Motivazione: quanto conta per vincere una partita, uscendo vittoriosi da un match che ci dava scontatamente perdenti? Un esempio ci viene dalla nazionale femminile di calcio giapponese che ieri ha stracciato gli Stati Uniti, dati per favoriti, aggiudicandosi il titolo mondiale. Sian Beilock, docente di psicologia alla University of Chicago, ci illustra, andando oltre ovviamente le dinamiche di gioco, cos’altro può aver influito sul successo della squadra nipponica.
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Derby, vincerlo con i neuroni specchio
Vincere una partita cruciale come può esserlo un derby. Il Milan ce l’ha fatta. Sarà forse merito dei neuroni specchio? Chi può dirlo, eppure Claudio Mencacci, psichiatra dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, ne è convinto: immaginare le vittorie precedenti, quelle già vissute, può ben disporre il cervello verso la vittoria, addestrarlo a replicare il successo.
Chissà se vale anche nelle altre partite della vita: un esame, uno scoglio… se pensare ad una vecchia vittoria ci carica di grinta per ottenere quella successiva.
Il cervello, spiega l’esperto, non distingue tra ciò che pensa e la realtà e quindi collegare la mente al ricordo delle vittorie del passato significa anche preparare il cervello a vincere una volta di più.
La Psicologia Sportiva, un valido aiuto per l’attività fisica
La psicologia sportiva è una branca multidisciplinare della psicologia che unisce nozioni di medicina, educazione fisica, sociologia e riabilitazione.
Si occupa dello studio dei fattori mentali e fisiologici della partecipazione sportiva, per comprendere e soprattutto sollecitare le persone che svolgono attività fisica e riguarda sia gli individui che praticano sport per piacere personale che gli atleti.