Lamentarsi è una reazione piuttosto istintiva ed immediata, rafforzata dalla convinzione che possa servire a liberarsi di quello che non va. Tuttavia, i lamenti non servono a risolvere davvero i problemi, al contrario, sono l’alibi perfetto per non reagire e per continuare a vivere la propria esistenza nell’infelicità.
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Come scoprire se piaci con il senso dell’umorismo
Come scoprire se piaci a qualcuno senza necessariamente aprire una fanpage su Facebook il che, permettetemi di dirlo, se non si è un personaggio famoso o un’azienda, è anche abbastanza patetico.
Mi è sembrata abbastanza sensata invece la teoria messa a punto da Norman P. Li, docente di psicologia evolutiva alla University of Texas di Austin, in anni di studi e ricerche sull’argomento.
Per sapere se piacciamo a chi ci sta di fronte, che si tratti di attrazione fisica piuttosto che di semplice simpatia o ancora di apprezzamento come persona, insomma per scoprire se andiamo a genio a qualcuno, dobbiamo usare l’arma dell’umorismo, provare a farlo ridere, a dire qualcosa di divertente, e che sia il massimo che riusciamo a fare mi raccomando, per osservare poi come reagisce.
Le quattro posizioni di vita
Cos’è la posizione di vita? Lo spiega sapientemente Rika Zarai in Libera le tue emozioni. E’ il modo in cui affrontiamo le persone, gli avvenimenti, la nostra presentazione di fronte agli altri, il nostro schema abituale di rapportarci al mondo. La Zarai propone un piccolo esercizio per riuscire ad identificare la nostra posizione di vita ovvero pensare alla nostra reazione nel caso di un affronto, anche solo verbale. Come reagiamo?
- Ci domandiamo come mai il nostro interlocutore ci stia aggredendo.
- Rispondiamo aggredendolo a nostra volta.
- Stiamo male, giriamo a vuoto e continuiamo a ripensarci.
- Non reagiamo perché non ne vale la pena.
Reprimere la rabbia..ti fa arrabbiare di più
Non è possibile dare una risposta univoca alla rabbia, dato che è a fondamento di tutte le teorie psicologiche ed è sovente a capo delle motivazioni che sottendono alle manifestazioni espressive, alle modificazioni corporee e alle azioni (non disgiunte ovviamente alle nostre reazioni).
E’ un’emozione primitiva e quindi è possibile osservarla e monitorarla in diverse fasce d’età nonché in specie diverse dall’uomo.
Gioia, dolore e rabbia sono le prime emozioni in cui ci imbattiamo ed iniziamo a conoscere ma la collera, a differenza delle altre, viene “educata” molto presto all’inibizione o quanto meno al controllo. Pertanto sono fondamentali in tal senso gli studi evolutivi in grado di analizzarla sia quando è “compressa” che nelle espressioni più evidenti e libere.
Si può dire inoltre che l’ira è parte di un “sottogruppo” in cui sono incluse ostilità, disgusto e disprezzo e ne rappresenta l’emozione di base e che pur trovandosi spesso “assieme”, presentano eziologie e conseguenze diverse sui nostri comportamenti.
La rabbia in molti casi è la risposta fisiologica che diamo alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica. Naturalmente non sempre e non in tutti i casi, queste ultime rappresentano le micce perché deflagri, spesso interviene la responsabilità e la consapevolezza che si attribuisce ad un persona o evento come cause ultime e scatenanti.
Sai ricevere una critica?
Ricevere critiche è, nella maggior parte dei casi, un’esperienza molto sgradevole. Tuttavia ci sono dei modi che ci permettono di accettarle nel miglior modo possibile e, a volte, anche di imparare qualcosa di buona grazie ad esse.
Innanzitutto, controlliamo le nostre reazioni: è proprio il caso di contare fino a 10 prima di parlare. Se reagiamo in modo improvviso, è più facile rispondere con qualche frase sgradevole e poco costruttiva. Cerchiamo di calmarci e di riacquistare la giusta prospettiva: in questo modo eviteremo di creare problemi inutili.