Perdere il lavoro comporta problemi sia fisici che psicologici. Tra i primi si annoverano nervosismo, irritabilità, affaticamento, fino ad arrivare ad attacchi di panico o alla depressione nei casi più gravi. Nel momento in cui si perde il lavoro per il quale si è investito tempo e risorse bisogna avere la forza necessaria per affrontare la situazione.
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Perdere il lavoro: come superarlo (prima parte)
Secondo gli ultimi dati comunicati dall’Istat in Italia salgono a 2,108 milioni i disoccupati. Per la maggior parte si tratta di uomini, anche se sono coinvolte 993 mila donne. Il dato più allarmante, però, riguarda le persone che pur non avendo un lavoro hanno perso la speranza di cercarlo e non ci provano più. Dal 2004, infatti, gli inattivi sono 2 milioni e 897 mila.
La sindrome del lavoratore precario esiste
Stiamo vivendo un momento molto particolare per il nostro Paese. In tempi in cui si parla di rettifica dell’art. 18 della Costituzione Italiana, in cui i giovani ne hanno le tasche piene di contratti a tempo determinato e di instabilità del proprio futuro lavorativo, non si può non pensare ad una patologia che colpisce gran parte della popolazione giovanile, soprattutto in Lombardia. Si tratta della cosiddetta Sindrome del lavoratore precario. Coloro i quali si trovano in una situazione “non chiara” a livello lavorativo sono maggiormente soggetti a soffrire di disturbi d’ansia e da depressione.
Non si cerca più lavoro, molti gli inattivi
La situazione non è delle migliori. Dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi, la salita dello spread, l’instabilità dei mercati e le relazioni internazionali quanto mai precarie, al giorno d’oggi trovare lavoro in Italia non è per niente facile. Molte persone non hanno un impiego, ma il dato più sconcertante è che nemmeno si preoccupano di cercarlo più. È quanto stabilito dati Istat relativi all’anno scorso e raccolto in un report che rientra anche tra le pubblicazioni in collaborazione con l’Ufficio Statistico Europeo (Eurostat). Nel nostro Paese ci sono circa tre milioni di persone che rientrano nella categoria degli inattivi, ovvero di coloro che pur non avendo un lavoro non lo cercano, perché ormai troppo stanchi e sfiduciati.
Lavorare part-time è dannoso per la carriera?
In un mercato del lavoro in continuo movimento e che fa della flessibilità la sua caratteristica fondamentale, molti sono i dipendenti che usufruiscono di un contratto di lavoro part-time. La terza edizione del Work Monitor Randstad non ha diffuso dei dati molto confortanti, soprattutto per le donne. La relazione ha monitorato la situazione lavorativa del terzo trimestre del 2011 in ventinove nazioni appartenenti all’Unione Europea.
Stress da precarietà, i consigli dell’Eurodap per combatterlo
Stress da lavoro precario, abbiamo già parlato degli effetti del precariato sul benessere psicofisico dei lavoratori. Chi vive una condizione lavorativa instabile, caratterizzata da insicurezza economica, incertezza sul futuro, oltre che più esposto al rischio impotenza ed in generale alle malattie, vive anche in uno stato d’animo di perenne ansia e spesso è portato a subire maggiori pressioni pur di non perdere un posto già estremamente in bilico.
In aiuto ci viene il vademecum messo a punto dall’Eurodap, l’Associazione europea disturbi da attacchi di panico. La psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’associazione, ha stilato alcuni consigli che possono essere utili al popolo, sempre più in crescita, dei precari, per affrontare la vita con meno stress e preservare il benessere mentale. Vediamoli.