Gli uomini sono paurosi quanto le donne

 Una ricerca svolta da Christian Vaccaro, dell’Indiana University of Pennsylvania, che sarà pubblicata sulla rivista “Social Psychology Quarterly”, sembra dimostrare che, a dispetto dei luoghi comuni, gli uomini sono paurosi quanto le donne, e sarebbero solo più abili nel nascondere le loro paure, per attenersi meglio allo stereotipo del “maschio forte”. Le donne, invece, riuscirebbero meglio a celare la loro rabbia e aggressività, per meglio conformarsi allo stereotipo del “gentil sesso”.

Di cosa non sono capaci le donne?

Il mondo lavorativo è un campo d’azione difficile per tutti. In questi tempi di crisi economica trovare un lavoro soddisfacente è un miracolo per molti. Ma soprattutto per le donne è sempre più complicato farsi strada in un mondo in cui vigono stereotipi e condizionamenti di ogni tipo, in cui di regola il capofamiglia è l’uomo, che si occupa della gestione familiare e del lavoro.

Psicologia del bel tenebroso, perché le donne sono attratte sessualmente dal maschio che non sorride

 Guardate questa foto e ora scegliete il volto più attraente tra i soggetti femminili o maschili in base al vostro orientamento sessuale. E’ questa una della miriade di immagini mostrate nel corso di diversi esperimenti effettuati da un’équipe di ricercatori afferente alla University of British Columbia. Uno studio interessante pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica American Psychological Association Emotion, che ha fatto luce sugli stereotipi di genere tra gli eterosessuali e nella cultura occidentale, in primis il fascino del maschio bel tenebroso, dall’espressione un po’ imbronciata, a conti fatti quello che non si definirebbe certo una persona solare ma che in quanto a sex appeal pare non temere rivali.

A risultare più intriganti per le donne, secondo quanto è emerso da un test condotto su un campione di mille persone di entrambi i sessi, sarebbero proprio i maschi dallo sguardo imperscrutabile e corrucciato e sul cui viso non compare nemmeno l’ombra di un sorriso. Non così per gli uomini attratti, al contrario, in larga maggioranza, da volti femminili sorridenti e vivaci.

Sesso, cibo o sonno: a cosa pensano di più gli uomini e le donne?

 Sesso, cibo o sonno: a cosa pensano di più gli uomini e le donne? Una risposta immediata farebbe propendere, come ci hanno insegnato certi schemi comuni di pensiero, ad affibbiare ai maschi la prima opzione, senza alcun indugio. Il sesso è il chiodo fisso degli uomini, gli uomini pensano sempre a quello, hanno sempre in testa un solo pensiero davanti a una donna et similia: quante volte ci siamo imbattuti in frasi simili e stereotipi ben saldati su questo schema?

Ma è davvero così? A metterlo in dubbio, contestando il metodo di studio che ha condotto a questa convinzione, è una recente ricerca effettuata da un’équipe di psicologi afferente alla Ohio State University.

Maschilismo, innato nel cervello degli uomini

 C’è un’area del cervello che controlla gli stereotipi di genere. Inibirla, negli uomini, per quanto istruiti e liberi da schemi mentali preconcetti siano, equivale a scatenare convinzioni errate e luoghi comuni che vogliono il sesso maschile associato a forza, successo e potere come prerogativa di genere.

A scoprirlo un recente studio effettuato dai ricercatori dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Neuroimage.
Gli autori hanno coinvolto nel Gender Implicit Association Test, IatT, un campione di 62 studenti della Facoltà di Psicologia, 31 uomini e 31 donne.
I partecipanti maschi hanno commesso molto più errori a classificare il sostantivo forza come femminile rispetto ad una risposta più repentina quando la parola da associare a donna era debolezza.

L’Italia non è una nazione per giovani ma neanche per anziani

L’Italia? Senza ombra di dubbio, possiamo dire che non è una nazione per giovani ma neanche per anziani. Il concetto è semplice ma non così scontato come potrebbe sembrare all’apparenza. Questo ce lo ricorda Loredana Lipperini in una sua nuova ricerca della società italiana, intitolata: Non è un paese per vecchie (Feltrinelli, pp. 208, euro 15). Dopo il bellissimo: Ancora dalla parte delle bambine, la giornalista e scrittrice, capace di analisi lucide ed estremamente intelligenti, ci propone un’altra sua indagine sull’universo femminile, in una realtà, la nostra, terribilmente contraddittoria e ‘mass-mediologica’.

Nel Paese in cui ci si intrattiene piacevolmente (e lo share conferma), con programmi tv come “Velone” e la dittatura dell’estetica è in gran forma (da non sottovalutare anche quella della chirurgia plastica), vi è una malintesa idea del divertimento che si realizza soprattutto nel ridicolizzare chi è in difficoltà, accanendosi verso il più debole, come appunto accade per le donne anziane (si sprecano riguardo a questo argomento, video e commenti in rete).