Come migliorare l’autostima? Questo è un discorso sul quale vi sarebbe bisogno di parlare ciclicamente. E la ragione sta nel fatto che l’attuale società sembra essere nata per distruggerla. Anche quando non ne è intenzionata.
sensibilità
Uomini e donne hanno personalità molto differenti
Si è finora ritenuto che le differenze tra i sessi, dal punto di vista psicologico, siano abbastanza ridotte, ma un recente studio condotto dall’Università di Torino e dall’Università di Manchester ha esaminato le caratteristiche della personalità di uomini e donne, giungendo alla conclusione che, tra i due sessi, vi sarebbero ben pochi tratti in comune, (circa il 10 per cento), mentre sarebbero molte di più le caratteristiche differenti. “Dal punto di vista psicologico, gli uomini e le donne sono quasi delle specie differenti” ha spiegato il dottor Paul Irwing, dell’Università di Manchester, coautore dello studio.
L’ invidia e la superbia sorelle del disprezzo
L’ invidia e la superbia sono sorelle di un unico sentimento dato dal disprezzo verso la realtà esterna e più sottilmente verso il proprio mondo interiore: sentimenti di insoddisfazione sono piuttosto comuni e quando non diventa patologia, malattia, nessuno può dirsi immune da questi.
Sono emozioni forti e che percepiamo in modo negativo e distruttivo e per difenderci, spesso vi opponiamo una strenua difesa.
La mente però difficilmente accetta dei “no” e degli obblighi, reprimendo questo malessere, corriamo il rischio di diventare schiavi di un’ossessione, di ingigantire i timori, provocando a catena altre sensazioni spiacevoli, quali vergogna, senso di inadeguatezza e debolezza.
Il senso di colpa che ci funesta è dato dal fatto che il più delle volte proiettiamo le nostre ombre sugli altri, non riuscendo ad ammettere che queste difficoltà di interazione con le persone e con gli eventi c’appartiene interamente.
La timidezza? Ci rende più consapevoli
Il cervello delle persone timide percepisce il mondo esterno in modo diverso rispetto a quanto accade per i soggetti estroversi. E si attiva per una lavorazione più profonda degli input. Lo sostiene una ricerca americana, secondo la quale le persone più introverse rielaborano gli input in modo più profondo rispetto a chi non ha problemi di socializzazione.