Ansia, solitudine e vita sociale compromessa per i bambini che soffrono di allergie alimentari

 Convivere con una malattia cronica, come lo è ad esempio il diabete, non è semplice per nessuno. La qualità della vita è fortemente minata dallo scandire della terapia e le ripercussioni sulle relazioni sociali possono essere piuttosto pesanti. Non va meglio a chi soffre di allergie alimentari che vive con l’ansia costante di incappare nei cibi assassini e vede l’atto di nutrirsi come un pericolo per la propria vita.

I bambini, in particolare, soffrono maggiormente per le privazioni, non completamente comprese e dunque ancora più dure da tollerare. Una festa di compleanno di un compagno di scuola piuttosto che un’uscita al ristorante o una ricorrenza in cui si consumano leccornie proibite, possono trasformarsi in un incubo per i più piccoli e per i loro genitori, che vivono con il terrore continuo di shock anafilattico.

Combattere la depressione natalizia

Il Natale è un periodo Santo e per alcuni magico, ma esiste anche un’altra faccia della medaglia, quella che rende il Natale depressivo. Le feste natalizie, infatti, come pur possono sembrare solo gioiose, portano con se delle insidie che possono far male l’individuo, come ad esempio chi soffre di solitudine, chi va in crisi per cercare il regalo adatto oppure per chi è costretto ad incontrare dei parenti non graditi.

Gli studi recenti hanno dimostrato come il periodo di feste natalizie, sia un forte rischio per tutti coloro che sono più predisposti alla depressione. Gli stati depressivi, sono infatti in costante aumento in questo periodo. Gli anziani sono i primi che sono a rischio depressione ed il segreto è non farsi prendere dalle emozioni negative.

La condizione di single non è poi così male

Basta con i miti televisivi e di serial come Sex and the city, la verità è differente e più banale, siamo in tanti, siamo soli e non in coppia. Secondo l’autorevole British Medical Journal, ad esempio, ben 5,6 milioni di single britannici sarebbero irrimediabilmente affetti da una sindrome comune quanto dolorosa: la solitudine (bisogna inoltre aggiungere che malgrado i benefici effetti accertati sulla salute, il matrimonio in Gran Bretagna è sempre più in declino e non accenna a diminuire. Lo scorso anno a  convolare a giuste nozze e a dire si’ sono state 249.227 coppie, che di fatto risultano il numero in assoluto piu’ basso in oltre un secolo. Giusto per fare riferimento a qualche cifra: trenta anni fa la media era di 400.000 matrimoni all’anno solo in Inghilterra e Galles. Inoltre sono in aumento anche divorzi e separazioni. Nel 2002 sono stati oltre 150. 000, 4.000 in piu’ dell’anno precedente e 7.000 in piu’ rispetto al 2000).

La solitudine tra il bello e il brutto

 

Parliamo di una ricerca che è stata condotta dai medici dell’Università di Buffalo per poi essere pubblicata e divulgata dalla rivista scientifica Self and Identity. Parliamo di solitudine. La ricerca fatta, dimostra come nei momenti importanti della nostra vita non siamo mai soli. Si parla sia dei momenti belli che dei momenti bruttissimi della nostra esistenza.

Questo anche perchè l’uomo ha un bisogno costante di condividere questi momenti della propria vita sia nel bene che nel male e soprattutto ha bisogno di interagire con gli altri per far si che quella sensazione del “crollare il mondo addosso” sia solo una sensazione e siamo pronti a riprenderci.

Il Disturbo Dipendente di Personalità

Cioè che caratterizza il Disturbo Dipendente di Personalità è l’estrema ed eccessiva necessità di essere accuditi, ne consegue un comportamento sottomesso e dipendente caratterizzato dall’estremo timore della separazione. E’ una modalità che si fa strada nella prima età adulta. L’individuo che ne soffre è dipendente e sottomesso, il suo fine ultimo è di suscitare protezione. La percezione del sé è distorta, nella convinzione di essere incapaci di funzionare adeguatamente senza l’aiuto di altri.

Questi individui hanno grande difficoltà a prendere anche le decisioni più semplici, quotidiane se non rassicurati, hanno una forte tendenza alla passività e consentono ad altre persone – di solito ad una sola – di agire per loro, prendere l’iniziativa e decidere di gran parte della loro vita. Negli adulti , la dipendenza è data da un genitore o un coniuge che decidono praticamente tutto; ugualmente avviene nell’adolescente. Queste persone, spaventate dall’idea di perdere il supporto o l’approvazione degli altri, non riescono ad esprimere disaccordo, specialmente nei confronti di coloro da cui dipendono.

La solitudine? Fa più male del fumo

Gli amici allungano la vita: i rapporti sociali non solo ci rendono felici, ma ci fanno vivere di più. Secondo un recente studio, infatti, chi si circonda di amici  aumenta del 50% le probabilità di sopravvivenza. La solitudine è dannosa come l’alcol e il fumo ed è due volte più pericolosa dell’obesità.

Mondiali 2010, il calcio migliora il benessere mentale

 A pochi minuti dalla fine della partita Italia – Nuova Zelanda, lo stato d’animo dei tifosi è stato fortemente influenzato da una serie di emozioni che hanno coinvolto non solo chi è abituato a seguire il calcio ma anche i tanti che si riuniscono a guardare la partita spinti dal semplice piacere del sentirsi uniti in qualcosa. Fin qui tutto ok, quello che non tutti sanno è che il calcio può migliorare il benessere mentale, come rivelano questi interessanti studi.

Generazione Eleanor Rigby

I giovani di oggi si sentono sempre più soli, anche se sono circondati da persone, sia nella vita reale sia attraverso contatti virtuali. Una generazione di solitari, un modello di vita che ricorda molto la canzone dei Beatles “Eleanor Rigby”, che parla di tante solitudini che non riescono mai ad entrare in contatto. Ancora una volta, ad essere sotto accusa è Internet e, in particolare, i social network.

Combattere la solitudine con la pet therapy

La solitudine può assumere forme diverse. Probabilmente la più diffusa è la solitudine interiore, una sensazione negativa che ci fa credere di non avere rapporti di fiducia o di intimità con le persone, anche se esternamente nulla lascia trasparire questa problematica. Più forte ancora è la solitudine esistenziale che fa sentire una persona come sola nell’universo, come se non ci fosse nessuno in grado di comprenderla.

Diversa, invece, la solitudine sociale: chi ne soffre avverte la mancanza di calore umano o vicinanza, non riesce a stringere legami importanti con le persone che lo circondano. La solitudine fisica nasce invece dalle caratteristiche di una situazione specifica: pensiamo ad esempio ad un anziano che vive da solo e ha pochi contatti con la famiglia. Combattere la solitudine, però, si può.

Come combattere la solitudine

La solitudine è una delle più grandi paure degli essere umani, e può essere rappresentata con una foto in bianco e nero, come combatterla? Purtroppo non dipende sempre da noi se abbiamo persone intorno o meno, ma soprattutto, vi siete mai chiesti perché abbiamo così tanto bisogno di relazionarci con le persone? È nella nostra natura.

Alcuni metodi per non sentirsi soli sono: tenersi impegnati con la “cultura” e quindi leggere, andare al cinema, al teatro, ai concerti, alle mostre etc; conoscere persone nel “mondo virtuale” e quindi sul web, passando da chat, forum, social network, blog e altro; frequentare posti affollati, cercando di fare nuove conoscenze; comprarsi un cane, un gatto o un altro animale, che compensano la mancanza fisica di una persona.