicato alla dermatologia, l’American Academy of Dermatology’s Summer Academy Meeting 2011 per la precisione, si è dimostrato come esiste un forte legame fra la pelle e la psiche umana.
Ansia, l’aria inquinata scatena reazioni di paura
Respirare aria inquinata genera ansia e mette in agitazione il nostro equilibrio psichico, oltre a provocare un danno evidente alla salute fisica, favorendo come fa lo sviluppo di malattie respiratorie, di asma, allergie, e causando una maggiore incidenza di patologie cardiovascolari. Se ne parla in un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alle due università di Bristol e Southhampton nel Regno Unito. La ricerca, pubblicata nei giorni scorsi dalla rivista di divulgazione scientifica Neuropsychopharmacology offre dati interessanti sull’impatto dell’inquinamento atmosferico sul benessere della nostra mente.
Meditare fa bene
Noi occidentali siamo molto diversi rispetto agli orientali soprattutto per una questione di cura della nostra psiche. Purtroppo, non conosciamo bene il valore della meditazione e di conseguenza la stiamo trascurando fino a farla diventare quasi una pratica desueta e non compatibile con i nostri standard di vita.
E’ importante invece capire quali sono gli effetti benefici che la meditazione ci può dare, sia psichici che fisici. La meditazione, infatti potrebbe aiutarci in una serie di migliorie suddivisibili per obiettivo e soprattutto suddivise in contesti dedicati.
Serena in gravidanza per un bimbo sano
Oggi parliamo di una ricerca fatta dall’Università di Nagasaki e pubblicata sulla rivista scientifica di Scienze e Psicologia. Lo studio spiega come affinchè il bimbo nasca sano, c’è bisogno di essere allegre in gravidanza. Lo studio ha esaminato un gruppo di neo mamme ed ha evidenziato come le future mamme quando osservavano video divertenti, facessero si che i bimbi nella pancia apparissero divertiti.
Quando le donne erano tristi, i bimbi erano fermi con uno stato negativo. Inoltre, si è notato che a mamma triste, c’è un aumento nel feto di catecolamine, che può ridurre l’afflusso di nutrimento del bambino.
La solitudine? Fa più male del fumo
Gli amici allungano la vita: i rapporti sociali non solo ci rendono felici, ma ci fanno vivere di più. Secondo un recente studio, infatti, chi si circonda di amici aumenta del 50% le probabilità di sopravvivenza. La solitudine è dannosa come l’alcol e il fumo ed è due volte più pericolosa dell’obesità.
La diffidenza ti allontana dagli altri
Quante volte ci siamo chiesti di qualcuno se gli si potesse concedere la nostra fiducia, se non ci stesse invece mentendo o ancora se davvero c’avrebbe sostenuto in quel nostro progetto, idea o confronto.
La diffidenza è un misto di ansia e pessimismo e di un evento ci dà la misura del pericolo, di un fallimento. Come sostiene Maura Amelia Bonanno, antropologa culturale esperta di Enneagramma a Lavagna (Ge) “Si tratta di un atteggiamento spesso sproporzionato alla situazione reale, che può inibirci e paralizzarci dal vivere pienamente. Chi è molto diffidente arriva a mettere in dubbio il positivo, a non avere un’attitudine aperta verso il mondo. Anzi, è pieno di pregiudizi”.
L’origine di tale atteggiamento come è intuibile, ha radici profonde nell’infanzia. Un pioniere nell’indagine dello sviluppo infantile e quindi dei comportamenti che condizioneranno il bambino anche da adulto, è stato lo psicanalista americano Erik Erikson che nei primi anni cinquanta con l’espressione “fiducia di base” e “sfiducia di base”, ha definito la fase dello sviluppo che dalla nascita va fino ai due anni d’età, un momento particolare, in cui il bambino avverte la “benevolenza” del mondo, sentendosi accolto.
L’autocritica quando è costruttiva ti rende più forte
Quante volte ci siamo avviliti, boicottati, intimati la resa “Non ce la farai mai anche se ti impegni, non puoi riuscire”. Innumerevoli volte ci siamo ripetuti frasi come questa, può capitare ma non indugiamoci. L’ autocritica svalutativa è uno di quei meccanismi psicologici che se intervengono spesso nella nostra vita diventano motivo di depressione. L’ argomento è stato affrontato nel 2004 da un gruppo di psicologi inglesi, guidati da Paul Gilbert della Mental Health Research Unit del Kingsway Hospital di Derby, e pubblicata sul British Journal of Clinical Psychology. Lo studio evidenzia come questo tipo di autocritica, crei delle dolorose spaccature nella psiche, perché se è vero che una parte di noi ci allontana ansiosamente da una situazione di cui ne paventa (quasi sempre in maniera ingiustificata ) il “pericolo” , dall’altra sussiste – dato che è insita nell’uomo – la volontà e il desiderio di superare un proprio limite. La scelta finale sarà determinata dal confronto/scontro di queste due istanze che ne determineranno l’azione o l’inerzia. Per dare un’idea di questo meccanismo, soprattutto in coloro che soffrono di depressione, alcuni ricercatori hanno applicato la tecnica del role-playing che mostra come il conflitto esploda in maniera evidente. E’ una sorta di psicodramma in cui viene utilizzata la “tecnica delle due sedie” su cui i pazienti sono invitati ad accomodarsi. Una volta occupata la prima, dovranno comunicare le autocritiche svalutative mentre sulla seconda, manifestare il desiderio di riuscita e resistenza. Il conflitto interiore in questo modo si palesa e talora anche molto violentemente: è per i terapeuti è il momento ideale per intervenire e lavorare successivamente sullo sviluppo della capacità di “promozione”, arrivando a contrastare la profonda incapacità e realizzarsi positivamente. Naturalmente non tutte le forme di autocritica sono dannose, anzi la capacità di analisi profonda del sé è – per chi la possiede – una grande risorsa ma non deve tralasciare la propria implicita funzione costruttiva, un atteggiamento responsabile offre la reale possibilità di non ripetere gli errori, quella che invece è perpetrata con disfattismo e vittimismo, oltre a creare un’intensa frustrazione e infelicità, tende a reiterare atteggiamenti sbagliati, ci riduce all’impotenza e alla rabbia.
Siate felici e vivrete più a lungo
La gioia di vivere cos’è? Potremmo darne sinceramente una definizione che non sia da dizionario? La letteratura, la filosofia e in tempi più recenti la psicologia clinica, hanno indagato l’animo umano quasi esclusivamente per le sue interazioni con il dolore e come questa condizione influisca nelle scelte e nelle percezioni.
Negli ultimi anni però una branca della psicologia s’è posta l’obiettivo di studiare, comprendere ed analizzare il benessere psicologico e ciò che lo determina.
Inutile sottolineare (ma con un po’ di buon senso lo riconosciamo tutti) che la “contentezza di sé” non è certo determinata dall’agiatezza economica e da una particolare e brillante carriera.
La marginalità di questi aspetti ne escono rinforzati dalle ricerche che Martin Seligman, docente di psicologia dell’Università della Pennsylvania ha condotto. Vi sono persone contente anche tra i poverissimi del mondo e la felicità paradossalmente non “si lascia condizionare” dall’essere in salute, dall’età o dalla piacevolezza fisica né dalla cultura.
Post-Vacation Blues, lo stress post vacanze
Se vi sentite spossati, avete cefalee persistenti, alterazioni dell’appetito, insonnia e irritabilità verso tutto e tutti, allora forse siete vittime dello stress-post vacanze. Questo particolare tipo di stress, sempre più presente nel mondo industrializzato, colpisce ben il 35% dei lavoratori italiani e si manifesta al rientro dalle vacanze, in uno dei periodi dell’anno potenzialmente più faticosi.
Le cause sono diverse: il cambiamento del ritmo della giornata, dello stile di vita, del modo di nutrirsi uniti all’idea di lasciare attività e persone che abbiamo conosciuto in vacanza. Il disturbo è chiamato anche Post-Vacation Blues: il termine deriva da blue, cioè tristezza, ed è collegato al blues, originariamente canto di malessere e angoscia molto diffuso tra le comunità nere americane di schiavi.
Soldi e psiche, contarli ci fa bene
Stress, ansia e per giunta il calore. D’estate dormire è in media un po più difficile, almeno per chi resta a casa. Ma una ricerca americana ci dice che vi sono delle valide alternative al conteggio delle pecore.
Da un gruppo di ricercatori dell’Università del Minnesota (Usa) diretti da Xinyue Zhou, insieme ad altri ricercatori della Florida State University arriva la conferma che Zio Paperone aveva ragione: contare soldi fa bene a se stessi e aiuta a dormire.