Emozioni negative, ne abbiamo parlato spesso in relazione alla necessità di non reprimerle, di imparare a viverle ed a superarle, canalizzandole in percorsi che confluiscono in azioni positive per noi e per gli altri. Oggi parliamo nello specifico della delusione di un fallimento che sfocia in un risentimento covato a lungo nei confronti della persona che riteniamo responsabile del nostro insuccesso. Dove può portare questa rabbia e questa amarezza lo spiega un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori afferente al Concordia University Department of Psychology, coordinata dal professor Carsten Wrosch.
Wrosch studia da tempo le diverse reazioni ai fallimenti, cercando di capire perché alcune persone sfogano la loro rabbia sugli altri ed altre invece riescono a rimanere in pace con il mondo malgrado le avversità e le difficoltà, anche gravi, che si sono ritrovate ad affrontare, magari anche in totale solitudine, il che giustificherebbe in qualche modo la sfiducia nei confronti degli altri.
Lo psicologo ha raccolto le sue impressioni in un capitolo dal titolo Self-Regulation of Bitterness Across the Lifespan, inserito nel volume di recente pubblicazione Embitterment: Societal, psychological, and clinical perspectives (Springer 2011). L’esperto è giunto alla conclusione che il risentimento persistente può provocare sentimenti diffusi di rabbia ed ostilità che, se abbastanza forti, possono incidere persino sulla salute fisica di una persona. A differenza del rammarico, un senso di colpa che ci vede imputati come i principali responsabili dei nostri guai, il risentimento punta il dito contro gli altri, imputando il fallimento a cause esterne:
Se covato per troppo tempo ed intensamente, spiega Wrosch, il risentimento può scatenare delle alterazioni biologiche nell’organismo, con effetti sul metabolismo, sulle nostre difese immunitarie e persino sulla funzionalità degli organi, con il rischio di arrivare persino ad ammalarsi.
C’è chi suggerisce di considerarlo addirittura un disturbo mentale ma è una misura reputata esagerata dai più. Gli esperti sono concordi nell’affermare però che bisogna farci i conti e sapersene liberare. Superare un fallimento lanciandosi in un nuovo progetto, ad esempio. Vincere il risentimento nei confronti degli altri attraverso il perdono e così via, tutto per canalizzare quelle emozioni negative che potrebbero rivelarsi autodistruttive se covate a lungo dentro di noi.
[Fonte: “Can blaming others make people sick?”, Concordia University]