Per diverse motivazioni il partner o la famiglia sono costretti a stare lontani rispetto a dove ci troviamo: come affrontare la solitudine della distanza? Combattere questo tipo di emozione non è sempre facile, ma non bisogna considerarlo impossibile. Come sempre il fattore chiave nella riuscita è l’organizzazione.
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Suicidio, combatterlo chiedendo aiuto
Il suicidio è purtroppo un’azione contemplata e messa in atto da molti a questo mondo. La sensazione di non farcela, di essere inutili, di sentirsi completamente fuori dalla propria pelle talvolta è troppo forte per essere affrontata. E’ per questo che ti invitiamo, senza indugio, a chiedere aiuto se ti senti in questo modo.
Solitudine, la malattia dei manager
La solitudine colpisce i manager. Questa categoria lavorativa, per quanto fortunata per tanti altri versi, è tra le più colpite e sofferenti. Soprattutto nelle grandi città. Le percentuali sono incredibili e la sofferenza sempre più reale e forte per chi lavora in questo comparto.
San Valentino, è davvero un problema essere single?
San Valentino è la festa degli innamorati, dell’amore, di coloro che vendono gadget e cioccolatini per l’occasione. Ma è davvero un problema essere single in questa ricorrenza? Le persone sembrano equamente ed idealmente suddividersi in coloro che al solo pensiero stanno male e quelli che vivono la ricorrenza come una festività qualunque.
Ricerca, la solitudine è collegata a stress e infiammazioni
Le persone che provano sentimenti di solitudine presentano un maggiore rischio di sperimentare stress il quale è legato, tra l’altro, alla presenza di infiammazioni. Tali infiammazioni, a loro volta, sono legate a numerose condizioni come la malattia coronarica, il diabete di tipo 2, il morbo di Alzheimer. Lisa Jaremka, il principale autore di questo studio, condotto presso l’ Institute for Behavioral Medicine Research dell’Ohio State University, ha scoperto come lo stress può innescare una risposta immunitaria scarsamente controllata.
Paura della solitudine? La soluzione è sposarsi!
Si ama per non restare soli? Non capita a tutti di incontrare l’anima gemella né tantomeno di essere folgorati da un colpo di fulmine. A volte si attraversano dei periodi molto difficili nella propria vita e a volte si commettono errori che coinvolgono anche altre persone. Tante sono le coppie formatesi non per amore, ma per paura di restare soli. Infatti, non risultano strani i risultati di una ricerca condotta da match.com che evidenzia come gran parte degli uomini abbiano dichiarato di non avere problemi a sposare una donna che non amano.
Solitudine, può anche uccidere
La solitudine può innescare un circolo vizioso molto pericoloso, rendendoci più vulnerabili a certe malattie, che possono portare anche ad una morte prematura. A sostenerlo è un nuovo studio condotto da un team di ricercatori dell’Università della California a Los Angeles (UCLA), i cui risultati sono stati presentati al meeting “Social Psychology and Perception”.
Solitudine, fa male alla salute
La solitudine può portare una persona a non prendersi cura di se stessi, nell’aspetto fisico e nella salute, e, secondo una nuova ricerca condotta da John Cacioppo dell’University of Chicago, sarebbe anche direttamente collegata a problemi di salute. Nel suo studio, egli ha infatti riscontrato che la solitudine può portare ad indurimento delle arterie e pressione alta, infiammazioni del corpo e anche problemi nell’apprendimento e nella memoria.
Il potere porta le celebrità alla solitudine
Si ritiene generalmente che le persone famose e di successo, le celebrità, insomma, siano anche amate ed apprezzate, ma in realtà, spesso, queste persone non riescono a stabilire legami veri con gli altri, e quando qualcun altro- ad esempio un “fan” nel caso di persone famose, o un subordinato nel caso di persone affermate in campo lavorativo- cerca di stabilire un rapporto più stretto, la persona famosa comincia a diventare diffidente e cinica nei confronti degli altri. Secondo una ricerca condotta da Adam Galinsky della Kellogg School of Managment presso la Northwestern University, insieme a Ena Inesi della London Business School e Deborah Gruenfeld della Stanford Graduate School of Business, il potere porterebbe ad avere dubbi sulla spontaneità delle buone azioni degli altri, e ciò renderebbe ciniche le persone di successo, e questo cinismo le ostacolerebbe nello stabilire buone relazioni con gli altri, portandole alla solitudine.
La morte di Whitney Huston, depressione e cocktail di farmaci
La morte di Whitney Huston ha colto tutti di sopresa. Aveva solo 48 anni ed è stata trovata annegata nella vasca da bagno in un hotel, stordita da alcol e antidepressivi, almeno così dicono i giornali. Aveva tutto, bellezza, successo, un talento fuori dal comune, eppure… non è bastato a salvarla.
Bagno caldo contro la solitudine
La solitudine, un male che sembrava essere sconfitto nella società di Facebook, eppure non è così. La solitudine è un problema che ancora attanaglia tantissime persone e soprattutto giovani, che fanno della solitudine una vera e propria malattia, al punto (troppo spesso) di compiere insani gesti perché sentitisi soli.
Da un recente studio, sembrerebbe che l’alternativa a questo sia proprio l’acqua calda. Un bagno caldo è in grado di sostituire un amico oltre che combattere la sensazione di solitudine.
Solitudine, non sempre è negativa
Solitudine: siamo abituati a considerarlo uno status necessariamente negativo, specie oggi in cui l’avvento del social a tutti i costi ci ha trasformato in identità interconnesse a decine di altre in un nanosecondo. Si può essere ancora soli nell’era del social network? Beh, sì, dal momento che tra contatto e relazione interpersonale intercorre uno spazio che potremmo paragonare a quello conoscente-amico. Il contatto lo conosci sì ma solo di vista.
Bisogna operare un distinguo tra solitudine provocata dal fallimento delle relazioni e della vita sociale, ovvero il rimanere soli, e solitudine ricercata per restare da soli con se stessi, ritrovare l’equilibrio, una pausa benefica dal resto del mondo quando c’è bisogno di ritrovare la strada in solitaria, quando i compagni di viaggio che abbiamo al nostro fianco hanno intrapreso percorsi inconciliabili con il nostro modo di vivere e di guardare il mondo.
La sindrome di Penelope, anziane affette da nostalgia e tristezza
La sindrome di Penelope: quel continuo, angoscioso, pacato e rassegnato aspettare che accada qualcosa, che ritorni a casa qualcuno a colmare il vuoto lasciato dagli anni, aperto come una voragine nel petto. Quella triste consapevolezza che invece non accadrà nulla, nessuno busserà più alla porta, il tempo perso non tornerà perché la vita è trascorsa ed il resto, quello che ne rimane, è contrassegnato da una solitudine e da un dolore muto destinati a durare fino alla fine dei propri giorni.
Solitudine, tristezza e nostalgia sono i tarli che rodono e consumano lentamente il benessere psicologico delle donne anziane. I ricercatori dell’Università di Messina hanno accertato, in un recente studio, che a soffrire maggiormente della sindrome di Penelope, com’era d’altra parte ovvio, sono le vedove ed in generale chi è rimasta sola per un motivo o per un altro.
Combattere la solitudine, i cibi che fanno bene al cuore
Rifugiarsi nel cibo spazzatura, quando si è tristi o ci si sente soli, non è mai una buona idea. Mangiare per riempire il vuoto è sicuramente deleterio per via delle conseguenze sulla salute sia psichica che fisica. Quantità esagerate di gelato e cioccolata non sono un’alternativa alla carenza d’affetto che solo un buon rapporto con se stessi e poi con gli altri possono colmare.
Guai però a demonizzare il cibo. Il cibo è un alleato delle nostre emozioni, è legato alla vita sociale, al benessere, al piacere. Nelle giuste dosi e proporzioni e rispettando eventuali limitazioni imposte da un regime dietetico dettato da disturbi di salute o dieta dimagrante, alcuni piatti riescono a regalarci buon umore, stimolando la produzione di serotonina.