Come interpretare i sogni? (prima parte)

Quanti di noi si svegliano al mattino pensando al sogno che hanno appena fatto? Molto spesso la mattina non ci si ricorda più nulla oppure non si dimentica nessun dettaglio di ciò che ha accompagnato la nostra notte. Da Freud a Jung, la psicologia ha inteso studiare cosa sono i sogni e come interpretarli. Recenti ricerche hanno confermato che durante la fase REM gli individui sognano e questo può avvenire anche più volte durante la notte per un ciclo di circa quindici-venti minuti ogni ora e mezza.

Sogni e ricordi hanno uno stretto legame

Quante volte diamo la buonanotte alla persona amata e gli auguriamo di fare tanti bei sogni. Il sogno è spesso associato ad un momento di tranquillità e di fantasia che dona sollievo all’essere umano. Non per niente si associa il sogno al denaro con la formula “Sogni d’oro”, proprio per sottolineare il valore intrinseco legato al sonno e al riposo. Oggi vogliamo parlarvi di una ricerca effettuata dal team di studiosi dell’Università di Berkeley.

I sogni: chi dimentica e chi ricorda

 

Il Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, insieme al Dipartimento di neurologia clinica e comportamentale dell’Irccs Santa Lucia e le università dell’Aquila e di Bologna hanno sviluppato in collaborazione uno studio sull’attività onirica. L’oggetto della ricerca è stato perchè ci sono dei soggetti in grado di ricordare i sogni con estrema precisione nei dettagli, mentre altri li dimenticano completamente.
La ricerca è stata pubblicata su Human Brain Mapping, ed ha tentato di spiegare l’intensità emotiva del regno onirico, partendo dalla connessione tra anatomia dell’essere umano e “materia dei sogni”. Discriminanti per questo obiettivo sarebbero le misure dell’ippocampo e dell’amigdala, le due strutture celebrali che sono dedicate al controllo delle emozioni e legate alla memoria.